Esperienze di due uomini di fede: Giobbe e Davide

Meditazioni

Una Meditazione di Rosaria Schimmenti. 

Ieri sera partecipai ad un culto di preghiere e di intercessione per gli ammalati.
Come sappiamo la chiave per guarire è la fede, che consiste nella sicurezza di ricevere ciò che si chiede.
Ma vi è un’altra chiave molto importante che ci apre la porta della guarigione.
La luce di questa verità viene dalla parola di Dio, dove il Padre Eterno ci insegna che per ricevere, dobbiamo per prima noi dare, con il cuore e per amore: "Date e vi sarà dato, rimettete i peccati e vi saranno rimessi".
Gesù ha dato la sua vita per amore.
Una grande lezione possiamo trarla dal libro di Giobbe.
Siamo consapevoli delle calamità e delle sofferenze che si sono abbattute nella sua vita, è stato spogliato da tutti i suoi averi, anche della salute.
Lui chiedeva la guarigione per se, e il Signore gli ordinò di offrire sacrifici per i suoi amici.
Poteva rispondere: “Ma come Signore! Io sono ridotto fino all’osso! E devo offrire sacrifici per loro?”.

Giobbe, nonostante la sofferenza, aveva ancora la ricchezza spirituale interiore che nessuno poteva conoscere, se non lui solo... e Dio.
Penso che si sia preoccupato molto per i suoi amici e non voleva che rischiassero di venirsi a trovare in una condizione simile alla sua, perché si erano macchiati di colpa nel tacere davanti alla sofferenza dell’amico e alle sue parole, perché Giobbe si reputava innocente è irreprensibile.
Nel loro dialogo vi fu alla fine una lunga pausa silenziosa, si erano arresi, non vi erano parole a favore di Dio; era come incolparlo di ingiustizia, è questo è stato un grave peccato agli occhi del Signore.
Spesso in alcuni culti odierni si viene a creare una situazione simile, causata dall’insistenza eccessiva nel chiedere che alla fine sembra che Dio sia ingiusto perché non esaudisce le nostre richieste e non mostra miracoli e opere potenti.
Certe volte anche sembra a noi stessi di volerlo accusare per questo Suo diniego.
Vogliamo che Dio fa la nostra volontà, mentre dobbiamo essere noi a fare la Sua volontà.

Quando Giobbe era ancora sofferente, si affrettò ad offrire sacrifici per i suoi amici, con tutto il cuore (questo è sicuro! Altrimenti il miracolo non sarebbe avvenuto!).
Anche nella sofferenza, sia personale che collettiva, bisogna rimanere umili davanti all’Eterno, e fare opere di pentimento, perché questa potrebbe anche essere una forma di espiazione dovuta alla situazione terrena che creiamo noi stessi con l’imperfezione e disarmonia verso Dio.
L’amore (l'altruismo) di Giobbe per i suoi amici (pur essendo egli stesso nella sofferenza) ha contribuito alla sua guarigione e alle benedizioni che ha avuto successivamente, sia economiche che affettive.
Che grande lezione per noi!
Come vediamo, nella Parola di Dio vi è celata la sapienza Divina, la chiave della guarigione e della vita, Dio stesso (come Lui è realmente) e le Sue leggi sante, eterne ed immutabili.
A questo punto possiamo dire: “Signore chi si può salvare? La tua legge è di un amore immenso! troppo perfetta per noi!".
Gesù ci ha risposto: “Unitevi a me, come il tralcio e unito alla vite, e porterete frutto; se vi staccate perirete, come il tralcio si secca quando è staccato dalla vite, e non serve ad altro che ad essere bruciato".

Anche le conseguenze del peccato di adulterio del Re Davide sono una grande lezione per noi.
Il Signore disse a Davide: “Poiché Tu hai fatto questo, la spada non si allontanerà dalla tua casa. Tu hai preso la moglie di Uria! Adesso uno stretto della tua famiglia si metterà contro di te è possiederà le tue mogli davanti a tutto il popolo”.
Questo, sempre in relazione alla legge delle equivalenze, cioè: quello che si fa si riceve, sia in bene che in male.
Il Signore nella sua parola ci dice: “Io sono sempre lo stesso, ieri, oggi e in eterno”.
Lui ci permette il pentimento che genera il cambiamento, ma se questo non avviene quale saranno le conseguenze?
Vi sarà una sorte di espiazione naturale per le nostre colpe, sia personale, che collettiva.
I profeti nelle sacre scritture ci insegnano che “Il timore di Dio è il principio della sapienza”.
La legge dell’equivalenza non è cambiata! Il mondo odierno sembra che si sia dimenticato di ciò.

E’ importante che comprendiamo anche che non è Dio ha punire, anche se leggendo alcuni passi della Bibbia possiamo pensare il contrario: Dio aumentò le doglie a Eva, Dio piagò, Dio distrusse, Dio mandò i serpenti.
Come può un Padre aumentare le doglie a una figlia? Intervenire con piaghe e disastri?
Non sono forse provocati dall’uomo stesso come raccolto di ciò che ha seminato, trasgredendo le leggi eterne di Dio, che governano noi stessi e tutta la creazione?
Questo dovrebbe farci riflettere!
Dio ci ha dato istruzioni e comandamenti affinché vivessimo in armonia con Lui, tra di noi e con il creato.
Ha mandato i profeti per ammonirci, è alla fine, anche il Figlio.
Se decidiamo ugualmente di trasgredire è una nostra scelta, e quando si subiranno le conseguenze, se non ci ravvediamo, Dio non interviene, ed dobbiamo espiare fino in fondo: leggete Proverbi 1:20-33.
In assenza dello Spirito Santo, si può interpretare la Sacra Scrittura alla lettera, dove emerge un Dio distruttore, mentre il Santo Iddio è il generatore del bene, e il Suo obiettivo è esclusivamente quello di ristabilire l'umanità e tutta la terra intera nella condizione originale (come si era prefisso).

Ritornando a Davide, notiamo che la sofferenza ha generato un animo di amore divino.
Davide pianse disperatamente il figlio che voleva la sua morte: "Figlio mio Assalonne, fossi morto io al posto tuo!".
Il Signore desidera un popolo che confida in Lui, affinché diventi forte ed eserciti un ascendente verso gli altri.
Anche questo fa parte di una legge eterna: il più debole si sente attratto dal più forte, e si e forti solo se si e uniti a Dio e alla Sua volontà.
A sua volta questo atteggiamento è dominante, ma, in questo caso, si tratta di un dominio divino, a fin di bene, affinché gli altri popoli si avvicinino a Dio, perché Lui non è parziale, ma ama tutti alla stessa maniera; in modo che anche così si possa realizzare la preghiera del Padre Nostro insegnataci da nostro Signore Gesù Cristo.
A Lui sia gloria e onore in eterno.

Giuseppe

1 commento:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

I commenti vengono monitorati.
Verranno pubblicati solo i commenti firmati, che non hanno frasi ingiuriose e oscene, e che non offendono l'autore del post, ne il sito.