L'istituzione della Pasqua.
Iddio aveva già promesso di dare ad Abramo, ed alla sua progenie, il paese di Canaan in possesso perpetuo (Genesi 17:8) e dopo aver riconfermato questo patto a Mosè (Esodo 6:2-4), scelto da Dio come liberatore e guida del popolo ebraico, evidenzia l'importanza dell'esodo dall'Egitto con l'istituzione di un rito perpetuo, la Pasqua, che servirà a ricordare per sempre tale evento.
Cenni storici sulla crocifissione.
Gli antichi testi letterari dicono poco intorno alla pena di morte per crocifissione. Ci sono, però, dei riferimenti storici dai quali è possibile dedurre che essa era largamente praticata nel mondo latino di 2.000 anni fa, e anche prima.
Anche se non è certo che furono i Persiani ad inventare la crocifissione, da alcuni riferimenti nelle opere di Erodoto e Tucidide si può rilevare che essi, certamente, la praticavano su vasta scala.Una delle migliori fonti di informazione riguardo questo tipo di condanna è l'iscrizione di Bisutun, nei pressi di Kermanshah, nell'Iran Occidentale.
Una descrizione sugli ultimi momenti cruciali passati da Gesù Cristo per il completamento della sua opera per la nostra Salvezza.
Il governatore romano davanti al Re dei re.
Pilato è stupito e molto perplesso: fino allora, i Giudei si erano fatti i difensori dei loro concittadini che gli comparivano davanti, ma oggi avviene il contrario; egli è convinto dell'innocenza dell'incolpato ed essi esigono la sua condanna a morte!Pilato non nasconde loro il suo profondo disprezzo: "Prendetelo voi", dice, "e crocifiggetelo; perché io non trovo in lui alcuna colpa" (Giovanni 19:6).
Il nome Barabba.
Barabba era, secondo tre dei quattro Vangeli canonici, un ribelle e/o assassino ebreo, detenuto dai Romani a Gerusalemme negli stessi giorni della Passione di Gesù.
Il nome Barabban, tramandato dalla maggior parte dei manoscritti in greco dei Vangeli, era in aramaico un patronimico composto da Bar (figlio) e Abbâ (padre) in Aramaico: בר-אבא (Bar-abbâ), "figlio del padre".La parola Abbâ si ripete tre volte nel Nuovo Testamento (Marco 14:36; Romani 8:15; Galati 4:6).
Alcuni dei più antichi manoscritti presentano la forma bar rabba(n), "figlio del (nostro) maestro".
In pochi manoscritti in greco ed in siriaco del Vangelo di Matteo il patronimico, preceduto dal nome Iesoûs, è stato tradotto nella versione inglese con Jesus bar-Abba, "figlio del Padre", nella versione italiana e' stato cancellato Iesoûs ed è rimasto solo Barabba.
L'agonia di Gesù.
Noi sappiamo che Gesù è stato l'unica persona della storia a nascere senza peccato, a vivere senza peccato ed a morire senza peccato.
Stando così le cose, come mai ha mostrato tanta angoscia, sofferenza e timore nel giardino del Getsemani?
Ci sono pochi episodi nella storia umana più drammatici di ciò che accadde in quel piccolo giardino durante le ultime ore di Gesù sulla terra.Potrebbe essere d'aiuto immaginare di trovarci lì e cercar di comprendere la schiacciante emozione che Egli ha dovuto provare.
La morte di Gesù è attuale come non mai.
Una cosa è chiara: l'esistenza, la morte sulla croce e la risurrezione di Gesù sono ancor oggi di massima attualità, dopo duemila anni.
Questo dato di fatto innalza il Signore molto al di sopra di qualsiasi altra figura storica.Alcuni attribuiscono ai Giudei la colpa della morte di Gesù e li rendono responsabili di essa, come se si trattasse di un normale crimine.
DIO non è egualitario; Egli ha dei favoriti.
Ora, premesso che il termine egualitario, inteso come aggettivo, significa “Che si ispira all'egualitarismo” e, come sostantivo, “Seguace dell'egualitarismo”, cioè di una concezione politica che preconizza una società in cui tutti godano di una eguale parte delle ricchezze, affermare genericamente che Iddio non è egualitario credo che non basti perché qualcuno potrebbe pensare che Egli passi sopra la giustizia per fare ciò che crede, e questo non è esatto."Cristiano" è un termine coniato dai Romani dell'Asia, dopo la morte di Cristo, per dare un nome alla gente della "Via", cioè a coloro che seguivano gli insegnamenti di Gesù; un ebreo completamente sconosciuto al popolo di Roma.
Allora i Romani non erano un popolo monoteista ma politeista, adorava, cioè, molti dei.Quante volte ti avranno chiesto: "Ma tu credi in Dio? Quale fede professi?".
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