Una Meditazione di Antonio Strigari.
"Poi Giona uscì dalla città, e si mise a sedere a oriente della città; si fece quivi una capanna, e vi sedette sotto, all'ombra, stando a vedere quello che succederebbe alla città.
E Dio, il Signore, per guarirlo dalla sua irritazione, fece crescere un ricino, che montò su di sopra a Giona, per fargli ombra al capo; e Giona provò una grandissima gioia a motivo di quel ricino.
Ma l'indomani, allo spuntar dell'alba, Iddio fece venire un verme, il quale attaccò il ricino, ed esso si seccò.
E come il sole fu levato, Iddio fece soffiare un vento soffocante d'oriente, e il sole picchiò sul capo di Giona, così ch'egli venne meno, e chiese di morire, dicendo: Meglio è per me morire che vivere" (Giona 4:5-8).RIEPILOGO
Dio aveva ordinato al profeta di recarsi a Ninive a predicare la rovina di quella città a causa della sua malvagità ma, come sappiamo, Giona si era diretto invece nella direzione opposta, su di una nave, disobbedendo così al Signore.
Il Signore, quindi, scatenò una tempesta che mise fortemente in pericolo la nave sulla quale si era imbarcato Giona.
L'eccezionalità della burrasca suggerì ai marinai, dopo aver svegliato Giona, di tirare a sorte per individuare il colpevole di questa "ira di Dio".
La sorte cadde su Giona, il quale confessò ai marinai di essere responsabile di quanto accadeva e consigliò, per la loro salvezza, di essere gettato in mare.
Dopo una prima esitazione, e considerati inutili i loro ulteriori sforzi per salvarsi, i marinai buttarono Giona in mare, dove fu inghiottito da un pesce.
Dopo tre giorni di permanenza nel ventre del pesce il profeta pregò il Signore per la sua salvezza, il quale ordinò al pesce di vomitare Giona sull'asciutto.
Questa volta Giona diresse i suoi passi verso Ninive ove predicò dicendo: "Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta".
I Niniviti credettero all'avvertimento del profeta, fecero penitenza e si ravvederono tutti, dal re al più piccolo di loro.
Iddio vide quanto fecero i Niniviti e non mandò su di loro alcun male.
Giona, dopo che furono trascorsi 40 giorni, vedendo che nessun male cadeva sulla città, ci rimase tanto male che, come disse, avrebbe preferito morire; si irritò e disse a Dio che era per questo che non aveva voluto obbedirgli, poiché sapeva che Egli era un Dio "misericordioso, pietoso, lento all'ira, di gran benignità", e che si sarebbe pentito del male minacciato.
Il Signore gli disse: "Fai tu bene a irritarti così?" (vers.4).