Il Blog di Incontrare Gesù

Articoli di attualità, esperienze personali e meditazioni su argomenti etici morali, sulla fede cristiana e sulla religione in generale.

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Il viaggio della vita è difficile, duro.
Ricordiamo l'uragano Katrina negli Stati Uniti, il devastante tsunami nell'Asia Meridionale, gli ultimi terremoti in Italia... che hanno costretto centinaia dì migliaia di persone a fuggire via dalle proprie case, spesso scappando con nient'altro che i vestiti che avevano addosso.
A volte la sua durezza ci piomba addosso all'improvviso e senza avvertimento; a volte è nostra compagna per gran parte dell’esistenza.
La vita ha la sua parte di gioie e felicità, sappiamo pure che il suo sentiero è spesso molto accidentato.
Siamo assaliti dalle tentazioni, delusi dalle persone, indeboliti dalle malattie e dal tempo, sopraffatti dal male e dalle ingiustizie.

Sì, la vita è difficile... ma Dio è buono, e il Cielo è qualcosa di reale!
Una delle grandi verità della Bibbia è che non eravamo destinati solo per questo mondo.
La morte non è la fine della vita; è solo la via per l'eternità.
Noi siamo destinati a vivere per sempre, e la morte è solo un passaggio da questa vita alla prossima.

Ma la domanda non è se ci sia o no vita dopo la morte.
Il vero problema è dove andremo a trascorrere l'eternità: con Dio, in quel luogo di gioia eterna che la Bibbia chiama Paradiso, o separati da Lui in quel luogo di disperazione infinita chiamato Inferno?

Perché la morte non è la fine, così come sembra essere?
Giobbe si lamentava: "L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, ed è sazio d'affanni; spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un'ombra, e non dura... 
Ma l'uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira, e dov'è egli?" (Giobbe 14:1-2, 10).
Ma da credente aggiunse: “Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere. 
E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio. 
Sì, lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro. 
Il cuore, dal desiderio, mi si consuma!” (Giobbe 19:25-27).

Per il cristiano la morte segna l'inizio di una nuova vita con Dio che durerà per sempre.
Paolo lo ha espresso così: "Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai un uomo ha immaginato, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano" (1 Corinzi 2:9-10).

In mezzo alle delusioni e alle sofferenze della vita, il Cielo è la nostra raggiante speranza.
"Per quanto mi riguarda il cielo è solo un mito", mi diceva una persona, "mi piacerebbe pensare che vivremo per sempre, ma una volta morti, è la fine".
Ha ragione lui o la Bibbia?

Una ragione a favore è dovuta dal nostro profondo anelito verso l'infinito.
In pratica ogni religione crede in qualche tipo di vita dopo la morte, e nell'intimo del cuore sentiamo tutti che deve esserci qualcosa dopo questa vita.
Questa vita è incompleta, e noi bramiamo sentirci realizzati.
Da dove proviene questo profondo desiderio?

La Bibbia afferma che l'ha messo Dio dentro di noi: "Egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità" (Ecclesiaste 3:11).
Noi siamo stati fatti per Dio, e bramiamo essere con Lui per sempre.
Possiamo soffocare questo sentimento o convincerci che non è vero, ma il Cielo rimarrà ugualmente reale, anche per le promesse di Dio.

Dal principio alla fine della Bibbia, Dio ci assicura che siamo destinati a vivere con Lui per sempre.
Una bella promessa di quando saremo alla Sua presenza nel Cielo sta scritta in Apocalisse 21:4-8, “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate...", e "... ogni cosa è compiuta, io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine, a chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita, chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. 
Ma per gli increduli, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda”.

Una meditazione di Nicola Scorsone.
Stanno riemergendo soprattutto in Europa tracce di antisemitismo, un odio mai sopito per tutto ciò che è Ebreo.
Non è un crimine comune: è un attentato contro il popolo di Dio.
Dobbiamo denunciarlo con franchezza nonostante citare i comandamenti di Dio sia diventata un'attività decisamente impopolare.

Tempo fa (2003) l'ex sindaco di New York Giuliani lanciava un allarme al nostro continente, L'Europa, ammonendo di non tollerare e non sottovalutare gli atti di violenza di antisemitismo, e di considerare in modo specifico il pregiudizio anti-ebraico per poterlo combattere alla radice; un fenomeno tutt'altro che normale.
Questo è l'argomento che sottolineava: "Come europei, in modo particolare, perché sul vostro continente pesa la responsabilità del genocidio nazista, non si deve continuare a considerare le aggressioni contro gli Ebrei alla stregua di una qualunque forma di violenza o di vandalismo. 
L'antisemitismo è un fenomeno tutt'altro che normale, e gli europei dovrebbero approvare leggi che prevedono pene più severe per questi crimini. 
Infatti, tutti i sistemi giuridici di qualsiasi paese civile, in Europa, come in America, contemplano sanzioni aggiuntive per i crimini più odiosi".

Il verso della Bibbia: "Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!" (Ebrei 10:35), accompagna il monito di Giuliani.
L'ex sindaco di New York non sentiva il bisogno di avvalorare la sua tesi con versetti biblici, che certamente non avrebbero avuto presa sul pubblico di massa, ma, anzi, avrebbero gettato discredito sull'autore, visto il clima di avversità contro Dio in cui giace il nostro mondo.
Come dire, la nostra stessa coscienza dovrebbe gridarci la vergogna di quegli atti.
Del resto, nella nostra società, fino ad oggi, qual è il sindaco o il consigliere comunale che si azzarderebbe a dire che rubare, uccidere e testimoniare il falso sono crimini verso cui la Bibbia per prima ci mette in guardia? Guai a parlare di Dio!

Paradossalmente e vergognosamente, sapete chi sono i soli che osano nominarlo e infangarne così l'immagine?
Chi sono i soli che con tanta sfacciataggine osano riferirsi a dio come l'ispiratore dei loro crimini?
I terroristi e i kamikaze!
Loro gridano al mondo la menzogna più grossa del secolo.
E noi dobbiamo fare attenzione a dire che le nostre Scritture ci impongono di benedire Israele!?
Ma dobbiamo dirlo sottovoce, se no, qualcuno si offende...
Con questo, lungi da me fare una critica a Giuliani, non mi fraintendete, tali interventi possono suscitare solo apprezzamenti.

Semmai è ai cristiani d'Europa che mi rivolgo.
Dov'è la franchezza che i cristiani della Chiesa primitiva, tra l'altro tutti ebrei, non si stancavano di usare?
"Pregando... anche per me", dice Paolo, "affinché, quando apro la mia bocca mi sia dato di esprimermi con franchezza per far conoscere il mistero dell' Evangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, affinché lo possa annunziare con franchezza, come è mio dovere fare" (Efesini 6:19-20).
"Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza, stendendo la tua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi nel nome del tuo santo Figlio Gesù" (Atti 4:29-31).

Ma cosa sta succedendo di così terribile e perverso?
Perché chi professa menzogne può permettersi di farlo liberamente servendosi di tutti i mezzi, con una propaganda ad ampio raggio, che comincia fin dal grembo materno, arruolando nel suo esercito dell'odio migliaia di bambini?
Cosa sta succedendo alla nostra coscienza che non è più in grado di distinguere tra bene e male, giustificando magari quest'ultimo con vaghi riferimenti alla politica internazionale?
Quanto ad episodi di antisemitismo come profanazioni di monumenti in memoria di vittime nei campi di concentramento, scritte antisemite negli stadi, profanazione di tombe ebraiche, atti di violenza nei confronti di bambini e adulti ebrei, solo per citarne alcuni, l'Europa non ha di che dormire sonni tranquilli.

Necessario è distinguere, vigilare e pregare.
"Poi Gesù tornò dai discepoli e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: Così non avete potuto vegliare neppure un'ora con me? Vegliate e pregate per non cadere in tentazione; poiché lo spirito è pronto ma la carne è debole" (Matteo 26:40-41).

"AL-TIRA'KI YMKHA'ANI (Non temere, perché io sono con te). 
AL-TISHTA' KI ANI' ELHOEIKHA (Non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio)" (Isaia 41:10).

Una meditazione di Silvia Baldi Cucchiara.











Una Poesia di Rosaria Schimmenti

La neve scende bianca e silenziosa,
i bambini guardano con gioia ed hanno un'aria festosa,
con le loro giacche a vento colorate
riempiono le strade tutte imbiancate,
giocando con la neve
e stando insieme in allegria
rendono l'ambiente più festoso che ci sia.












Una Poesia di Patrizia Eydallin

Signore...Desideravo i doni del mondo:mi hai donato le tue grandi benedizioni!

Desideravo avere amici veri...Mi hai donato l'unico VERO AMICO: GESU'

Desideravo avere un padre colmo d'amore: Ti sei rivelato come l'unico vero Padre!!

Desideravo non mi mancasse nulla: Ed ora con Te, ho tutto.

Desideravo non soffrire di solitudine: Con la tua presenza ora, non sono più sola!

Desideravo non avere più paura: Ed hai operato perchè la superassi !

Desideravo non commettere più gli stessi errori: e Tu mi correggi con pazienza e amore, guidandomi!

Desideravo dare un senso alla mia vita: Mi hai donato non solo la Tua vita, con essa, la salvezza eterna!

Desideravo ricevere dagli altri: Ed al contrario...mi hai insegnato a dare!

Desideravo tante e tante cose...Invece..Tu mi hai DONATO TUTTO!!!!

L'unico desiderio che mi è rimasto, è...Amarti, come meriti di essere amato e fare la tua volontà.

Ad ognuno è sufficiente avere Te, per avere tutte le cose!!

Con grande gratitudine... La tua figliuola Patrizia.
Cronaca di un viaggio da Odessa (Ucraina) a Haifa (Israele), su una nave che porta immigranti ebrei in Israele.
Voglio raccontarvi dell'ultimo mio viaggio in Israele avvenuto lo scorso mese di Giugno.
La storia inizia in primavera, quando vengo informato che l'Associazione Ebenezer ha organizzato uno dei suoi viaggi che portano gli immigranti ebrei in Israele.

Pescatori di Olim.
Analogamente ad altre iniziative simili, come per esempio l'Operazione Jabotinsky, Ebenezer è un fondo d'aiuto per sostenere gli Ebrei dell'ex Unione Sovietica e aiutarli a rientrare nella Terra Promessa, in conformità alle profezie bibliche per gli ultimi giorni: "Così parla il Signore Dio: Ecco, io alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli, ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle" (Isaia 49:22).

Dalla Parola di Dio appare evidente che per gli ultimi giorni il Signore ha deciso che i popoli delle nazioni aiuteranno gli Ebrei a ritornare nella patria da Lui promessa ad Abramo.
Per contribuire a realizzare questa Parola vengono inviati dei team di "pescatori" in tutte le repubbliche ex sovietiche.
I pescatori sono cristiani e provengono dalle più diverse nazioni del mondo; dovunque arrivano, cercano gli Ebrei per condividere con loro l'amore del Padre e la possibilità di rientrare in Israele, e li aiutano nel disbrigo delle pratiche amministrative.

Rotta verso Israele. 
Arrivo dunque a Odessa, nel centro dove vengono accolte le famiglie ebree che giungono da tutte le parti in treno o in autobus.
Dopo un paio di giorni ci imbarchiamo sulla Jasmine, una bella nave da crociera, secondo Isaia 60:9.
Su questa gli immigranti ebrei (Olim) vengono serviti e aiutati.
È commovente osservare come una ragazza russa cristiana racconta storie bibliche dell'Antico Testamento a bambini ebrei, figli di immigranti.
In questo viaggio, il numero degli olim è al minimo, sono soltanto una cinquantina.
Durante altri viaggi erano sovente molte centinaia per volta.

In totale, in 10 anni di attività, Ebenezer ha aiutato oltre 100.000 Ebrei a ritornare in patria!
Molti di questi si pongono domande sul perché dell'aiuto dei cristiani, e cercano la risposta.
Il viaggio trascorre bene.
I punti più critici sono il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli.
Sono due punti strategici, e i gruppi d'intercessione sulla nave e in diverse nazioni pregano più intensamente. L'equipaggio della nave è al corrente del lavoro di Ebenezer, e in caso di bisogno si rivolgono al coordinatore che accompagna gli olim.

Un paio d'anni fa, durante una traversata del Mar Nero c'era una forte tempesta, per cui il capitano aveva deciso di costeggiare la riva dell'Ucraina e della Romania.
Dopo due giorni tutti i passeggeri stavano veramente male.
Il gruppo d'intercessione si è allora messo a pregare più intensamente.
Dopo un po la nave ha cominciato a navigare come se il mare fosse calmo, ma guardando fuori dagli oblò si vedeva la tempesta...
Esperienze come queste si ripetono regolarmente, assieme a miracoli nella vita degli Ebrei che ritornano in patria.

La protezione di Dio. 
Arrivato a Haifa trovo un Bed & Breakfast presso una sorella messianica (una ebrea che crede che Gesù è il Messia tanto atteso dal suo popolo).
Lei mi racconta di aver lasciato un buon lavoro perché il Signore l'ha chiamata al Suo servizio.
Ha il ministero di visitare: va a trovare famiglie povere ebree ed arabe, portando conforto e aiuto materiale; visita le vittime di attentati terroristici negli ospedali, portando sostegno e preghiera; distribuisce volantini per offrire il film "Jesus" e lo consegna personalmente a chi ne fa richiesta.

Un gruppo della sua chiesa va regolarmente su un'altura sopra Haifa per cantare, testimoniare e intercedere per la città.
Se qualcuno vuole passare da Haifa, il suo alloggio è conveniente e molto simpatico, si chiama The Quiet Place.
Trascorro poi qualche giorno a Gerusalemme, la città del Re, alloggiando nel convento delle Clarisse.
Non è lontano dalla città vecchia e usufruisco di una camera modesta a un prezzo molto contenuto.
Le suore parlano francese.
Al momento della partenza mi rammentano di pregare per la pace di Gerusalemme (Salmo 122:6).

Quando prendo il bus a Gerusalemme, sono sempre più consapevole di essere vivo.
Ma la mano del Signore è sopra quelli che Lo temono, lo dimostra l'esperienza di una Ebrea messianica di Haifa.
La ragazza aspettava l'autobus per andare al lavoro, quando si fermò un taxi e le chiese di salire.
Lei rispose di no, poiché aveva già il biglietto e non voleva pagare due volte.
Il tassista le disse: "Non devi pagare, sali pure".
Allora la ragazza salì.
Poco dopo arrivò il bus che lei avrebbe dovuto prendere ed esplose, perché un kamikaze vi era appena salito per fare una strage... il Signore ha misericordia dei Suoi.

Un popolo speciale.
Perché Israele è speciale?
Perché Dio ha scelto questa terra per manifestarsi!
Questa è la terra sulla quale ha camminato il Messia; la terra sulla quale Gesù ritornerà per regnare su tutte le nazioni (siamo sempre più vicini al "grande giorno").
È la terra che Dio ha dato ad Abramo e ai suoi discendenti per rivelarsi in modo particolare.
Nel Suo agire nei confronti di Israele possiamo scorgere la natura e il carattere di Dio: un Dio giusto e fedele alle Sue promesse; un Dio potente che chiama alla vita i morti e all''esistenza le cose che non sono.

Ma Dio ama forse gli ebrei più degli italiani o dei palestinesi?
In Deuteronomio 33:3 è scritto: "II Signore ama i popoli!".
Ma è scritto anche: "II Vangelo è potenza di Dio per la Salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco!" (Romani 1:16); e ancora: "Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male, sul Giudeo prima e poi sul Greco!" (Romani 2:9); "Ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene, al Giudeo prima e poi al Greco!" (Romani 2:10).

Nella Sua sovranità, Dio ha scelto di dare la preminenza agli Ebrei, sia nelle benedizioni che nei giudizi.
Se noi gentili accettiamo questa priorità, ci mettiamo sotto la Sua volontà; se la rifiutiamo, ci mettiamo contro.
I Suoi piani per gli ultimi giorni comprendono, oltre all'evangelizzazione mondiale, anche la restaurazione di Israele, poiché Gesù ha detto che non ritornerà prima che sia stato proclamato il Vangelo a tutte le nazioni, e prima che gli Ebrei, rivolti a Lui, dicano: "Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!" (Matteo23:39).

Che cosa possiamo fare?
Nel frattempo, se vogliamo seguire i Suoi piani, possiamo confortare, aiutare, pregare per Israele; rallegrarci con lui e sostenerlo.
Ecco alcuni passi biblici a riguardo: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isaia 40:1);
"Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12:3);
"La Macedonia e I'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme" (Romani 15:26);
"Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli!" (Salmo 122:6);
"Esultate, cieli, e tu, terra,festeggia! Prorompete in grida di gioia, monti, poiché il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi afflitti" (Isaia 49:13).

Oggi, più che mai, Israele ha bisogno dell'aiuto e della preghiera dei cristiani, perché sta per entrare nella fase più critica e drammatica di tutta la sua storia.
Ma, grazie a Dio, Lui rimarrà fedele al Suo popolo e lo sosterrà.
Mettiamoci dunque decisamente dalla Sua parte!

Sandro Ribi
Un chiarimento del Dr.Saleem Almahdy, cristiano egiziano, studioso dell'Islam.

Gesù dice che dobbiamo amare i nostri nemici, mentre Maometto dice di lottare, con ogni mezzo, contro coloro che non vogliono sottomettersi all'Islam.
Comprendere perché i musulmani terrorizzano e perseguitano i cristiani è molto importante per essere solidali coi nostri fratelli e sorelle in Cristo che sono perseguitati nei paesi musulmani.
Se vogliamo comprendere l'ideologia musulmana del terrorismo e della persecuzione dobbiamo, per prima cosa, studiare la parola "jihad".
La persecuzione dei cristiani nelle nazioni musulmane è collegata con questa parola.

Secondo i commentatori musulmani la parola JIHAD in arabo significa adoperarsi con tutte le proprie forze per fare qualcosa, sforzarsi, per la causa di Allah; come usare la propria energia per ottenere qualcosa di buono o per liberarsi di qualcosa di cattivo.
La definizione islamica legale invece è: "lottare contro il nemico".

Secondo i famosi commentatori islamici Al Hafiz, Ibn Hagar, Al Nawawi e Ibn Tamimah, sono tre le aree in cui i musulmani devono esercitare la jihad:
1) Contro i nemici, i quali includono i non musulmani (per costringerli ad accettare l'Islam), gli infedeli (coloro che non credono il Allah e nel suo profeta Maometto) e gli apostati (coloro che in qualsivoglia circostanza hanno abbracciato l'Islam e vogliono in seguito ripudiarlo) ;
2) Contro Satana;
3) Contro se stessi per combattere peccati e trasgressioni.

Secondo il commentatore musulmano Ibn Rushed, l'espressione araba "la jihad per la causa di Allah", significa combattere con la spada contro gli infedeli finché abbracciano l'Islam o pagano la jizya (tassa obligatoria) e vengono sottomessi.

Nel suo libro "Fikh Al Sirah", Ibn Tamimah ha riassunto la definizione legale di jihad e le aree in cui va praticata affermando: "E' la lotta contro gli infedeli o la loro uccisione al fine di rendere suprema la parola di Allah, stabilire e costruire la società islamica".

Secondo quando affermato da Maometto negli Hadit (i suoi detti), ci sono tre modi di praticare la jihad nell'Isalm: "Chiunque vede una cosa iniqua la corregga con le proprie mani se non può farlo con la propria lingua, se non può farlo col proprio cuore; ma questa è la forma più debole di fede".

Il primo modo di correggere la "cosa iniqua", in particolar modo l'infedeltà della "gente del libro" (cristiani ed ebrei), è mediante le proprie mani, cioè combattendo ed uccidendo.
Coloro che uccisero gli americani l'11 settembre recitavano questo hadit, come abbiamo saputo dai giornali.

Ma se i musulmani vedono l'azione iniqua e non hanno la possibilità di correggerla con le proprie mani combattendo ed uccidendo, devono correggerla con la propria lingua.
Ciò significa che useranno i loro scritti e i loro discorsi per accusare, insultare e combattere il mondo libero.

E se non possono usare nemmeno la propria lingua, possono usare il proprio cuore (respingendo la cosa iniqua nel proprio cuore).
Ma secondo la Sura 4:95, Allah stima coloro che combattono a un livello superiore rispetto a coloro che usano la lingua o il cuore.

L'ultimo desiderio di Maometto, il suo ultimo comandamento rivolto ai suoi seguaci, prima della morte, era di espellere i cristiani e gli ebrei dalla penisole arabica, come sostenuto da Al Bukhari e da Melek, i più famosi commentatori islamici.

Maometto, nel Corano, cita ancora:
1) Liberarsi di governi e regnanti secolari che non accettano e non applicano la sharia, la legge islamica (Sura 4:75);

2) Smascherare gli ipocriti, cioè coloro che si convertono all'Islam per paura dei musulmani e che perciò non possono essere considerati veri musulmani (Sura 9:73);

3) Purificare chi professa con onestà la fede islamica e privare delle benedizioni coloro che sui oppongono alla fede, cioè i non musulmani (Sura 3:141);

4) Infondere il terrore nel cuore dei nemici di Allah e dei musulmani (Sura 8:18);

5) Punire i non musulmani per mano dei musulmani secondo il comandamento di Allah: "Combatteteli e Allah li punirà per mano vostra, li farà cadere in disgrazia, vi aiuterà a trionfare su di essi e sanerà il cuore dei credenti" (Sura 9:14).

Tutti i commentatori sono concordi nell'asserire che Maometto incoraggiava i suoi seguaci ad esercitare la jihad per prendere possesso del denaro, della terra e delle donne degli altri popoli.
I musulmani ritengono di fare un favore a Allah quando perseguitano i cristiani, li costringono a cambiare religione o uccidono coloro che si convertono dall'Islam al Cristianesimo, perché pensano di ubbidire alle parole di Allah contenute nel Corano.
La nascita di Gesù fu l'avvenimento più straordinario di tutti i tempi.
Non furono imperatori come Cesare, Alessandro Magno, Napoleone a dividere la storia, ma Gesù, che nacque in una stalla e morì in croce come uno dei peggiori criminali.
Se non è Lui il Salvatore del mondo, allora la storia umana sta vivendo un grande bluff che porterà al niente.

Ma cosa si aspettavano gli ebrei dall'avvento del Messia?
Niente di più di cose terrene: che li liberasse dall'oppressore romano, dal pagamento delle tasse e gli desse prosperità in tutto, principalmente in salute e nell'economia; proprio come oggi: l'uomo non cambia mai.

Cosa voleva uno dei ladroni in croce?
Scendere giù per continuare i propri affari.

Cosa desiderava Pilato?
Nient'altro che essere liberato dai problemi e tranquillizzare la propria coscienza.

Giuda voleva le tasche piene a discapito dei poveri e dell'Innocente.

I soldati romani volevano qualche straccio in più.

I re, Erode e Cesare, volevano eliminare un pericoloso concorrente, a costo di vite umane, fra i quali molti bambini.

I religiosi volevano liberarsi del grave fastidio che minava le loro poltrone.

E la gente del III° millennio cosa vuole dal 25 dicembre?
La Bibbia non dice nulla di questa data, e sarebbe ovvio pensare più ad un periodo primaverile, visto che i pastori si trovavano con i propri greggi in aperta campagna.

Tu cosa ti aspetti da Gesù?
Qualche dono in più, come fosse Babbo Natale o la Befana!?
Salute, soldi, buoni affari ed infinite abbuffate?

Quando a volte ci troviamo a distribuire il meraviglioso messaggio del Vangelo, con le sue celestiali promesse di Salvezza, gioia e vita eterna, molti "buoni cristiani" ci domandano: "Sono soldi?".
"Molto, molto di più!", rispondiamo.
Gli angeli, i pastori e i discepoli scelsero di annunziare il Salvatore.

L'altro ladrone in croce rinunziò alle miserie terrene, per le ricchezze del Cielo e fece una piccola preghiera di 4 secondi... che potresti anche fare tua: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!" (Luca 23:42).

Il Centurione romano, un pagano, a differenza dei sacerdoti di allora, capì che Gesù era il Figlio di Dio.
I magi non vennero per prendere, ma a portare il loro ringraziamento; anch'essi capirono che davanti a loro non c'era un povero bambino indifeso, ma il Re dei re, che si fece agnello, cioè vittima, per togliere i peccati del mondo.
Sta scritto: "... prostratisi, lo adorarono" (Matteo 2:11).
Non si prostrarono in adorazione davanti a Giuseppe, o all'umile Maria (che non ha nulla a che vedere alle sfarzose e ricche madonne di Fatima, Lourdes, Siracusa, etc., che vengono adorate oggi più di Gesù).

Poi vi era il popolo che, malvagiamente incitato, al Figlio di Dio scelse Barabba, un omicida, un figlio d'uomo; al Re dei re scelse un re umano: Cesare.

Alla nascita del Salvatore furono turbati, mentre alla fine dei Suoi giorni gridarono: "Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!" (Giovanni 19:15).

Noi abbiamo scelto Gesù come nostro unico Signore e Salvatore, per aspettare dal Cielo il Suo imminente ritorno, e iniziare con Lui la grande ed eterna festa in cielo.

Tu cosa ti aspetti dal Messia? Cosa sceglierai?

Una Riflessione di Nicola Scorsone.
Il terzo "finché", ...affinché si adempia la volontà di Dio.
"Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: Il liberatore verrà da Sion, egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati" (Romani 11:25-27).

I cristiani si chiedono di frequente se sia necessario proclamare il Vangelo a Israele;
dovrebbero essere mandati missionari dagli Ebrei?
Trascuriamo la cosa più importante se non cerchiamo di portare gli Ebrei alla fede in Gesù Cristo?
In tutti i secoli ci sono stati Ebrei che hanno creduto in Gesù, ma la maggior parte degli Ebrei non ha creduto in lui.
Gesù viene considerato un importante rabbino ebreo, ma non il Figlio di Dio che mori per i peccati del mondo e quindi anche per i peccati di Israele.

Però, nel giorno di Pentecoste, circa 3.000 Ebrei credettero e furono battezzati (Atti 2:41).
La nascita della chiesa cristiana fu un affare esclusivamente ebraico: quei nuovi credenti erano Ebrei e Gentili che si erano convertiti al giudaismo (Atti 2:10).
I discepoli, i seguaci di Gesù, i suoi amici, che dopo l'effusione dello Spirito Santo diventarono gli inviati (gli apostoli), erano tutti Ebrei.
Solo in Atti 10 sentiamo parlare dello Spirito Santo effuso su non-ebrei, i Gentili.

Quando il centurione romano Cornelio e tutti coloro che udirono la proclamazione del Vangelo da parte di Pietro fecero l'esperienza dell'effusione dello Spirito Santo; la stessa che ebbero i giudei e i proseliti (gentili convertiti al giudaismo) la ebbero a Pentecoste.
Pietro e gli altri credenti circoncisi, ebrei che credevano in Gesù, furono oltremodo meravigliati (Atti 10:44-48).

Un evento sconvolgente.
Questa inaspettata conversione dei Gentili fece nascere furiosi dibattiti fra i cristiani ebrei e i non-ebrei, cioè i Gentili, che ora credevano in Gesù: dovevano osservare la Legge di Mosè e i 631 comandamenti rabbinici?
Dovevano mangiare "kosher", cioè seguire tutte le indicazioni dell'Antico Testamento?
Erano diventati ebrei mediante la loro fede in Gesù?
I loro uomini dovevano essere circoncisi?
Questi gentili convertiti dovevano diventare ebrei osservanti in tutto e per tutto?
Erano forse una specie di proseliti?

Poiché i cristiani ebrei continuavano a osservare la Legge di Mosè, alcuni chiedevano che i cristiani gentili facessero la stessa cosa.
Che shock deve essere stato per quei nuovi convertiti sentirsi dire: "Se non siete circoncisi, non potete essere salvati (Atti 15:1); la vostra salvezza è in forse se non seguite la Torah di Mosè!".

Il Signore dovette operare a lungo per convincere Pietro, un ebreo osservante e, nello stesso tempo, un cristiano ebreo, a entrare nella casa di Cornelio, il gentile romano; entrare in casa sua significava contaminazione.
Il Signore dovette parlare a Pietro tre volte, mentre era rapito in estasi dicendogli: "Non chiamare impuro quello che Dio ha purificato".
Nella visione, Pietro vide il cielo aperto e una specie di grande tovaglia che veniva abbassata per gli angoli.
Il lenzuolo conteneva ogni specie di animali, alcuni puri e altri considerati impuri dalla Legge ebraica e Pietro udì una voce che diceva: "Alzati Pietro, uccidi e mangia!".

Pietro rispose: "Certamente no, Signore!".
La visione si ripete, perché Pietro doveva imparare che non si trattava di cibo "kosher", ma di persone "kosher" (Atti 10:9-23).
Quando scese dalla terrazza della casa, dove aveva avuto la visione, incontrò i messaggeri inviati da Cornelio.
Essi gli dissero che un angelo aveva dato istruzioni a Cornelio di mandare a chiamare Pietro e di ascoltare il suo messaggio, e chiesero a Pietro di accompagnarli alla casa di Cornelio.
Pietro allora capì che era intenzione di Dio che li accompagnasse e così, per la prima volta, il Vangelo fu proclamato ai gentili, da un ebreo.

Il Vangelo viene dagli Ebrei.
Questa modalità, cioè Ebrei che predicavano il Vangelo ai Gentili, doveva continuare.
Ci si poteva aspettare che il Signore scegliesse Cornelio per proclamare il suo messaggio; dopo tutto, come romano, Cornelio conosceva bene il modo di pensare dei greci e dei romani, era diventato un credente nel Signore Gesù Cristo ed era ripieno di Spirito Santo, come i credenti Ebrei lo furono a Pentecoste.
Ogni direttore di un centro missionario moderno avrebbe certamente deciso che un uomo come Cornelio fosse la persona più adatta da scegliere come primo apostolo per i gentili, invece il Signore scelse un rabbino ebreo, Saulo di Tarso, e si rivelò a lui per usarlo come apostolo per i gentili.

Dio opera in questo modo: la Salvezza arriva a tutto il mondo tramite Israele.
La Salvezza viene dagli Ebrei (Giovanni 4:22).
Dio non scelse il popolo di Israele solo per amore, o perché fossero più grandi, più potenti, più forti o più intelligenti delle altre nazioni (anche se è straordinario, per esempio, che un gruppo così piccolo abbia avuto tanti vincitori del premio Nobel).
In Deuteronomio 7:7-8 è scritto: "Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il Signore vi ama. 
Il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri".

Anche dopo che Gesù fu rifiutato dalla maggior parte degli Ebrei, Paolo ha affermato: "Per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri, perché i carismi e la vocazione di Dio sono irrevocabili" (Romani 11:28-29).
"Amati da Dio". Così Dio vede Israele, nonostante tutto, e il cosiddetto "Israele non-credente" è anch'esso amato da Dio!

Una Meditazione di Willem Glashouwer.
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