Una questione di scelta

 

Pilato chiede alla folla chi scegliere


Noi viviamo in una nazione chiamata “cristiana”, ma crediamo veramente in Gesù come il nostro personale salvatore, colui che ci permette di realizzare la comunione con Dio e ci assicura un posto in Cielo dopo la morte (fisica)?

Vogliamo considerare brevemente chi è (o chi potrebbe essere) per noi la persona di Gesù Cristo il Figlio di Dio.

Alla lettura dei Vangeli ci imbattiamo nella figura di Gesù come un maestro che insegnava le cose di Dio in modo diverso da quello che erano le interpretazioni di allora, divulgati dai vari teologi: Scribi, Farisei e rabbini vari.

Gesù affermava che, nei suoi insegnamenti, prendeva in considerazione la stessa Parola di Dio a cui loro si riferivano: la Legge (di Mosè) e gli scritti (oracoli) dei Profeti; e di essere proprio quello che la Parola di Dio presentava: il Figlio di Dio, il Messia e l’Unica via per arrivare al vero Dio.Allora, in certe occasioni, quelli che lo ascoltavano erano divisi nel loro giudizio: alcuni dicevano che era un uomo di Dio, altri dicevano che era un indemoniato (Giovanni 10:19-21).

Anche oggi, molti tendono a “dividere” la figura (persona) di Gesù per accettare quella parte che è più consona al loro credo e al loro modo di vedere le cose di Dio, secondo il loro ragionamento e la loro valutazione.
Per esempio, ci sono quelli che credono che Gesù sia stato soltanto un buon in segnante di religione e di etica morale.

Però, credere che Gesù sia stato solo un buon insegnante, rifiutando le affermazioni di Gesù di essere Dio, come Figlio, è un grande errore.
In questo modo, Gesù, dovrebbe essere o molto più di un buon insegnante (cioè Dio), o molto meno di un maestro (cioè un bugiardo o un presuntuoso ingannato).

Pensiamo alle centinaia di migliaia di persone che sono morte (e che muoiono tutt’ora) come martiri a motivo di ciò che Gesù ha detto di essere.
Se non fosse il Figlio eterno di Dio, quelle persone sarebbero morte per una bugia, o per un idolo.

C. S. Lewis, scrittore, professore ed intellettuale cristiano scrisse: “Un uomo che fosse soltanto uomo, che dicesse le cose che disse Gesù non sarebbe certo un grande maestro di morale, ma un pazzo, oppure il diavolo“.

Dunque, anche se Gesù è quello che lui ha detto di essere, è esistito ed esiste eternamente, per le persone diventa un caso soggettivo, cioè esse sono portate a scegliere personalmente: o quest’uomo era, ed è, il Figlio di Dio, oppure era un matto, o qualcosa di peggio.

La propria scelta, però non pregiudica la persona e la figura di Gesù!
Potete rinchiuderlo come pazzo, potete sputargli addosso e ucciderlo come un delinquente; oppure potete cadere ai suoi piedi e chiamarlo Signore e Dio.

Non serve ripararsi sul fatto che lo si riconosce come un grande insegnante di etica morale per giustificare il proprio rifiuto a sottomettersi all’evidenza della Parola di Dio e alla Sua volontà: che OGNI uomo riconosca Gesù Cristo il Figlio di Dio, come Signore.

Gesù stesso ha escluso la possibilità di una definizione “neutra”, e lo ha fatto di proposito.
Non ci può essere una via di mezzo: Gesù o è Dio, o non lo è; pazzo, bugiardo o Signore e Salvatore!
A noi la scelta.

Se desideri veramente conoscere la verità riguardo a Dio, non è intellettualmente saggio ignorare la vita e gli insegnamenti di colui che ha cambiato la storia, dichiarando di essere proceduto dal Padre e di essere Dio: Gesù.
È una figura troppo importante per essere messa da parte con leggerezza.

Egli è vissuto realmente, è stato l’unico ad aver fatto quelle affermazioni e ad aver vissuto la sua vita coerentemente a quello che diceva di essere.
Cristo ha suscitato rabbia, odio, o devozione, adorazione nella gente dei suoi giorni.

Scegliere una posizione intermedia riguardo a lui significa fallire totalmente nella comprensione delle sue affermazioni.

Coloro che contrastarono Gesù, capirono chiaramente la sua affermazione di divinità e cercarono di ucciderlo con l’accusa di bestemmia, perché egli dichiarava di essere uguale e uno con Dio (Giovanni 5:18; 8:58-59; 10:33; Marco 14:61-61, etc.).

Tutti i suoi discepoli, come gli apostoli Paolo, Pietro, Giovanni, etc., insegnarono chiaramente sulla divinità di Gesù (Colossesi 2:9; Filippesi 2:6-7; Romani 9:5; Giovanni 1:1-14; Ebrei 1:1-8).

Tutto questo è ancora più sbalorditivo se pensiamo che coloro che fecero queste affermazioni erano ebrei monoteisti, persone che credevano in un Dio unico (Deuteronomio 6:4); essi non parlarono di Gesù, definendolo come uno dei tanti dei, in una specie di concezione indù politeistica. 

No, adorarono Gesù, in quanto incarnazione dell’Iddio Altissimo (Matteo 28:9; Giovanni 20:28; Ebrei 1:6; Apocalisse 5:8-14; Filippesi 2:6-11).

Dunque, se Gesù è Dio, allora può affermare la verità riguardo a Dio (cioè a se stesso); può spiegare come si fa ad avere un rapporto con Dio, perché lui stesso è Dio.

Gesù può dichiarare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché, se è Dio, è lui che ha scritto il “libro delle regole”.
Che ci piaccia o meno, se egli è Dio, allora lui soltanto può fare determinate affermazioni; se, invece, non fosse Dio, il cristianesimo sarebbe un falso, e dovremmo cercare Dio altrove.

È per questo che la figura di Gesù è esclusivista, cioè, esclude tutti gli altri che si definiscono (o si sono definiti) mandati da Dio, profeti ed altro, che non lo riconoscono, o che non si sottomettono a lui, a colui che il Padre ha mandato, affinché tutti gli uomini possano avere la vera e piena rivelazione del vero Dio (Giovanni 8:24; 14:6; Atti 4:12).

Così, se qualcuno vuole rimanere nella figura distorta di Gesù Cristo, non corrispondente con quella tramandataci dai suoi discepoli, non potrà avere i benefici apportati dalla Verità.

Giuseppe

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