Tutto era buono quando un di creasti, Signore (Genesi 1).
Vi era l’armonia, la bellezza, la luce, la pace e la vita, e nel Tuo cuore di Padre vi era il desiderio di realizzare anche sulla terra un esistenza infinita.
L’uomo sentiva la Tua presenza e Tu comunicavi con Lui.
L’hai creato eterno, non mortale, ma con il libero arbitrio, affinché decidesse da se ciò che voleva realizzare e chi amare.
Gli hai dato un comandamento semplice ed elementare (Genesi 2: 16-17), come dice un proverbio: “Chi è fedele nel minimo è fedele nel molto”.
Come tutti i genitori, desideravi un rapporto fondato sulla fiducia e sull’amore, non volevi schiavi, ma dei figli che ti rispettassero, per poter condividere i tuoi beni e collaborassero per lo sviluppo e il progresso.
Inizialmente gli hai affidato il pianeta terra con tutte le risorse, perché ne avessero cura; lo hai creato a Tua immagine e somiglianza, con il grande privilegio di procreare, formare famiglie, popoli e nazioni, di acquisire la tua sapienza.
Cos’altro gli avresti affidato, in futuro, se si fossero mostrati fedeli?
Gesù dichiarò: “Se non siete fedeli nelle ricchezze ingiuste chi vi affiderà quelle vere?”.
Signore, durante i secoli ti sei formato un popolo dalla progenie di Abramo.
Gli hai dato comandamenti e statuti.
Hai chiamato Profeti, Giudici e Re, affinché governassero in armonia con le tue leggi e guidassero il tuo popolo nel sentiero della vita.
Come tutti gli esseri umani, per loro è stato difficile perseverare nella fedeltà, e si procurarono dolori e difficoltà e hai voluto, Signore, che la loro storia si scrivesse e fosse stata di lezione a popoli e nazioni.