Una Poesia di Patrizia Eydallin
Signore...Desideravo i doni del mondo:mi hai donato le tue grandi benedizioni!
Desideravo avere amici veri...Mi hai donato l'unico VERO AMICO: GESU'
Desideravo avere un padre colmo d'amore: Ti sei rivelato come l'unico vero Padre!!
Desideravo non mi mancasse nulla: Ed ora con Te, ho tutto.
Desideravo non soffrire di solitudine: Con la tua presenza ora, non sono più sola!
Desideravo non avere più paura: Ed hai operato perchè la superassi !
Desideravo non commettere più gli stessi errori: e Tu mi correggi con pazienza e amore, guidandomi!
Desideravo dare un senso alla mia vita: Mi hai donato non solo la Tua vita, con essa, la salvezza eterna!
Desideravo ricevere dagli altri: Ed al contrario...mi hai insegnato a dare!
Desideravo tante e tante cose...Invece..Tu mi hai DONATO TUTTO!!!!
L'unico desiderio che mi è rimasto, è...Amarti, come meriti di essere amato e fare la tua volontà.
Ad ognuno è sufficiente avere Te, per avere tutte le cose!!
Con grande gratitudine... La tua figliuola Patrizia.
Cronaca di un viaggio da Odessa (Ucraina) a Haifa (Israele), su una nave che porta immigranti ebrei in Israele.
Voglio raccontarvi dell'ultimo mio viaggio in Israele avvenuto lo scorso mese di Giugno.
La storia inizia in primavera, quando vengo informato che l'Associazione Ebenezer ha organizzato uno dei suoi viaggi che portano gli immigranti ebrei in Israele.
Pescatori di Olim.
Analogamente ad altre iniziative simili, come per esempio l'Operazione Jabotinsky, Ebenezer è un fondo d'aiuto per sostenere gli Ebrei dell'ex Unione Sovietica e aiutarli a rientrare nella Terra Promessa, in conformità alle profezie bibliche per gli ultimi giorni: "Così parla il Signore Dio: Ecco, io alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli, ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle" (Isaia 49:22).
Dalla Parola di Dio appare evidente che per gli ultimi giorni il Signore ha deciso che i popoli delle nazioni aiuteranno gli Ebrei a ritornare nella patria da Lui promessa ad Abramo.
Per contribuire a realizzare questa Parola vengono inviati dei team di "pescatori" in tutte le repubbliche ex sovietiche.
I pescatori sono cristiani e provengono dalle più diverse nazioni del mondo; dovunque arrivano, cercano gli Ebrei per condividere con loro l'amore del Padre e la possibilità di rientrare in Israele, e li aiutano nel disbrigo delle pratiche amministrative.
Rotta verso Israele.
Arrivo dunque a Odessa, nel centro dove vengono accolte le famiglie ebree che giungono da tutte le parti in treno o in autobus.
Dopo un paio di giorni ci imbarchiamo sulla Jasmine, una bella nave da crociera, secondo Isaia 60:9.
Su questa gli immigranti ebrei (Olim) vengono serviti e aiutati.
È commovente osservare come una ragazza russa cristiana racconta storie bibliche dell'Antico Testamento a bambini ebrei, figli di immigranti.
In questo viaggio, il numero degli olim è al minimo, sono soltanto una cinquantina.
Durante altri viaggi erano sovente molte centinaia per volta.
In totale, in 10 anni di attività, Ebenezer ha aiutato oltre 100.000 Ebrei a ritornare in patria!
Molti di questi si pongono domande sul perché dell'aiuto dei cristiani, e cercano la risposta.
Il viaggio trascorre bene.
I punti più critici sono il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli.
Sono due punti strategici, e i gruppi d'intercessione sulla nave e in diverse nazioni pregano più intensamente. L'equipaggio della nave è al corrente del lavoro di Ebenezer, e in caso di bisogno si rivolgono al coordinatore che accompagna gli olim.
Un paio d'anni fa, durante una traversata del Mar Nero c'era una forte tempesta, per cui il capitano aveva deciso di costeggiare la riva dell'Ucraina e della Romania.
Dopo due giorni tutti i passeggeri stavano veramente male.
Il gruppo d'intercessione si è allora messo a pregare più intensamente.
Dopo un po la nave ha cominciato a navigare come se il mare fosse calmo, ma guardando fuori dagli oblò si vedeva la tempesta...
Esperienze come queste si ripetono regolarmente, assieme a miracoli nella vita degli Ebrei che ritornano in patria.
La protezione di Dio.
Arrivato a Haifa trovo un Bed & Breakfast presso una sorella messianica (una ebrea che crede che Gesù è il Messia tanto atteso dal suo popolo).
Lei mi racconta di aver lasciato un buon lavoro perché il Signore l'ha chiamata al Suo servizio.
Ha il ministero di visitare: va a trovare famiglie povere ebree ed arabe, portando conforto e aiuto materiale; visita le vittime di attentati terroristici negli ospedali, portando sostegno e preghiera; distribuisce volantini per offrire il film "Jesus" e lo consegna personalmente a chi ne fa richiesta.
Un gruppo della sua chiesa va regolarmente su un'altura sopra Haifa per cantare, testimoniare e intercedere per la città.
Se qualcuno vuole passare da Haifa, il suo alloggio è conveniente e molto simpatico, si chiama The Quiet Place.
Trascorro poi qualche giorno a Gerusalemme, la città del Re, alloggiando nel convento delle Clarisse.
Non è lontano dalla città vecchia e usufruisco di una camera modesta a un prezzo molto contenuto.
Le suore parlano francese.
Al momento della partenza mi rammentano di pregare per la pace di Gerusalemme (Salmo 122:6).
Quando prendo il bus a Gerusalemme, sono sempre più consapevole di essere vivo.
Ma la mano del Signore è sopra quelli che Lo temono, lo dimostra l'esperienza di una Ebrea messianica di Haifa.
La ragazza aspettava l'autobus per andare al lavoro, quando si fermò un taxi e le chiese di salire.
Lei rispose di no, poiché aveva già il biglietto e non voleva pagare due volte.
Il tassista le disse: "Non devi pagare, sali pure".
Allora la ragazza salì.
Poco dopo arrivò il bus che lei avrebbe dovuto prendere ed esplose, perché un kamikaze vi era appena salito per fare una strage... il Signore ha misericordia dei Suoi.
Un popolo speciale.
Perché Israele è speciale?
Perché Dio ha scelto questa terra per manifestarsi!
Questa è la terra sulla quale ha camminato il Messia; la terra sulla quale Gesù ritornerà per regnare su tutte le nazioni (siamo sempre più vicini al "grande giorno").
È la terra che Dio ha dato ad Abramo e ai suoi discendenti per rivelarsi in modo particolare.
Nel Suo agire nei confronti di Israele possiamo scorgere la natura e il carattere di Dio: un Dio giusto e fedele alle Sue promesse; un Dio potente che chiama alla vita i morti e all''esistenza le cose che non sono.
Ma Dio ama forse gli ebrei più degli italiani o dei palestinesi?
In Deuteronomio 33:3 è scritto: "II Signore ama i popoli!".
Ma è scritto anche: "II Vangelo è potenza di Dio per la Salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco!" (Romani 1:16); e ancora: "Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male, sul Giudeo prima e poi sul Greco!" (Romani 2:9); "Ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene, al Giudeo prima e poi al Greco!" (Romani 2:10).
Nella Sua sovranità, Dio ha scelto di dare la preminenza agli Ebrei, sia nelle benedizioni che nei giudizi.
Se noi gentili accettiamo questa priorità, ci mettiamo sotto la Sua volontà; se la rifiutiamo, ci mettiamo contro.
I Suoi piani per gli ultimi giorni comprendono, oltre all'evangelizzazione mondiale, anche la restaurazione di Israele, poiché Gesù ha detto che non ritornerà prima che sia stato proclamato il Vangelo a tutte le nazioni, e prima che gli Ebrei, rivolti a Lui, dicano: "Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!" (Matteo23:39).
Che cosa possiamo fare?
Nel frattempo, se vogliamo seguire i Suoi piani, possiamo confortare, aiutare, pregare per Israele; rallegrarci con lui e sostenerlo.
Ecco alcuni passi biblici a riguardo: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isaia 40:1);
"Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12:3);
"La Macedonia e I'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme" (Romani 15:26);
"Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli!" (Salmo 122:6);
"Esultate, cieli, e tu, terra,festeggia! Prorompete in grida di gioia, monti, poiché il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi afflitti" (Isaia 49:13).
Oggi, più che mai, Israele ha bisogno dell'aiuto e della preghiera dei cristiani, perché sta per entrare nella fase più critica e drammatica di tutta la sua storia.
Ma, grazie a Dio, Lui rimarrà fedele al Suo popolo e lo sosterrà.
Mettiamoci dunque decisamente dalla Sua parte!
Sandro Ribi
Voglio raccontarvi dell'ultimo mio viaggio in Israele avvenuto lo scorso mese di Giugno.
La storia inizia in primavera, quando vengo informato che l'Associazione Ebenezer ha organizzato uno dei suoi viaggi che portano gli immigranti ebrei in Israele.
Pescatori di Olim.
Analogamente ad altre iniziative simili, come per esempio l'Operazione Jabotinsky, Ebenezer è un fondo d'aiuto per sostenere gli Ebrei dell'ex Unione Sovietica e aiutarli a rientrare nella Terra Promessa, in conformità alle profezie bibliche per gli ultimi giorni: "Così parla il Signore Dio: Ecco, io alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli, ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle" (Isaia 49:22).
Dalla Parola di Dio appare evidente che per gli ultimi giorni il Signore ha deciso che i popoli delle nazioni aiuteranno gli Ebrei a ritornare nella patria da Lui promessa ad Abramo.
Per contribuire a realizzare questa Parola vengono inviati dei team di "pescatori" in tutte le repubbliche ex sovietiche.
I pescatori sono cristiani e provengono dalle più diverse nazioni del mondo; dovunque arrivano, cercano gli Ebrei per condividere con loro l'amore del Padre e la possibilità di rientrare in Israele, e li aiutano nel disbrigo delle pratiche amministrative.
Rotta verso Israele.
Arrivo dunque a Odessa, nel centro dove vengono accolte le famiglie ebree che giungono da tutte le parti in treno o in autobus.
Dopo un paio di giorni ci imbarchiamo sulla Jasmine, una bella nave da crociera, secondo Isaia 60:9.
Su questa gli immigranti ebrei (Olim) vengono serviti e aiutati.
È commovente osservare come una ragazza russa cristiana racconta storie bibliche dell'Antico Testamento a bambini ebrei, figli di immigranti.
In questo viaggio, il numero degli olim è al minimo, sono soltanto una cinquantina.
Durante altri viaggi erano sovente molte centinaia per volta.
In totale, in 10 anni di attività, Ebenezer ha aiutato oltre 100.000 Ebrei a ritornare in patria!
Molti di questi si pongono domande sul perché dell'aiuto dei cristiani, e cercano la risposta.
Il viaggio trascorre bene.
I punti più critici sono il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli.
Sono due punti strategici, e i gruppi d'intercessione sulla nave e in diverse nazioni pregano più intensamente. L'equipaggio della nave è al corrente del lavoro di Ebenezer, e in caso di bisogno si rivolgono al coordinatore che accompagna gli olim.
Un paio d'anni fa, durante una traversata del Mar Nero c'era una forte tempesta, per cui il capitano aveva deciso di costeggiare la riva dell'Ucraina e della Romania.
Dopo due giorni tutti i passeggeri stavano veramente male.
Il gruppo d'intercessione si è allora messo a pregare più intensamente.
Dopo un po la nave ha cominciato a navigare come se il mare fosse calmo, ma guardando fuori dagli oblò si vedeva la tempesta...
Esperienze come queste si ripetono regolarmente, assieme a miracoli nella vita degli Ebrei che ritornano in patria.
La protezione di Dio.
Arrivato a Haifa trovo un Bed & Breakfast presso una sorella messianica (una ebrea che crede che Gesù è il Messia tanto atteso dal suo popolo).
Lei mi racconta di aver lasciato un buon lavoro perché il Signore l'ha chiamata al Suo servizio.
Ha il ministero di visitare: va a trovare famiglie povere ebree ed arabe, portando conforto e aiuto materiale; visita le vittime di attentati terroristici negli ospedali, portando sostegno e preghiera; distribuisce volantini per offrire il film "Jesus" e lo consegna personalmente a chi ne fa richiesta.
Un gruppo della sua chiesa va regolarmente su un'altura sopra Haifa per cantare, testimoniare e intercedere per la città.
Se qualcuno vuole passare da Haifa, il suo alloggio è conveniente e molto simpatico, si chiama The Quiet Place.
Trascorro poi qualche giorno a Gerusalemme, la città del Re, alloggiando nel convento delle Clarisse.
Non è lontano dalla città vecchia e usufruisco di una camera modesta a un prezzo molto contenuto.
Le suore parlano francese.
Al momento della partenza mi rammentano di pregare per la pace di Gerusalemme (Salmo 122:6).
Quando prendo il bus a Gerusalemme, sono sempre più consapevole di essere vivo.
Ma la mano del Signore è sopra quelli che Lo temono, lo dimostra l'esperienza di una Ebrea messianica di Haifa.
La ragazza aspettava l'autobus per andare al lavoro, quando si fermò un taxi e le chiese di salire.
Lei rispose di no, poiché aveva già il biglietto e non voleva pagare due volte.
Il tassista le disse: "Non devi pagare, sali pure".
Allora la ragazza salì.
Poco dopo arrivò il bus che lei avrebbe dovuto prendere ed esplose, perché un kamikaze vi era appena salito per fare una strage... il Signore ha misericordia dei Suoi.
Un popolo speciale.
Perché Israele è speciale?
Perché Dio ha scelto questa terra per manifestarsi!
Questa è la terra sulla quale ha camminato il Messia; la terra sulla quale Gesù ritornerà per regnare su tutte le nazioni (siamo sempre più vicini al "grande giorno").
È la terra che Dio ha dato ad Abramo e ai suoi discendenti per rivelarsi in modo particolare.
Nel Suo agire nei confronti di Israele possiamo scorgere la natura e il carattere di Dio: un Dio giusto e fedele alle Sue promesse; un Dio potente che chiama alla vita i morti e all''esistenza le cose che non sono.
Ma Dio ama forse gli ebrei più degli italiani o dei palestinesi?
In Deuteronomio 33:3 è scritto: "II Signore ama i popoli!".
Ma è scritto anche: "II Vangelo è potenza di Dio per la Salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco!" (Romani 1:16); e ancora: "Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male, sul Giudeo prima e poi sul Greco!" (Romani 2:9); "Ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene, al Giudeo prima e poi al Greco!" (Romani 2:10).
Nella Sua sovranità, Dio ha scelto di dare la preminenza agli Ebrei, sia nelle benedizioni che nei giudizi.
Se noi gentili accettiamo questa priorità, ci mettiamo sotto la Sua volontà; se la rifiutiamo, ci mettiamo contro.
I Suoi piani per gli ultimi giorni comprendono, oltre all'evangelizzazione mondiale, anche la restaurazione di Israele, poiché Gesù ha detto che non ritornerà prima che sia stato proclamato il Vangelo a tutte le nazioni, e prima che gli Ebrei, rivolti a Lui, dicano: "Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!" (Matteo23:39).
Che cosa possiamo fare?
Nel frattempo, se vogliamo seguire i Suoi piani, possiamo confortare, aiutare, pregare per Israele; rallegrarci con lui e sostenerlo.
Ecco alcuni passi biblici a riguardo: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isaia 40:1);
"Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12:3);
"La Macedonia e I'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme" (Romani 15:26);
"Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli!" (Salmo 122:6);
"Esultate, cieli, e tu, terra,festeggia! Prorompete in grida di gioia, monti, poiché il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi afflitti" (Isaia 49:13).
Oggi, più che mai, Israele ha bisogno dell'aiuto e della preghiera dei cristiani, perché sta per entrare nella fase più critica e drammatica di tutta la sua storia.
Ma, grazie a Dio, Lui rimarrà fedele al Suo popolo e lo sosterrà.
Mettiamoci dunque decisamente dalla Sua parte!
Sandro Ribi
Un chiarimento del Dr.Saleem Almahdy, cristiano egiziano, studioso dell'Islam.
Gesù dice che dobbiamo amare i nostri nemici, mentre Maometto dice di lottare, con ogni mezzo, contro coloro che non vogliono sottomettersi all'Islam.
Comprendere perché i musulmani terrorizzano e perseguitano i cristiani è molto importante per essere solidali coi nostri fratelli e sorelle in Cristo che sono perseguitati nei paesi musulmani.
Se vogliamo comprendere l'ideologia musulmana del terrorismo e della persecuzione dobbiamo, per prima cosa, studiare la parola "jihad".
La persecuzione dei cristiani nelle nazioni musulmane è collegata con questa parola.
Secondo i commentatori musulmani la parola JIHAD in arabo significa adoperarsi con tutte le proprie forze per fare qualcosa, sforzarsi, per la causa di Allah; come usare la propria energia per ottenere qualcosa di buono o per liberarsi di qualcosa di cattivo.
La definizione islamica legale invece è: "lottare contro il nemico".
Secondo i famosi commentatori islamici Al Hafiz, Ibn Hagar, Al Nawawi e Ibn Tamimah, sono tre le aree in cui i musulmani devono esercitare la jihad:
1) Contro i nemici, i quali includono i non musulmani (per costringerli ad accettare l'Islam), gli infedeli (coloro che non credono il Allah e nel suo profeta Maometto) e gli apostati (coloro che in qualsivoglia circostanza hanno abbracciato l'Islam e vogliono in seguito ripudiarlo) ;
2) Contro Satana;
3) Contro se stessi per combattere peccati e trasgressioni.
Secondo il commentatore musulmano Ibn Rushed, l'espressione araba "la jihad per la causa di Allah", significa combattere con la spada contro gli infedeli finché abbracciano l'Islam o pagano la jizya (tassa obligatoria) e vengono sottomessi.
Nel suo libro "Fikh Al Sirah", Ibn Tamimah ha riassunto la definizione legale di jihad e le aree in cui va praticata affermando: "E' la lotta contro gli infedeli o la loro uccisione al fine di rendere suprema la parola di Allah, stabilire e costruire la società islamica".
Secondo quando affermato da Maometto negli Hadit (i suoi detti), ci sono tre modi di praticare la jihad nell'Isalm: "Chiunque vede una cosa iniqua la corregga con le proprie mani se non può farlo con la propria lingua, se non può farlo col proprio cuore; ma questa è la forma più debole di fede".
Il primo modo di correggere la "cosa iniqua", in particolar modo l'infedeltà della "gente del libro" (cristiani ed ebrei), è mediante le proprie mani, cioè combattendo ed uccidendo.
Coloro che uccisero gli americani l'11 settembre recitavano questo hadit, come abbiamo saputo dai giornali.
Ma se i musulmani vedono l'azione iniqua e non hanno la possibilità di correggerla con le proprie mani combattendo ed uccidendo, devono correggerla con la propria lingua.
Ciò significa che useranno i loro scritti e i loro discorsi per accusare, insultare e combattere il mondo libero.
E se non possono usare nemmeno la propria lingua, possono usare il proprio cuore (respingendo la cosa iniqua nel proprio cuore).
Ma secondo la Sura 4:95, Allah stima coloro che combattono a un livello superiore rispetto a coloro che usano la lingua o il cuore.
L'ultimo desiderio di Maometto, il suo ultimo comandamento rivolto ai suoi seguaci, prima della morte, era di espellere i cristiani e gli ebrei dalla penisole arabica, come sostenuto da Al Bukhari e da Melek, i più famosi commentatori islamici.
Maometto, nel Corano, cita ancora:
1) Liberarsi di governi e regnanti secolari che non accettano e non applicano la sharia, la legge islamica (Sura 4:75);
2) Smascherare gli ipocriti, cioè coloro che si convertono all'Islam per paura dei musulmani e che perciò non possono essere considerati veri musulmani (Sura 9:73);
3) Purificare chi professa con onestà la fede islamica e privare delle benedizioni coloro che sui oppongono alla fede, cioè i non musulmani (Sura 3:141);
4) Infondere il terrore nel cuore dei nemici di Allah e dei musulmani (Sura 8:18);
5) Punire i non musulmani per mano dei musulmani secondo il comandamento di Allah: "Combatteteli e Allah li punirà per mano vostra, li farà cadere in disgrazia, vi aiuterà a trionfare su di essi e sanerà il cuore dei credenti" (Sura 9:14).
Tutti i commentatori sono concordi nell'asserire che Maometto incoraggiava i suoi seguaci ad esercitare la jihad per prendere possesso del denaro, della terra e delle donne degli altri popoli.
I musulmani ritengono di fare un favore a Allah quando perseguitano i cristiani, li costringono a cambiare religione o uccidono coloro che si convertono dall'Islam al Cristianesimo, perché pensano di ubbidire alle parole di Allah contenute nel Corano.
Gesù dice che dobbiamo amare i nostri nemici, mentre Maometto dice di lottare, con ogni mezzo, contro coloro che non vogliono sottomettersi all'Islam.
Comprendere perché i musulmani terrorizzano e perseguitano i cristiani è molto importante per essere solidali coi nostri fratelli e sorelle in Cristo che sono perseguitati nei paesi musulmani.
Se vogliamo comprendere l'ideologia musulmana del terrorismo e della persecuzione dobbiamo, per prima cosa, studiare la parola "jihad".
La persecuzione dei cristiani nelle nazioni musulmane è collegata con questa parola.
Secondo i commentatori musulmani la parola JIHAD in arabo significa adoperarsi con tutte le proprie forze per fare qualcosa, sforzarsi, per la causa di Allah; come usare la propria energia per ottenere qualcosa di buono o per liberarsi di qualcosa di cattivo.
La definizione islamica legale invece è: "lottare contro il nemico".
Secondo i famosi commentatori islamici Al Hafiz, Ibn Hagar, Al Nawawi e Ibn Tamimah, sono tre le aree in cui i musulmani devono esercitare la jihad:
1) Contro i nemici, i quali includono i non musulmani (per costringerli ad accettare l'Islam), gli infedeli (coloro che non credono il Allah e nel suo profeta Maometto) e gli apostati (coloro che in qualsivoglia circostanza hanno abbracciato l'Islam e vogliono in seguito ripudiarlo) ;
2) Contro Satana;
3) Contro se stessi per combattere peccati e trasgressioni.
Secondo il commentatore musulmano Ibn Rushed, l'espressione araba "la jihad per la causa di Allah", significa combattere con la spada contro gli infedeli finché abbracciano l'Islam o pagano la jizya (tassa obligatoria) e vengono sottomessi.
Nel suo libro "Fikh Al Sirah", Ibn Tamimah ha riassunto la definizione legale di jihad e le aree in cui va praticata affermando: "E' la lotta contro gli infedeli o la loro uccisione al fine di rendere suprema la parola di Allah, stabilire e costruire la società islamica".
Secondo quando affermato da Maometto negli Hadit (i suoi detti), ci sono tre modi di praticare la jihad nell'Isalm: "Chiunque vede una cosa iniqua la corregga con le proprie mani se non può farlo con la propria lingua, se non può farlo col proprio cuore; ma questa è la forma più debole di fede".
Il primo modo di correggere la "cosa iniqua", in particolar modo l'infedeltà della "gente del libro" (cristiani ed ebrei), è mediante le proprie mani, cioè combattendo ed uccidendo.
Coloro che uccisero gli americani l'11 settembre recitavano questo hadit, come abbiamo saputo dai giornali.
Ma se i musulmani vedono l'azione iniqua e non hanno la possibilità di correggerla con le proprie mani combattendo ed uccidendo, devono correggerla con la propria lingua.
Ciò significa che useranno i loro scritti e i loro discorsi per accusare, insultare e combattere il mondo libero.
E se non possono usare nemmeno la propria lingua, possono usare il proprio cuore (respingendo la cosa iniqua nel proprio cuore).
Ma secondo la Sura 4:95, Allah stima coloro che combattono a un livello superiore rispetto a coloro che usano la lingua o il cuore.
L'ultimo desiderio di Maometto, il suo ultimo comandamento rivolto ai suoi seguaci, prima della morte, era di espellere i cristiani e gli ebrei dalla penisole arabica, come sostenuto da Al Bukhari e da Melek, i più famosi commentatori islamici.
Maometto, nel Corano, cita ancora:
1) Liberarsi di governi e regnanti secolari che non accettano e non applicano la sharia, la legge islamica (Sura 4:75);
2) Smascherare gli ipocriti, cioè coloro che si convertono all'Islam per paura dei musulmani e che perciò non possono essere considerati veri musulmani (Sura 9:73);
3) Purificare chi professa con onestà la fede islamica e privare delle benedizioni coloro che sui oppongono alla fede, cioè i non musulmani (Sura 3:141);
4) Infondere il terrore nel cuore dei nemici di Allah e dei musulmani (Sura 8:18);
5) Punire i non musulmani per mano dei musulmani secondo il comandamento di Allah: "Combatteteli e Allah li punirà per mano vostra, li farà cadere in disgrazia, vi aiuterà a trionfare su di essi e sanerà il cuore dei credenti" (Sura 9:14).
Tutti i commentatori sono concordi nell'asserire che Maometto incoraggiava i suoi seguaci ad esercitare la jihad per prendere possesso del denaro, della terra e delle donne degli altri popoli.
I musulmani ritengono di fare un favore a Allah quando perseguitano i cristiani, li costringono a cambiare religione o uccidono coloro che si convertono dall'Islam al Cristianesimo, perché pensano di ubbidire alle parole di Allah contenute nel Corano.
La nascita di Gesù fu l'avvenimento più straordinario di tutti i tempi.
Non furono imperatori come Cesare, Alessandro Magno, Napoleone a dividere la storia, ma Gesù, che nacque in una stalla e morì in croce come uno dei peggiori criminali.
Se non è Lui il Salvatore del mondo, allora la storia umana sta vivendo un grande bluff che porterà al niente.
Ma cosa si aspettavano gli ebrei dall'avvento del Messia?
Niente di più di cose terrene: che li liberasse dall'oppressore romano, dal pagamento delle tasse e gli desse prosperità in tutto, principalmente in salute e nell'economia; proprio come oggi: l'uomo non cambia mai.
Cosa voleva uno dei ladroni in croce?
Scendere giù per continuare i propri affari.
Cosa desiderava Pilato?
Nient'altro che essere liberato dai problemi e tranquillizzare la propria coscienza.
Giuda voleva le tasche piene a discapito dei poveri e dell'Innocente.
I soldati romani volevano qualche straccio in più.
I re, Erode e Cesare, volevano eliminare un pericoloso concorrente, a costo di vite umane, fra i quali molti bambini.
I religiosi volevano liberarsi del grave fastidio che minava le loro poltrone.
E la gente del III° millennio cosa vuole dal 25 dicembre?
La Bibbia non dice nulla di questa data, e sarebbe ovvio pensare più ad un periodo primaverile, visto che i pastori si trovavano con i propri greggi in aperta campagna.
Tu cosa ti aspetti da Gesù?
Qualche dono in più, come fosse Babbo Natale o la Befana!?
Salute, soldi, buoni affari ed infinite abbuffate?
Quando a volte ci troviamo a distribuire il meraviglioso messaggio del Vangelo, con le sue celestiali promesse di Salvezza, gioia e vita eterna, molti "buoni cristiani" ci domandano: "Sono soldi?".
"Molto, molto di più!", rispondiamo.
Gli angeli, i pastori e i discepoli scelsero di annunziare il Salvatore.
L'altro ladrone in croce rinunziò alle miserie terrene, per le ricchezze del Cielo e fece una piccola preghiera di 4 secondi... che potresti anche fare tua: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!" (Luca 23:42).
Il Centurione romano, un pagano, a differenza dei sacerdoti di allora, capì che Gesù era il Figlio di Dio.
I magi non vennero per prendere, ma a portare il loro ringraziamento; anch'essi capirono che davanti a loro non c'era un povero bambino indifeso, ma il Re dei re, che si fece agnello, cioè vittima, per togliere i peccati del mondo.
Sta scritto: "... prostratisi, lo adorarono" (Matteo 2:11).
Non si prostrarono in adorazione davanti a Giuseppe, o all'umile Maria (che non ha nulla a che vedere alle sfarzose e ricche madonne di Fatima, Lourdes, Siracusa, etc., che vengono adorate oggi più di Gesù).
Poi vi era il popolo che, malvagiamente incitato, al Figlio di Dio scelse Barabba, un omicida, un figlio d'uomo; al Re dei re scelse un re umano: Cesare.
Alla nascita del Salvatore furono turbati, mentre alla fine dei Suoi giorni gridarono: "Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!" (Giovanni 19:15).
Noi abbiamo scelto Gesù come nostro unico Signore e Salvatore, per aspettare dal Cielo il Suo imminente ritorno, e iniziare con Lui la grande ed eterna festa in cielo.
Tu cosa ti aspetti dal Messia? Cosa sceglierai?
Una Riflessione di Nicola Scorsone.
Non furono imperatori come Cesare, Alessandro Magno, Napoleone a dividere la storia, ma Gesù, che nacque in una stalla e morì in croce come uno dei peggiori criminali.
Se non è Lui il Salvatore del mondo, allora la storia umana sta vivendo un grande bluff che porterà al niente.
Ma cosa si aspettavano gli ebrei dall'avvento del Messia?
Niente di più di cose terrene: che li liberasse dall'oppressore romano, dal pagamento delle tasse e gli desse prosperità in tutto, principalmente in salute e nell'economia; proprio come oggi: l'uomo non cambia mai.
Cosa voleva uno dei ladroni in croce?
Scendere giù per continuare i propri affari.
Cosa desiderava Pilato?
Nient'altro che essere liberato dai problemi e tranquillizzare la propria coscienza.
Giuda voleva le tasche piene a discapito dei poveri e dell'Innocente.
I soldati romani volevano qualche straccio in più.
I re, Erode e Cesare, volevano eliminare un pericoloso concorrente, a costo di vite umane, fra i quali molti bambini.
I religiosi volevano liberarsi del grave fastidio che minava le loro poltrone.
E la gente del III° millennio cosa vuole dal 25 dicembre?
La Bibbia non dice nulla di questa data, e sarebbe ovvio pensare più ad un periodo primaverile, visto che i pastori si trovavano con i propri greggi in aperta campagna.
Tu cosa ti aspetti da Gesù?
Qualche dono in più, come fosse Babbo Natale o la Befana!?
Salute, soldi, buoni affari ed infinite abbuffate?
Quando a volte ci troviamo a distribuire il meraviglioso messaggio del Vangelo, con le sue celestiali promesse di Salvezza, gioia e vita eterna, molti "buoni cristiani" ci domandano: "Sono soldi?".
"Molto, molto di più!", rispondiamo.
Gli angeli, i pastori e i discepoli scelsero di annunziare il Salvatore.
L'altro ladrone in croce rinunziò alle miserie terrene, per le ricchezze del Cielo e fece una piccola preghiera di 4 secondi... che potresti anche fare tua: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!" (Luca 23:42).
Il Centurione romano, un pagano, a differenza dei sacerdoti di allora, capì che Gesù era il Figlio di Dio.
I magi non vennero per prendere, ma a portare il loro ringraziamento; anch'essi capirono che davanti a loro non c'era un povero bambino indifeso, ma il Re dei re, che si fece agnello, cioè vittima, per togliere i peccati del mondo.
Sta scritto: "... prostratisi, lo adorarono" (Matteo 2:11).
Non si prostrarono in adorazione davanti a Giuseppe, o all'umile Maria (che non ha nulla a che vedere alle sfarzose e ricche madonne di Fatima, Lourdes, Siracusa, etc., che vengono adorate oggi più di Gesù).
Poi vi era il popolo che, malvagiamente incitato, al Figlio di Dio scelse Barabba, un omicida, un figlio d'uomo; al Re dei re scelse un re umano: Cesare.
Alla nascita del Salvatore furono turbati, mentre alla fine dei Suoi giorni gridarono: "Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!" (Giovanni 19:15).
Noi abbiamo scelto Gesù come nostro unico Signore e Salvatore, per aspettare dal Cielo il Suo imminente ritorno, e iniziare con Lui la grande ed eterna festa in cielo.
Tu cosa ti aspetti dal Messia? Cosa sceglierai?
Una Riflessione di Nicola Scorsone.
Il terzo "finché", ...affinché si adempia la volontà di Dio.
"Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: Il liberatore verrà da Sion, egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati" (Romani 11:25-27).
I cristiani si chiedono di frequente se sia necessario proclamare il Vangelo a Israele;
dovrebbero essere mandati missionari dagli Ebrei?
Trascuriamo la cosa più importante se non cerchiamo di portare gli Ebrei alla fede in Gesù Cristo?
In tutti i secoli ci sono stati Ebrei che hanno creduto in Gesù, ma la maggior parte degli Ebrei non ha creduto in lui.
Gesù viene considerato un importante rabbino ebreo, ma non il Figlio di Dio che mori per i peccati del mondo e quindi anche per i peccati di Israele.
Però, nel giorno di Pentecoste, circa 3.000 Ebrei credettero e furono battezzati (Atti 2:41).
La nascita della chiesa cristiana fu un affare esclusivamente ebraico: quei nuovi credenti erano Ebrei e Gentili che si erano convertiti al giudaismo (Atti 2:10).
I discepoli, i seguaci di Gesù, i suoi amici, che dopo l'effusione dello Spirito Santo diventarono gli inviati (gli apostoli), erano tutti Ebrei.
Solo in Atti 10 sentiamo parlare dello Spirito Santo effuso su non-ebrei, i Gentili.
Quando il centurione romano Cornelio e tutti coloro che udirono la proclamazione del Vangelo da parte di Pietro fecero l'esperienza dell'effusione dello Spirito Santo; la stessa che ebbero i giudei e i proseliti (gentili convertiti al giudaismo) la ebbero a Pentecoste.
Pietro e gli altri credenti circoncisi, ebrei che credevano in Gesù, furono oltremodo meravigliati (Atti 10:44-48).
Un evento sconvolgente.
Questa inaspettata conversione dei Gentili fece nascere furiosi dibattiti fra i cristiani ebrei e i non-ebrei, cioè i Gentili, che ora credevano in Gesù: dovevano osservare la Legge di Mosè e i 631 comandamenti rabbinici?
Dovevano mangiare "kosher", cioè seguire tutte le indicazioni dell'Antico Testamento?
Erano diventati ebrei mediante la loro fede in Gesù?
I loro uomini dovevano essere circoncisi?
Questi gentili convertiti dovevano diventare ebrei osservanti in tutto e per tutto?
Erano forse una specie di proseliti?
Poiché i cristiani ebrei continuavano a osservare la Legge di Mosè, alcuni chiedevano che i cristiani gentili facessero la stessa cosa.
Che shock deve essere stato per quei nuovi convertiti sentirsi dire: "Se non siete circoncisi, non potete essere salvati (Atti 15:1); la vostra salvezza è in forse se non seguite la Torah di Mosè!".
Il Signore dovette operare a lungo per convincere Pietro, un ebreo osservante e, nello stesso tempo, un cristiano ebreo, a entrare nella casa di Cornelio, il gentile romano; entrare in casa sua significava contaminazione.
Il Signore dovette parlare a Pietro tre volte, mentre era rapito in estasi dicendogli: "Non chiamare impuro quello che Dio ha purificato".
Nella visione, Pietro vide il cielo aperto e una specie di grande tovaglia che veniva abbassata per gli angoli.
Il lenzuolo conteneva ogni specie di animali, alcuni puri e altri considerati impuri dalla Legge ebraica e Pietro udì una voce che diceva: "Alzati Pietro, uccidi e mangia!".
Pietro rispose: "Certamente no, Signore!".
La visione si ripete, perché Pietro doveva imparare che non si trattava di cibo "kosher", ma di persone "kosher" (Atti 10:9-23).
Quando scese dalla terrazza della casa, dove aveva avuto la visione, incontrò i messaggeri inviati da Cornelio.
Essi gli dissero che un angelo aveva dato istruzioni a Cornelio di mandare a chiamare Pietro e di ascoltare il suo messaggio, e chiesero a Pietro di accompagnarli alla casa di Cornelio.
Pietro allora capì che era intenzione di Dio che li accompagnasse e così, per la prima volta, il Vangelo fu proclamato ai gentili, da un ebreo.
Il Vangelo viene dagli Ebrei.
Questa modalità, cioè Ebrei che predicavano il Vangelo ai Gentili, doveva continuare.
Ci si poteva aspettare che il Signore scegliesse Cornelio per proclamare il suo messaggio; dopo tutto, come romano, Cornelio conosceva bene il modo di pensare dei greci e dei romani, era diventato un credente nel Signore Gesù Cristo ed era ripieno di Spirito Santo, come i credenti Ebrei lo furono a Pentecoste.
Ogni direttore di un centro missionario moderno avrebbe certamente deciso che un uomo come Cornelio fosse la persona più adatta da scegliere come primo apostolo per i gentili, invece il Signore scelse un rabbino ebreo, Saulo di Tarso, e si rivelò a lui per usarlo come apostolo per i gentili.
Dio opera in questo modo: la Salvezza arriva a tutto il mondo tramite Israele.
La Salvezza viene dagli Ebrei (Giovanni 4:22).
Dio non scelse il popolo di Israele solo per amore, o perché fossero più grandi, più potenti, più forti o più intelligenti delle altre nazioni (anche se è straordinario, per esempio, che un gruppo così piccolo abbia avuto tanti vincitori del premio Nobel).
In Deuteronomio 7:7-8 è scritto: "Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il Signore vi ama.
Il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri".
Anche dopo che Gesù fu rifiutato dalla maggior parte degli Ebrei, Paolo ha affermato: "Per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri, perché i carismi e la vocazione di Dio sono irrevocabili" (Romani 11:28-29).
"Amati da Dio". Così Dio vede Israele, nonostante tutto, e il cosiddetto "Israele non-credente" è anch'esso amato da Dio!
Una Meditazione di Willem Glashouwer.
"Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: Il liberatore verrà da Sion, egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati" (Romani 11:25-27).
I cristiani si chiedono di frequente se sia necessario proclamare il Vangelo a Israele;
dovrebbero essere mandati missionari dagli Ebrei?
Trascuriamo la cosa più importante se non cerchiamo di portare gli Ebrei alla fede in Gesù Cristo?
In tutti i secoli ci sono stati Ebrei che hanno creduto in Gesù, ma la maggior parte degli Ebrei non ha creduto in lui.
Gesù viene considerato un importante rabbino ebreo, ma non il Figlio di Dio che mori per i peccati del mondo e quindi anche per i peccati di Israele.
Però, nel giorno di Pentecoste, circa 3.000 Ebrei credettero e furono battezzati (Atti 2:41).
La nascita della chiesa cristiana fu un affare esclusivamente ebraico: quei nuovi credenti erano Ebrei e Gentili che si erano convertiti al giudaismo (Atti 2:10).
I discepoli, i seguaci di Gesù, i suoi amici, che dopo l'effusione dello Spirito Santo diventarono gli inviati (gli apostoli), erano tutti Ebrei.
Solo in Atti 10 sentiamo parlare dello Spirito Santo effuso su non-ebrei, i Gentili.
Quando il centurione romano Cornelio e tutti coloro che udirono la proclamazione del Vangelo da parte di Pietro fecero l'esperienza dell'effusione dello Spirito Santo; la stessa che ebbero i giudei e i proseliti (gentili convertiti al giudaismo) la ebbero a Pentecoste.
Pietro e gli altri credenti circoncisi, ebrei che credevano in Gesù, furono oltremodo meravigliati (Atti 10:44-48).
Un evento sconvolgente.
Questa inaspettata conversione dei Gentili fece nascere furiosi dibattiti fra i cristiani ebrei e i non-ebrei, cioè i Gentili, che ora credevano in Gesù: dovevano osservare la Legge di Mosè e i 631 comandamenti rabbinici?
Dovevano mangiare "kosher", cioè seguire tutte le indicazioni dell'Antico Testamento?
Erano diventati ebrei mediante la loro fede in Gesù?
I loro uomini dovevano essere circoncisi?
Questi gentili convertiti dovevano diventare ebrei osservanti in tutto e per tutto?
Erano forse una specie di proseliti?
Poiché i cristiani ebrei continuavano a osservare la Legge di Mosè, alcuni chiedevano che i cristiani gentili facessero la stessa cosa.
Che shock deve essere stato per quei nuovi convertiti sentirsi dire: "Se non siete circoncisi, non potete essere salvati (Atti 15:1); la vostra salvezza è in forse se non seguite la Torah di Mosè!".
Il Signore dovette operare a lungo per convincere Pietro, un ebreo osservante e, nello stesso tempo, un cristiano ebreo, a entrare nella casa di Cornelio, il gentile romano; entrare in casa sua significava contaminazione.
Il Signore dovette parlare a Pietro tre volte, mentre era rapito in estasi dicendogli: "Non chiamare impuro quello che Dio ha purificato".
Nella visione, Pietro vide il cielo aperto e una specie di grande tovaglia che veniva abbassata per gli angoli.
Il lenzuolo conteneva ogni specie di animali, alcuni puri e altri considerati impuri dalla Legge ebraica e Pietro udì una voce che diceva: "Alzati Pietro, uccidi e mangia!".
Pietro rispose: "Certamente no, Signore!".
La visione si ripete, perché Pietro doveva imparare che non si trattava di cibo "kosher", ma di persone "kosher" (Atti 10:9-23).
Quando scese dalla terrazza della casa, dove aveva avuto la visione, incontrò i messaggeri inviati da Cornelio.
Essi gli dissero che un angelo aveva dato istruzioni a Cornelio di mandare a chiamare Pietro e di ascoltare il suo messaggio, e chiesero a Pietro di accompagnarli alla casa di Cornelio.
Pietro allora capì che era intenzione di Dio che li accompagnasse e così, per la prima volta, il Vangelo fu proclamato ai gentili, da un ebreo.
Il Vangelo viene dagli Ebrei.
Questa modalità, cioè Ebrei che predicavano il Vangelo ai Gentili, doveva continuare.
Ci si poteva aspettare che il Signore scegliesse Cornelio per proclamare il suo messaggio; dopo tutto, come romano, Cornelio conosceva bene il modo di pensare dei greci e dei romani, era diventato un credente nel Signore Gesù Cristo ed era ripieno di Spirito Santo, come i credenti Ebrei lo furono a Pentecoste.
Ogni direttore di un centro missionario moderno avrebbe certamente deciso che un uomo come Cornelio fosse la persona più adatta da scegliere come primo apostolo per i gentili, invece il Signore scelse un rabbino ebreo, Saulo di Tarso, e si rivelò a lui per usarlo come apostolo per i gentili.
Dio opera in questo modo: la Salvezza arriva a tutto il mondo tramite Israele.
La Salvezza viene dagli Ebrei (Giovanni 4:22).
Dio non scelse il popolo di Israele solo per amore, o perché fossero più grandi, più potenti, più forti o più intelligenti delle altre nazioni (anche se è straordinario, per esempio, che un gruppo così piccolo abbia avuto tanti vincitori del premio Nobel).
In Deuteronomio 7:7-8 è scritto: "Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il Signore vi ama.
Il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri".
Anche dopo che Gesù fu rifiutato dalla maggior parte degli Ebrei, Paolo ha affermato: "Per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri, perché i carismi e la vocazione di Dio sono irrevocabili" (Romani 11:28-29).
"Amati da Dio". Così Dio vede Israele, nonostante tutto, e il cosiddetto "Israele non-credente" è anch'esso amato da Dio!
Una Meditazione di Willem Glashouwer.
Perché amare Israele?
AI di sopra di ogni idea politica, culturale c'è la Parola di Dio che vuole indicare ai Cristiani come atteggiarsi verso il suo popolo.
Tanti sono i fuochi accesi nel mondo cristiano che hanno compreso come ciò che Dio ama deve inevitabilmente essere amato dai suoi figli con quel tipo di amore "agape" che vuole il bene dell'altro.
È la comprensione del ruolo degli Ebrei nella Scrittura che fa nascere in noi questo tipo di amore, ci permette di conoscere in profondità, come innestati in Cristo, possiamo godere di tutte le benedizioni, prima riservate a loro, e fa si che ci rendiamo conto del debito di riconoscenza che abbiamo verso questo popolo.
Noi cristiani amiamo Ebrei morti: profeti, apostoli, discepoli, di cui leggiamo nella Bibbia.
Amiamo Ebrei non ancora nati perché crediamo nelle promesse per il futuro e sappiamo che Gerusalemme sarà al centro del piano di Dio.
Ma chi amerà gli Ebrei oggi?
La risposta non può che essere: tutti coloro che hanno accettato Gesù nel cuore e amano ciò che Gesù ama!
Decidiamo di amare ciò che Dio ama e il popolo che Dio si è scelto.
La Parola è eterna e nulla può essere cambiato! Neppure uno jota!
"Infatti, tu sei un popolo consacrato al Signore, il tuo Dio.
Il Signore, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.
Il Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il Signore vi ama.
Il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri" (Deuteronomio 7:6-8).
Perché desideriamo ricevere benedizioni?
Genesi 12:1-3: "II Signore disse ad Abramo: Và via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e và nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione; benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra".
Qual'è Israele?
Israele ha i confini che Dio ha dato e che nessuno potrà mai cambiare; ne situazioni politiche né volontà umana; tutto tornerà come Dio ha stabilito che sia!
"II Signore disse ancora a Mosè: Dà quest'ordine ai figli d'Israele e dì loro: Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi toccherà come eredità: il paese di Canaan, di cui ecco i confini... (Numeri 34:1).
Perché questo popolo?
Perché questo popolo doveva essere canale per la benedizione e salvezza dell'umanità.
Doveva essere amico di Dio:
un popolo pronto a ricevere la rivelazione di Dio;
un popolo che brillasse fra le nazioni pagane;
un popolo, attraverso il quale Dio potesse dimostrare la Sua santità e la Sua potenza;
un popolo che potesse dimostrare che il Dio potente era solo Lui.
Dio disse perciò ad Abramo quando lo fece uscire da Ur dei Caldei: "Io farò di te una grande nazione, ti benedirò" (Genesi 12:2).
Perché gli Ebrei hanno diritti sulla terra di Israele?
Ezechiele 47:21-22: "Dividerete così questo paese fra voi, secondo le tribù di Israele.
Ne spartirete a sorte dei lotti d'eredità fra di voi e gli stranieri che soggiorneranno in mezzo a voi, i quali avranno generato dei figli fra di voi... ".
Gli stranieri possono possedere terra o case o altro in Israele, ma il paese è e rimane a loro, secondo la promessa di Dio.
Le promesse furono rinnovate a Isacco: "Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò.
Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abramo tuo padre" (Genesi 26:2-3).
Le promesse non furono perciò per Ismaele (Genesi 17:19-21): "Dio rispose: No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai nome Isacco.
Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui.
Quanto a Ismaele, ti ho esaudito: ecco, io l'ho benedetto e farò in modo che si moltiplichi.
..Ma stabilirò il mio patto con Isacco".
Usandosi di Agar per avere una prole, Abramo ha voluto mettere in moto le sue forze senza attendere la potenza di Dio.
Perciò Ismaele è il figlio della schiava.
Poi, a 99 anni Abramo credette nelle promesse di Dio.
Sara rimase incinta e nacque Isacco, il figlio della promessa.
Poi le promesse furono rinnovate a Giacobbe: "Dio gli disse: Il tuo nome è Giacobbe; tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele.
E lo chiamò Israele.
Dio gli disse: lo sono il Dio onnipotente; sii fecondo e moltiplicati; una nazione, anzi una moltitudine di nazioni discenderà da te, dei re usciranno dai tuoi lombi; darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese che diedi ad Abramo e ad Isacco" (Genesi 35:10-12).
Dio cambiò il nome a Giacobbe in Israele, e da lui nacquero le 12 tribù.
Israele è la nazione di Dio!
Quando Dio contava le nazioni, non contava mai Israele perché era sua: "Io lo guardo dalla sommità delle rupi e lo contemplo dall'alto dei colli; ecco, è un popolo che dimora solo e non è contato nel numero delle nazioni" (Numeri 23:9).
Il Popolo di Dio ritornerà in Israele!
Tramite il profeta Geremia, Dio disse chiaramente che gli Ebrei sarebbero ritornati: "Così parla il Signore: metterò il mio occhio su di loro per il bene; li ricondurrò in questo paese; li stabilirò fermamente, e non li distruggerò; li pianterò, e non li sradicherò.
Darò loro un cuore per conoscere me che sono il Signore; saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il loro cuore" (Geremia 24:6-7).
Ezechiele 36:24: "Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese".
Nuovamente, Geremia 23:7 cambia addirittura la preghiera e il ringraziamento che di solito si faceva per l'uscita dall'Egitto: "Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, in cui non si dirà più: Per la vita del Signore che condusse i figli d'Israele fuori dal paese d'Egitto; ma: Per la vita del Signore che ha portato fuori e ha ricondotto la discendenza della casa d'Israele dal paese del settentrione, e da tutti i paesi nei quali io li avevo cacciati".
Israele non cesserà mai di essere!
Geremia 31:35: "Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle, perché siano luce alla notte, che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde, colui che ha nome: il Signore degli Eserciti.
Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me, dice il Signore, allora anche la discendenza di Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza".
Coloro che hanno combattuto, dileggiato, tiranneggiato e perseguitato il popolo di Dio hanno sempre dovuto fare i conti con Dio.
Il primo fu Aman I'agatita che aveva un odio furioso verso il popolo di Dio: "Aman disse al re Assuero: C'è un popolo separato e disperso fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo, e che non osserva le leggi del re; non è quindi interesse del re tollerarlo. Se il re è d'accordo, si faccia un decreto per distruggerlo e io metterò diecimila talenti d'argento nelle mani dei funzionari del re, perché siano portati nel tesoro reale" (Ester 3:8-9).
Ma sappiamo la fine fece Aman (Ester 7:10).
"Sono diversi; sono sleali; sono una minaccia; sono inaffidabili".
Queste sono alcune delle accuse fatte nei secoli e, molte volte, ancora oggi, al popolo di Dio.
Ma, attenti, ai persecutori e a coloro che odiano il popolo di Dio, il profeta Geremia dice: "Tuttavia coloro che ti divorano saranno divorati, tutti i tuoi nemici, tutti quanti saranno deportati; quelli che ti spogliano saranno spogliati, quelli che ti saccheggiano li abbandonerò al saccheggio" (Geremia 30:16).
Israele non potrà mai esser sostituito!
C'è stato nel corso dei secoli, il tentativo di soppiantare Israele nel Piano di Dio, imponendo la teoria della "sostituzione", secondo la quale la chiesa si è sostituita in tutto e per tutto a Israele e questo ha portato, nelle sue conseguenze estreme, alla emarginazione e alla persecuzione del popolo ebraico.
In realtà le promesse di Dio per il suo popolo sono eterne e anche il Nuovo Patto viene stipulato da Dio, con la casa di Israele e Giuda, come riporta Geremia 31:31-33: "Ecco, i giorni vengono", dice il Signore, "in cui io farò un Nuovo Patto con la casa di Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano...
Ma questo è il patto che farò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: lo metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo".
Luca 22:20 dice: "...allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: Questo calice è il Nuovo Patto nel mio sangue, che è versato per voi".
Così come la Pentecoste, la Santa Cena è stata una cosa tutta ebraica: non c'era neppure un Gentile!
Quando entreranno i Gentili?
Dobbiamo attendere fino ad Atti 10: Pietro predicherà agli Ebrei, ma essi non accetteranno la rivelazione e un giorno come risulta da Atti 10, andrà da Cornelio, primo "Gentile", che si converte e, successivamente, molti pagani entreranno nel Nuovo Patto.
Perché gli Ebrei non accettano la Rivelazione?
Paolo lo definisce "un mistero" in Romani 11:25, ma dice anche che "...un indurimento si è prodotto in una parte di Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri (il numero lo conosce il Signore), e quando l'innesto dei pagani finirà, tutto Israele sarà salvato".
Il Signore aveva a disposizione Cornelio da mandare per evangelizzare i gentili, ma perché ha scelto Paolo? Perché la salvezza deve venire dagli Ebrei!
Perché dobbiamo aiutarli?
Paolo in Romani 15:25-27 dice: "Per ora vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi, perché la Macedonia e l'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme. Si sono compiaciute, ma esse sono anche in debito nei loro confronti; infatti se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali".
Non tutto è comprensibile ma dobbiamo accettare tutto ciò che viene dalla Parola di Dio.
Pietro stesso trovò difficile capire come mai il Vangelo che era per gli Ebrei, dovesse essere predicato anche ai gentili; ne discusse con Paolo, ma il Signore lo convinse dandogli la visione della tovaglia distesa dal cielo.
Allo stesso modo molti cristiani si chiedono perché debbono amare e aiutare il popolo di Dio.
La Parola li convincerà se vorranno fare la volontà di Dio.
Ora sappiamo con certezza chi è Israele: il popolo che Dio si è scelto!
Cosa dobbiamo fare per Israele?
Pregare per la sua salvezza (Romani 10:1).
Aiutarlo (Romani 15:25-27).
Benedirlo per essere benedetti e per benedire tutte le famiglie della terra (Genesi 12:1-3).
Amarlo perché Dio lo ama e lo chiama per nome; è degno di stima e Lui lo ama (Isaia 43:1-5).
Preghiamo affinché sia sparso un profondo senso di gratitudine, di amore, di compassione per questo popolo, il popolo di Dio, il popolo che Dio ha scelto, e le sue scelte sono irrevocabili!
Noi siamo loro debitori per la Scrittura, per i Salmi, per i Vangeli.
Il nostro patrimonio spirituale non è denominazionale, ne cattolico, ne evangelico, ne pentecostale, ne metodista.
Esso è ebraico: ebraico il nostro passato, ebraico è il nostro presente, ebraico il nostro futuro, perché Gesù Cristo, Ebreo tra gli Ebrei, è il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro!
ADONAI! YEVARECH ET A MISPACHOT SCELACHEM BESHEM YESHUA!
Il Signore vi benedica assieme alle vostre famiglie.
Proclamiamo: BARUCH ABBA BESHEM ADONAI! SHALOM, SHALOM AD BlLIDAI! NAKHAMU NAKHAMU AMI (Isaia 40:1).
Una Meditazione di Romolo Giovanardi.
AI di sopra di ogni idea politica, culturale c'è la Parola di Dio che vuole indicare ai Cristiani come atteggiarsi verso il suo popolo.
Tanti sono i fuochi accesi nel mondo cristiano che hanno compreso come ciò che Dio ama deve inevitabilmente essere amato dai suoi figli con quel tipo di amore "agape" che vuole il bene dell'altro.
È la comprensione del ruolo degli Ebrei nella Scrittura che fa nascere in noi questo tipo di amore, ci permette di conoscere in profondità, come innestati in Cristo, possiamo godere di tutte le benedizioni, prima riservate a loro, e fa si che ci rendiamo conto del debito di riconoscenza che abbiamo verso questo popolo.
Noi cristiani amiamo Ebrei morti: profeti, apostoli, discepoli, di cui leggiamo nella Bibbia.
Amiamo Ebrei non ancora nati perché crediamo nelle promesse per il futuro e sappiamo che Gerusalemme sarà al centro del piano di Dio.
Ma chi amerà gli Ebrei oggi?
La risposta non può che essere: tutti coloro che hanno accettato Gesù nel cuore e amano ciò che Gesù ama!
Decidiamo di amare ciò che Dio ama e il popolo che Dio si è scelto.
La Parola è eterna e nulla può essere cambiato! Neppure uno jota!
"Infatti, tu sei un popolo consacrato al Signore, il tuo Dio.
Il Signore, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.
Il Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il Signore vi ama.
Il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri" (Deuteronomio 7:6-8).
Perché desideriamo ricevere benedizioni?
Genesi 12:1-3: "II Signore disse ad Abramo: Và via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e và nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione; benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra".
Qual'è Israele?
Israele ha i confini che Dio ha dato e che nessuno potrà mai cambiare; ne situazioni politiche né volontà umana; tutto tornerà come Dio ha stabilito che sia!
"II Signore disse ancora a Mosè: Dà quest'ordine ai figli d'Israele e dì loro: Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi toccherà come eredità: il paese di Canaan, di cui ecco i confini... (Numeri 34:1).
Perché questo popolo?
Perché questo popolo doveva essere canale per la benedizione e salvezza dell'umanità.
Doveva essere amico di Dio:
un popolo pronto a ricevere la rivelazione di Dio;
un popolo che brillasse fra le nazioni pagane;
un popolo, attraverso il quale Dio potesse dimostrare la Sua santità e la Sua potenza;
un popolo che potesse dimostrare che il Dio potente era solo Lui.
Dio disse perciò ad Abramo quando lo fece uscire da Ur dei Caldei: "Io farò di te una grande nazione, ti benedirò" (Genesi 12:2).
Perché gli Ebrei hanno diritti sulla terra di Israele?
Ezechiele 47:21-22: "Dividerete così questo paese fra voi, secondo le tribù di Israele.
Ne spartirete a sorte dei lotti d'eredità fra di voi e gli stranieri che soggiorneranno in mezzo a voi, i quali avranno generato dei figli fra di voi... ".
Gli stranieri possono possedere terra o case o altro in Israele, ma il paese è e rimane a loro, secondo la promessa di Dio.
Le promesse furono rinnovate a Isacco: "Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò.
Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abramo tuo padre" (Genesi 26:2-3).
Le promesse non furono perciò per Ismaele (Genesi 17:19-21): "Dio rispose: No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai nome Isacco.
Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui.
Quanto a Ismaele, ti ho esaudito: ecco, io l'ho benedetto e farò in modo che si moltiplichi.
..Ma stabilirò il mio patto con Isacco".
Usandosi di Agar per avere una prole, Abramo ha voluto mettere in moto le sue forze senza attendere la potenza di Dio.
Perciò Ismaele è il figlio della schiava.
Poi, a 99 anni Abramo credette nelle promesse di Dio.
Sara rimase incinta e nacque Isacco, il figlio della promessa.
Poi le promesse furono rinnovate a Giacobbe: "Dio gli disse: Il tuo nome è Giacobbe; tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele.
E lo chiamò Israele.
Dio gli disse: lo sono il Dio onnipotente; sii fecondo e moltiplicati; una nazione, anzi una moltitudine di nazioni discenderà da te, dei re usciranno dai tuoi lombi; darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese che diedi ad Abramo e ad Isacco" (Genesi 35:10-12).
Dio cambiò il nome a Giacobbe in Israele, e da lui nacquero le 12 tribù.
Israele è la nazione di Dio!
Quando Dio contava le nazioni, non contava mai Israele perché era sua: "Io lo guardo dalla sommità delle rupi e lo contemplo dall'alto dei colli; ecco, è un popolo che dimora solo e non è contato nel numero delle nazioni" (Numeri 23:9).
Il Popolo di Dio ritornerà in Israele!
Tramite il profeta Geremia, Dio disse chiaramente che gli Ebrei sarebbero ritornati: "Così parla il Signore: metterò il mio occhio su di loro per il bene; li ricondurrò in questo paese; li stabilirò fermamente, e non li distruggerò; li pianterò, e non li sradicherò.
Darò loro un cuore per conoscere me che sono il Signore; saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il loro cuore" (Geremia 24:6-7).
Ezechiele 36:24: "Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese".
Nuovamente, Geremia 23:7 cambia addirittura la preghiera e il ringraziamento che di solito si faceva per l'uscita dall'Egitto: "Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, in cui non si dirà più: Per la vita del Signore che condusse i figli d'Israele fuori dal paese d'Egitto; ma: Per la vita del Signore che ha portato fuori e ha ricondotto la discendenza della casa d'Israele dal paese del settentrione, e da tutti i paesi nei quali io li avevo cacciati".
Israele non cesserà mai di essere!
Geremia 31:35: "Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle, perché siano luce alla notte, che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde, colui che ha nome: il Signore degli Eserciti.
Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me, dice il Signore, allora anche la discendenza di Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza".
Coloro che hanno combattuto, dileggiato, tiranneggiato e perseguitato il popolo di Dio hanno sempre dovuto fare i conti con Dio.
Il primo fu Aman I'agatita che aveva un odio furioso verso il popolo di Dio: "Aman disse al re Assuero: C'è un popolo separato e disperso fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo, e che non osserva le leggi del re; non è quindi interesse del re tollerarlo. Se il re è d'accordo, si faccia un decreto per distruggerlo e io metterò diecimila talenti d'argento nelle mani dei funzionari del re, perché siano portati nel tesoro reale" (Ester 3:8-9).
Ma sappiamo la fine fece Aman (Ester 7:10).
"Sono diversi; sono sleali; sono una minaccia; sono inaffidabili".
Queste sono alcune delle accuse fatte nei secoli e, molte volte, ancora oggi, al popolo di Dio.
Ma, attenti, ai persecutori e a coloro che odiano il popolo di Dio, il profeta Geremia dice: "Tuttavia coloro che ti divorano saranno divorati, tutti i tuoi nemici, tutti quanti saranno deportati; quelli che ti spogliano saranno spogliati, quelli che ti saccheggiano li abbandonerò al saccheggio" (Geremia 30:16).
Israele non potrà mai esser sostituito!
C'è stato nel corso dei secoli, il tentativo di soppiantare Israele nel Piano di Dio, imponendo la teoria della "sostituzione", secondo la quale la chiesa si è sostituita in tutto e per tutto a Israele e questo ha portato, nelle sue conseguenze estreme, alla emarginazione e alla persecuzione del popolo ebraico.
In realtà le promesse di Dio per il suo popolo sono eterne e anche il Nuovo Patto viene stipulato da Dio, con la casa di Israele e Giuda, come riporta Geremia 31:31-33: "Ecco, i giorni vengono", dice il Signore, "in cui io farò un Nuovo Patto con la casa di Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano...
Ma questo è il patto che farò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: lo metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo".
Luca 22:20 dice: "...allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: Questo calice è il Nuovo Patto nel mio sangue, che è versato per voi".
Così come la Pentecoste, la Santa Cena è stata una cosa tutta ebraica: non c'era neppure un Gentile!
Quando entreranno i Gentili?
Dobbiamo attendere fino ad Atti 10: Pietro predicherà agli Ebrei, ma essi non accetteranno la rivelazione e un giorno come risulta da Atti 10, andrà da Cornelio, primo "Gentile", che si converte e, successivamente, molti pagani entreranno nel Nuovo Patto.
Perché gli Ebrei non accettano la Rivelazione?
Paolo lo definisce "un mistero" in Romani 11:25, ma dice anche che "...un indurimento si è prodotto in una parte di Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri (il numero lo conosce il Signore), e quando l'innesto dei pagani finirà, tutto Israele sarà salvato".
Il Signore aveva a disposizione Cornelio da mandare per evangelizzare i gentili, ma perché ha scelto Paolo? Perché la salvezza deve venire dagli Ebrei!
Perché dobbiamo aiutarli?
Paolo in Romani 15:25-27 dice: "Per ora vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi, perché la Macedonia e l'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme. Si sono compiaciute, ma esse sono anche in debito nei loro confronti; infatti se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali".
Non tutto è comprensibile ma dobbiamo accettare tutto ciò che viene dalla Parola di Dio.
Pietro stesso trovò difficile capire come mai il Vangelo che era per gli Ebrei, dovesse essere predicato anche ai gentili; ne discusse con Paolo, ma il Signore lo convinse dandogli la visione della tovaglia distesa dal cielo.
Allo stesso modo molti cristiani si chiedono perché debbono amare e aiutare il popolo di Dio.
La Parola li convincerà se vorranno fare la volontà di Dio.
Ora sappiamo con certezza chi è Israele: il popolo che Dio si è scelto!
Cosa dobbiamo fare per Israele?
Pregare per la sua salvezza (Romani 10:1).
Aiutarlo (Romani 15:25-27).
Benedirlo per essere benedetti e per benedire tutte le famiglie della terra (Genesi 12:1-3).
Amarlo perché Dio lo ama e lo chiama per nome; è degno di stima e Lui lo ama (Isaia 43:1-5).
Preghiamo affinché sia sparso un profondo senso di gratitudine, di amore, di compassione per questo popolo, il popolo di Dio, il popolo che Dio ha scelto, e le sue scelte sono irrevocabili!
Noi siamo loro debitori per la Scrittura, per i Salmi, per i Vangeli.
Il nostro patrimonio spirituale non è denominazionale, ne cattolico, ne evangelico, ne pentecostale, ne metodista.
Esso è ebraico: ebraico il nostro passato, ebraico è il nostro presente, ebraico il nostro futuro, perché Gesù Cristo, Ebreo tra gli Ebrei, è il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro!
ADONAI! YEVARECH ET A MISPACHOT SCELACHEM BESHEM YESHUA!
Il Signore vi benedica assieme alle vostre famiglie.
Proclamiamo: BARUCH ABBA BESHEM ADONAI! SHALOM, SHALOM AD BlLIDAI! NAKHAMU NAKHAMU AMI (Isaia 40:1).
Una Meditazione di Romolo Giovanardi.
Un cuore con le ali che vola verso il cielo dove dimora Dio,
è tutto è trasparenza rispetto e santità.
Un cuore con le ali che aspira la felicità per se e per l’umanità.
Un cuore che si rattrista e non sopporta la sofferenza e il dolore
di questo mondo trasgressore,
e che vorrebbe gridare a tutta l’umanità,
che siamo noi i responsabili della nostra infelice realtà,
perché non facciamo altro che violare
l’eterna legge universale di santità.
Un cuore che vorrebbe veder sorgere gli albori
della nuova terra promessa
dove regna la pace, l’unità e l’amore.
Un cuore con le ali, piccolo e limitato che opera
nel territorio modesto che Dio le ha affidato.
Tutti i cuori che volano verso il loro Signore
depongono su questa terra la vita per amore,
piccoli o grandi che siano.
Esistono cuori simili ad astri luminosi come il sole,
che possono illuminare in un baleno il mondo intero,
ma mi chiedo se sarebbero seguiti e ascoltati,
o crocifissi e condannati.
è tutto è trasparenza rispetto e santità.
Un cuore con le ali che aspira la felicità per se e per l’umanità.
Un cuore che si rattrista e non sopporta la sofferenza e il dolore
di questo mondo trasgressore,
e che vorrebbe gridare a tutta l’umanità,
che siamo noi i responsabili della nostra infelice realtà,
perché non facciamo altro che violare
l’eterna legge universale di santità.
Un cuore che vorrebbe veder sorgere gli albori
della nuova terra promessa
dove regna la pace, l’unità e l’amore.
Un cuore con le ali, piccolo e limitato che opera
nel territorio modesto che Dio le ha affidato.
Tutti i cuori che volano verso il loro Signore
depongono su questa terra la vita per amore,
piccoli o grandi che siano.
Esistono cuori simili ad astri luminosi come il sole,
che possono illuminare in un baleno il mondo intero,
ma mi chiedo se sarebbero seguiti e ascoltati,
o crocifissi e condannati.
Una Poesia di Rosaria Schimmenti.
Sogno un mondo dove regna la pace,
la fratellanza e l’amore.Sogno un mondo che accolga realmente
la verità rivelata da nostro Signore.
Sogno un mondo che guarda verso il cielo
con il cuore colmo di gratitudine.
Sogno un mondo dove chiunque bussa alla porta
sai che è un fratello.
Sogno un mondo che non si rivolge più ai santi per aiuto,
ma che sulla fronte di tutti vi sia scritto
il nome “Santo del Signore.”
Sogno un mondo dove i grandi gratificano i piccoli
e li aiutino a divenir grandi.
Sogno un mondo dove: rispetto, condivisione, nobiltà e amore,
sono scritte nelle tavole del cuore,
e si realizzi il messaggio Divino proclamato dai profeti
e da nostro Signore.
Apocalisse 21: 3-4
Oh tenebre! Fitte tenebre!
Che oscuri l’universo e tutta l’umanità
impedendo al sole del vangelo di filtrare, illuminare e nutrire la terra con la sua luce di verità.Illudi, inebri con finte felicità e promesse di salvezza.
Non vi è vita ne felicità continuando a nuotare in un oceano di peccato di disaccordi e di illegalità, perché violiamo la legge di Dio che governa il nostro essere e tutto il creato che è in perfetta armonia, come si può realizzare la gioia vera? L’accordo, l’unione e la serenità?
Tenebre! Fitte tenebre! nemica di nostra madre terra fedele alla legge del Dio di amore,
piagata e barcollante l’anziana madre spesso trema e la febbre la divora, si difende come meglio può per scrollarsi il male che l’addolora.
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