Chi ha ucciso Gesù?

Chi-ha-ucciso-Gesù
La morte di Gesù è attuale come non mai.
Una cosa è chiara: l'esistenza, la morte sulla croce e la risurrezione di Gesù sono ancor oggi di massima attualità, dopo duemila anni. 

Questo dato di fatto innalza il Signore molto al di sopra di qualsiasi altra figura storica.
Alcuni attribuiscono ai Giudei la colpa della morte di Gesù e li rendono responsabili di essa, come se si trattasse di un normale crimine.

Gli Ebrei, di contro, accusano i cristiani di Antisemitismo consapevole e definiscono antisemiti anche parte degli Apostoli.
In realtà, è vero che i Giudei sono stati atrocemente perseguitati a causa della crocifissione di Gesù, sono stati dipinti come "assassini di Dio", e quasi sterminati, però si tende troppo facilmente a trascurare il piano di Dio al riguardo.

Nella preghiera della prima chiesa di Gerusalemme, si sottolinea il fulcro del problema: "Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d'Israele, per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero" (Atti 4:27-28).
Sia le nazioni, sia le tribù di Israele si sono unite nel decidere ed eseguire la crocifissione di Gesù; ma questa azione era comunque compresa nel piano di Dio: Gesù doveva morire sia per Israele, sia per le nazioni, per divenire il Redentore di entrambi.

Non ha forse il Signore stesso detto, dopo la Sua risurrezione, ai discepoli di Emmaus: "Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?" (Luca 24:26).
Nella sua predica di Pentecoste, Pietro si espresse in modo simile: "...quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste..." (Atti 2:23).

La morte di Gesù, dunque, è il risultato dell'agire umano, conforme al piano di Dio per la Salvezza dell'umanità.
Gesù è il "dono ineffabile" di Dio per noi (2 Corinzi 9:15); egli è l'adempimento del piano divino per il nostro riscatto, ed è stato donato dal Padre celeste come innocente Agnello di Dio, per le nostre colpe (Giovanni 1:29-36).

Ovviamente tale sacrificio è stato praticamente compiuto da mani umane.
La generazione del popolo Giudeo di allora ha consegnato Gesù ai Gentili (Romani), perché fosse crocifisso.
Il popolo Giudeo era pari al sacerdozio che compie il sacrificio dell'agnello "... perché la salvezza viene dai Giudei" (Giovanni 4:22), e l'impero di Roma è stato l'organo esecutivo.

Sia i Giudei sia i Gentili hanno ucciso Gesù.
Non sono state tanto le mani della generazione dell'epoca, quanto invece i peccati di tutte le generazioni, di uomini e donne di ogni epoca, ad uccidere Gesù, poiché in fin dei conti Egli è morto per i nostri peccati.
Siamo tutti peccatori, e tutti possiamo essere riscattati "...Dio infatti ha rinchiuso tutti (Giudei e Gentili) nella disubbidienza per far misericordia a tutti" (Romani 11:32).

Chi è, dunque, colpevole della morte di Gesù?
Per precisione, potremmo attribuire la colpa della morte di Gesù anche ad Adamo, poiché tramite di lui il peccato entrò nel mondo, si trasmise a tutti gli uomini e rese necessario che Gesù, come "secondo Adamo", cancellasse la colpa.
Ogni peccato di ogni uomo ha, da allora in poi, condannato, crocifisso e ucciso Gesù.
lo sono colpevole della morte di Gesù e sono grato che Egli sia morto anche per me, altrimenti sarei morto nel mio peccato e perduto in eterno.

E che ne è dei tanti che discutono sul problema della colpa, ma non si decidono mai di porre fede in Gesù, anzi lo respingono e lo disprezzano, che si tratti di Giudei o Gentili?
Queste persone sono le peggiori, poiché calpestano il Figlio di Dio, disprezzano il sangue del perdono e oltraggiano lo Spirito della grazia (Ebrei 10:29).
Essere un nemico della croce di Cristo è molto peggio che incolparsi a vicenda (Filippesi 3:18).

Gesù ha preso su di se tutte le colpe, sia dei Giudei che dei Gentili.
Gesù, il perfetto innocente, si dichiara colpevole al posto nostro.
Egli prende su di se i nostri peccati e li porta alla croce; alla Sua croce, non alla croce dei Giudei, non a quella dei Romani "...poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con se tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli" (Colossesi 1:19-20).

Molto tempo prima che Egli venisse al mondo, aveva detto: "Tu non gradisci ne sacrificio ne offerta; mi hai aperto gli orecchi.
Tu non domandi ne olocausto ne sacrificio per il peccato; allora ho detto: Ecco, io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. 
Dio mio, desidero fare la tua volontà, la tua legge è dentro il mio cuore.
Ho proclamato la tua giustizia nella grande assemblea; ecco, io non tengo chiuse le mie labbra; o Signore, tu lo sai" (SaImi 40:6-9).

Si discute, si litiga e si giudica sulla colpa della morte di Gesù e sulla questione dell'Antisemitismo, ma si trascura completamente di capire che Dio ha voluto tutto questo.
Il Suo amore infinito sta dietro l'atto della croce, prendendo su di se tutta la colpa per riscattare noi.
Questo vale sia per i Giudei che per i Gentili.

Se Gesù non avesse donato volontariamente la Sua vita, sarebbe stato impossibile togliergliela, come Egli ha detto: "Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi.
Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me; ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla.
Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio" (Giovanni 10:17-18).

Solo Gesù aveva il potere di lasciare la Sua vita, ed Egli la diede.
Invece di dare ai Giudei la colpa della morte di Gesù si dovrebbe invece ricordare che Gesù fatto uomo nacque da Giudeo e che come tale tornerà sulla Terra.

Gesù aveva anche il potere di riprendere la propria vita.
Il giudeo Gesù è risorto dai morti e tornato nella "casa del Padre", pertanto, il primo uomo ad entrare nella casa del Padre è un giudeo.
Strano che non si senta mai dire qualcosa del genere.
Perché non si attribuisce ai Giudei anche la "colpa" della venuta di Gesù nel mondo?
In fin dei conti, egli era nato da una giudea, e la sua genealogia risale alla tribù di Giuda!

Perché non diamo loro anche la colpa della nostra Redenzione, della risurrezione di Gesù, della Sua ascesa in Paradiso e del Suo ritorno? (Romani 9:4-5).
Perché non diamo la colpa ai Giudei del fatto che con il futuro regno di Gesù ci saranno giustizia e pace in tutto il mondo?
Essi sono in fin dei conti coloro che il Padre ha eletto come popolo da cui sarebbe disceso il Cristo, e fra di loro il Signore ritornerà (Isaia 14:4).

Si potrebbe forse discutere su questa colpa se Gesù fosse rimasto morto, perché la Sua sola morte, anche se da giusto, non ci avrebbe redenti (1 Corinzi 15:13-18).
Ma ora Egli è risorto! Gesù vive!

Per questo preghiamo, insieme all'apostolo Paolo, esclamando: "Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!
Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!
Infatti, chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo sì da riceverne il contraccambio?
Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.
A lui sia la gloria in eterno. Amen" (Romani 11:33-36).

Le accuse negative reciproche sulla colpa della morte di Gesù o dell'Antisemitismo mostrano soltanto che non si ha ancora compreso il vero e proprio senso della morte di Gesù.
Invece di considerare negativamente i Gentili nei confronti dei Giudei e viceversa, tutti dovremmo insieme riguardare a Gesù: "...fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta, il quale, per la gioia che gli era posta dinanzi, sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio" (Ebrei 12:2).

Giuseppe

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti vengono monitorati.
Verranno pubblicati solo i commenti firmati, che non hanno frasi ingiuriose e oscene, e che non offendono l'autore del post, ne il sito.