Giù le mani da Gerusalemme, giù le mani da Kotel e giù le mani da Israele!
Mentre ci avviciniamo a grandi passi verso la conferenza di Annapolis, Abu Mazen e i suoi ministri stanno scoprendo le carte e lo fanno in un modo che più chiaro non si può.
Abu Mazen annuncia che non accetteranno meno di 6205 kmq di territorio, cioè un terzo dell'attuale Israele.
Un consigliere di Mahmud Abbas, Adnan Husseini, dichiara che il Muro del Pianto (Kotel) è palestinese: "Il Muro del Pianto fa parte della tradizione islamica, non può essere ceduto, deve essere sotto controllo musulmano".
Come Gesù (anche Gesù era palestinese, secondo questi fantasiosi e truffaldini personaggi), il Kotel è palestinese.
Gerusalemme è palestinese, tutto è palestinese.
Non sono mai esistiti come popolo, ma tutto appartiene a loro.
Israele diventò una Nazione duemila anni prima dell'avvento dell'Islam.
Gerusalemme è stata Capitale di Israele per 1.000 anni e di nessun paese arabo. MAI.
Gerusalemme è nominata 700 volte nella Bibbia ebraica e mai una volta nel Corano.
Gli ebrei sono sempre stati la maggioranza a Gerusalemme, anche nei secoli passati.
Ma i palestinesi, da provetti truffatori, vorrebbero ingarbugliare la storia, a cambiarla, a spacciarsi per l'unico popolo avente diritto di abitare questa Terra e tutto diventa, come per una malefica magia, loro proprietà, persino il Muro del Pianto, verso il quale tutti gli ebrei del mondo hanno pregato per 2.000 anni di esilio e a ridosso del quale i giordani nel 1948 avevano costruito delle latrine in segno di massimo dispregio.
Grande tradizione islamica il Kotel, non c'è che dire!