La testimonianza di Vittorio Fiorese


Testimonianze

Al tramonto vi sarà luce. 

Sono nato a Cismon alle pendici del Monte Grappa.
Dopo la laurea in “Sociologia delle Religioni” presso l’università Federico II di Napoli, vivevo il travaglio della generazione del ‘68.
Dalla militanza politica all’esperienza psichedelica con la droga, cercai incessantemente nel grande viaggio della vita, un senso più profondo e vero per la mia propria esistenza.
Allora lo spinello si chiamava joint, che paradossalmente significava unire: seduti in cerchio lo facevamo girare per prenderne ognuno qualche boccata di fumo.
Poi iniziò a circolare l’eroina, l’LSD e robacce simili, che distrussero tante giovani vite, che si schiantavano su quel muro dei Pink Floyd.

Barba e capelli lunghi, una mattina partii improvvisamente per la mia grande avventura verso il grande sud, Bologna, Roma, Napoli, in autostop, arrivai a costeggiare il mare della meravigliosa Sicilia, che sembrava un incanto.
Arrivato a Ribera, gustai arance così grosse come non ne avevo mai viste.
Fui ospitato da alcuni ragazzi seguaci di Hare Krisna, seduti a gambe incrociate in una stanza azzurra con gli affreschi di Visnù e un forte odore d’incenso.
Scocciato da quell’atmosfera artificiosa e forzata dal desiderio del mistico, partì subito verso l’Africa, Afganistan, Pakistan, India, Nepal, Israele…

In India incontrai Nicola, mi disse che il trovare la verità, porta un reale cambiamento e potevo trovarla solo in Gesù.
Possibile che avrei fatto tutta questa strada fino in India per sentire parlare di Gesù Cristo!?
Nel buddismo, per arrivare all’assenza del dolore, devi reincarnarti infinite volte.
In quel pellegrinaggio fui invitato anche a divenire monaco buddista, per entrare nel nobile sentiero della rinuncia.
In quel sentiero ci si doveva incarnare solo sette volte per ritrovarsi nel Nirvana (il nulla completo).

Un grande sconto rispetto ai semplici buddisti, ma io non potevo aspettare altre sette vite per realizzare la pace del mio cuore, Gesù dice che oggi è il giorno della salvezza.
Fino ad allora pensavo che il buddismo o l’induismo, l’islam o lo sciamanismo fossero delle tappe verso la verità.
Da bambino i miei mi avevano fatto bagnare nel sacramento del battesimo, ora, da grande, mi trovavo nel posto più mistico del mondo, mi ero bagnato nel sacro Gange, ma niente potette darmi una goccia in più di quell’esperienza meravigliosa che feci quando pregai Gesù di riempire la mia vita.

Camminando nei vari Paesi per strade impervie, giungle e pendii pericolosi, da allora, nonostante la fatica sentivo dentro di me una gioia piena, ineffabile, difficile da descrivere, tanto che sentivo come se lo scopo del mio viaggio fosse stato raggiunto.
Per la Turchia e la Grecia tornai a casa, con una grande gioia da condividere con i miei la mia esperienza con Gesù.
Ora sono passati 30 anni, e vicino alla vecchiaia non mi sono mai stancato di annunziarlo per tutta l’Italia e fuori, con una freschezza e una gioia sempre più grande, come un’incandescente lava che esce da un vulcano e che non si può contenere.

Una volta davanti a me vi era solo oscurità e morte, oggi, con il profeta Zaccaria (14:7), posso esclamare con grande gioia: “Sarà un giorno unico, conosciuto dal Signore; non sarà né giorno né notte, ma verso sera ci sarà luce”.
Anche davanti a te una luce si è levata: Gesù.
Credi e avrai anche tu un giorno unico di vita eterna.

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Giuseppe

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