Sono nato a Novara l’11 aprile 2013 e oggi, se fossi ancora vivo, avrei un anno.
Invece sono morto lo stesso giorno in cui sono nato.
Adesso tutti starete pensando che mamma e papa non si sono comportati bene.
In effetti, mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e senza biberon nei paraggi.
Non mi permetto di giudicarli, certo è che noi neonati siamo indifesi: ci buttano dai ponti, ci vendono per pochi soldi.
Poi
mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da
cui vi scrivo ho incontrato quattro bambini che hanno condiviso
la mia stessa sorte, sulla cui lapide è stato scritto: «Sfacciata
incredulità, impallidisci e muori. Sotto questa pietra giacciono
quattro bambini addormentati; Dimmi, sono perduti o salvati? Se la
morte è a causa del peccato, essi hanno peccato, perché sono qui.
Se il cielo è per opere, essi non possono
apparirvi. Ragione, oh, quanto depravata!
Va' alla pagina sacra della
Bibbia, il nodo è sciolto.
Essi sono
morti, perché Adamo peccò; essi vivono, perché Gesù morì».
È
così, da vivi, insieme, abbiamo potuto contemplare che
la bellezza c’è ancora.
C’è bellezza nel camionista che mi ha
trovato e nell’ispettore che mi ha dato questo nome meraviglioso...
È
importante avere un nome, significa che
sei esistito davvero.
C’è
bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno raccolto
un’offerta a cui hanno partecipato tutti, dai pompieri alle
guardie forestali.
E c’è bellezza nella ditta di pompe funebri che
per il funerale non ha voluto un euro.
I soldi sono andati ai
volontari che aiutano in ospedale i bimbi malati.
In mio onore, nel
luogo in cui mi hanno ritrovato, metteranno un targa commemorativa.
Allora, non sono nato invano...
Mi chiamo Gabriele Francesco, e ci
sono ancora!
Non solo, ho pienamente realizzato quanto promesso da
Gesù, quando disse: «Guardatevi dal
disprezzare uno di questi piccoli; perché vi dico che gli angeli
loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia
del Padre mio che è nei cieli» (Matteo
18:10).
E sono qui in Cielo, accanto a Gesù e anche a milioni
di aborti, divenuti angeli, nella gioia eterna”.
Vostro Gabriele
Francesco
Toccante e bella, nello stesso tempo, questa storia, che ha molto da insegnare a ogni credente. Salvatore Di Fede
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