L'Abbandono.

Meditazioni

Una Riflessione di Antonio Strigari. 

"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? perché te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito?" (Salmi 22:1).
Quanti di noi, nel corso di una lunga e dura prova, non avendo ancora ricevuto l’attesa e salutare risposta da parte dell’Eterno alle nostre suppliche, abbiamo pronunciato queste parole? Forse siamo in molti ad averle espresse perplessi ed in un certo senso delusi per tanto silenzio. Sembra, infatti, inspiegabile che Colui che ci ha detto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto” (Matteo 7:7), poi non risponda!

Premesso che la mancata risposta da parte di Dio può significare abbandono reale o presunto, la conseguenza che ne deriva per l’uomo è che:
1. alcuni cercano di analizzare la propria vita per trovare la causa di questo reale abbandono da parte di Dio,ed arrivano a scoprirne il motivo nel loro abbandono di Dio riuscendo ad emendarsi;
2. altri, sentendosi giusti come Giobbe, si scoraggiano facilmente, non riescono a rimanere fermi nella loro pur debole (o inesistente) fede, tornano indietro sul loro vecchio cammino senza Dio e perdono la fede assieme alla salvezza;
3. solo pochi, restando fermi nella fede, scopro no nel silenzio di Dio la verità dell’immenso Amore di Dio!

Il reale abbandono da parte di Dio.
Poche persone comprendono che la causa dei propri mali proviene dal loro peccato!
Infatti, la Scrittura ci dice chiaramente: “La tua propria malvagità è quella che ti castiga, e le tue infedeltà sono la tua punizione. Sappi dunque e vedi che mala ed amara cosa è abbandonare l'Eterno, il tuo Dio, e il non aver di me alcun timore, dice il Signore, l'Eterno degli eserciti" (Geremia 2:19).
L’uomo deve fare una scelta fra Dio ed il peccato e decidere chi abbandonare.
Per questo chi, oggi, si trova nel peccato sappia che “chi copre le sue trasgressioni non prospererà , ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia” (Proverbi 28:13); che si penta dei propri peccati e corra all’Eterno, la Parola dice: “Lasci l'empio la sua via, e l'uomo iniquo i suoi pensieri: e si converta all'Eterno che avrà pietà di lui, e al nostro Dio che è largo nel perdonare” (Isaia 55:7).

Così potrà sentirsi dire da Dio: “Per un breve istante io t'ho abbandonata, ma con immensa compassione io ti raccoglierò” (Isaia 54:7).
La Parola di Dio ci dichiara che Egli abbandona solo gli uomini che lo hanno abbandonato, come troviamo scritto: “Dicendosi savi, son divenuti stolti, e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Iddio in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, e d'uccelli e di quadrupedi e di rettili, per questo Iddio li ha abbandonati nelle concupiscenze dei loro cuori, all’impurità , perché vituperassero fra loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen" (Romani 1:22-25).
Ed ancora: “Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami, poiché le loro femmine hanno mutato l'uso naturale in quello che è contro natura, e similmente anche i maschi, lasciando l'uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la degna mercede del proprio traviamento; e siccome non si sono curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una mente reproba, perché facessero le cose che sono sconvenienti, essendo essi ricolmi d'ogni ingiustizia, malvagità , cupidigia, malizia; pieni d'invidia, d'omicidio, di contesa, di frode, di malignità ; delatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, inventori di mali, disubbidienti ai genitori, insensati, senza fede nei patti, senza affezione naturale, spietati; i quali, pur conoscendo che secondo il giudizio di Dio quelli che fanno codeste cose son degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette” (Romani 1:26-32).

Il presunto abbandono.
Certo le prove, anche durissime, ed il silenzio di Dio alle nostre suppliche e richieste di aiuto, se fatte in conformità alla Sua volontà ( 1Giovanni 5:14), non sono sempre indice di un abbandono di Dio per i nostri peccati, ma di una prova che, se superata, ci farà ottenere un prezioso premio.
Dice, infatti, la Scrittura: “Non temere quel che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, perché siate provati: e avrete una tribolazione di dieci giorni.
Sii fedele fino alla morte, e io ti darò la corona della vita” (Apocalisse 2:10).
Perciò, non scoraggiamoci e non stanchiamoci di credere nell’Amore di Dio, continuando a combattere il buon combattimento della fede, nella preghiera, Egli, per certo, ci esaudirà e ci premierà.

Ricordiamoci le seguenti parole:
“Poiché l'Eterno non rigetterà il suo popolo, e non abbandonerà la sua eredità” (Salmi 94:14);
“Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché l'Eterno, il tuo Dio, è quegli colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà" (Deuteronomio 31:6);
“Quand'anche mio padre e mia madre mi avessero abbandonato, pure l'Eterno mi accoglierà” (Salmi 27:10);
“… ed ecco, io sono con te, e ti guarderò dovunque tu andrai, e ti ricondurrò in questo paese; poiché io non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto" (Genesi 28:15);
“Poiché l'Eterno, per amore del suo gran nome, non abbandonerà il Suo popolo, giacché è piaciuto all'Eterno di far di voi il popolo Suo” (1Samuele 12:22).
La tua e la mia situazione di tribolazione sono contingenti, quindi, non scoraggiarti perché passerà, ma quello che conta e vale, perché rimane in eterno, è la Parola del Signore, “perché ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fior dell'erba; l'erba si secca, e il fiore cade, ma la Parola del Signore permane in eterno” (1Pietro 1:24-25).

Antonio Strigari

Giuseppe

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