Una Meditazione di Rosaria Schimmenti.
Ieri sera partecipai ad un culto di preghiere e di intercessione per gli ammalati.
Come sappiamo la chiave per guarire è la fede, che consiste nella sicurezza di ricevere ciò che si chiede.Ma vi è un’altra chiave molto importante che ci apre la porta della guarigione.
La luce di questa verità viene dalla parola di Dio, dove il Padre Eterno ci insegna che per ricevere, dobbiamo per prima noi dare, con il cuore e per amore: "Date e vi sarà dato, rimettete i peccati e vi saranno rimessi".
Gesù ha dato la sua vita per amore.
Una grande lezione possiamo trarla dal libro di Giobbe.
Siamo consapevoli delle calamità e delle sofferenze che si sono abbattute nella sua vita, è stato spogliato da tutti i suoi averi, anche della salute.
Lui chiedeva la guarigione per se, e il Signore gli ordinò di offrire sacrifici per i suoi amici.
Poteva rispondere: “Ma come Signore! Io sono ridotto fino all’osso! E devo offrire sacrifici per loro?”.
Giobbe, nonostante la sofferenza, aveva ancora la ricchezza spirituale interiore che nessuno poteva conoscere, se non lui solo... e Dio.
Penso che si sia preoccupato molto per i suoi amici e non voleva che rischiassero di venirsi a trovare in una condizione simile alla sua, perché si erano macchiati di colpa nel tacere davanti alla sofferenza dell’amico e alle sue parole, perché Giobbe si reputava innocente è irreprensibile.
Nel loro dialogo vi fu alla fine una lunga pausa silenziosa, si erano arresi, non vi erano parole a favore di Dio; era come incolparlo di ingiustizia, è questo è stato un grave peccato agli occhi del Signore.
Spesso in alcuni culti odierni si viene a creare una situazione simile, causata dall’insistenza eccessiva nel chiedere che alla fine sembra che Dio sia ingiusto perché non esaudisce le nostre richieste e non mostra miracoli e opere potenti.
Certe volte anche sembra a noi stessi di volerlo accusare per questo Suo diniego.
Vogliamo che Dio fa la nostra volontà, mentre dobbiamo essere noi a fare la Sua volontà.