Il Blog di Incontrare Gesù

Articoli di attualità, esperienze personali e meditazioni su argomenti etici morali, sulla fede cristiana e sulla religione in generale.

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Nella Parola di Dio, viene evidenziato molto il Rinnovamento della mente.
Questo comprende il fatto di non pensare più come prima, cioè quando non eravamo ancora Suoi, senza la salvezza.
Ora abbiamo la Nuova Vita, ma la nostra mente e le nostre abitudini, necessitano di una svolta.
Questo ora è possibile, perché CON Dio tutto si rinnova di giorno in giorno e possiamo avere una mente elastica ai cambiamenti necessari per le svolte che il Signore vuole fare nella nostra vita.

Di certo Lui ci guida, se ci lasciamo guidare dalla Sua Parola, la quale è potente da operare in noi.
Molti di noi hanno paura dei cambiamenti, e la paura è mancanza di fede, ma, vinta questa, iniziamo a vedere le benedizioni di Dio, e non solo quelle materiali.
Così i nostri modi di pensare cambiano, affrontiamo tutto in modo sempre più diverso, più sicuro.
Dal Signore riceviamo anche quella fiducia e quella sicurezza, perché gli diamo possibilità di operare in noi e, visto che nulla è impossibile a Dio, Egli può fare al di la di ciò che pensiamo ed immaginiamo.

A rigor di logica e di buon senso sappiamo che Dio apporta cambiamenti con salti di qualità, ed il nostro spirito (assieme al Suo) ci conferma la strada giusta che Lui vuole che percorriamo.
La nostra sarà solo completa disponibilità per l'opera Sua in noi, dentro di noi, e quindi anche nei cambiamenti di percorso.
Io pensavo erroneamente, tempo addietro, che nulla sarebbe cambiato nel mio modo di pensare, ma Dio mi ha dimostrato il contrario.
La cosa mi piace, perché non vivo più la stagnazione.

Vi incoraggio (a chi non l'avesse ancora fatto) a conformarvi nel parlare secondo il Signore e ad immergervi nelle cose della Sua Parola.
Rifiutiamo categoricamente e con coraggio tutto ciò che il diavolo ci intrufola nella mente e siamo pronti a rispondere di NO a tutte le cose che sono contro la volontà di Dio, e più saremo forti e più si stancherà di avvilirci e di attaccarci.

"Resistete al diavolo ed egli si allontarerà da voi" (Giacomo 4:7).
Il diavolo può solo apportarci qualche confusione momentanea, ma in Cristo siamo più che vincitori. Posso dire, per esperienza personale, che quando, per diversi motivi, si ostacola l'opera di rinnovamento del Signore, e quando si rimandano dei cambiamenti che Lui ci chiede, allora si soffre, ma quando ascoltiamo e ubbidiamo alla Sua voce ci sentiamo felici, impariamo e ci sentiamo più maturi.

Una meditazione di Patrizia Eydallin
Gesù dice: "...e nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole" (Matteo 6:7).
Dio gradisce le preghiere spontanee, che descrivono i sentimenti del proprio cuore e non delle preghiere ripetitive, che si imparano a memoria.
Riportiamo una preghiera che descrive un sentimento di arresa, di devozione e di consacrazione; un esempio di una prima preghiera spontanea.

"Signore Gesù, mi abbandono oggi a te con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima.
Per favore entra dentro il mio cuore con grande potenza e forza.
Oggi ti voglio dire "Si" con tutto il cuore.
Voglio aprire tutto il mio cuore e invitarti ad entrare dentro di me, affinché tu possa visitare i luoghi segreti del mio cuore.


Desidero che tu sii il Signore di tutta la mia vita.
Io credo in te e ti accolgo come mio Signore e Salvatore.
Voglio con tutte le mie forze realizzare una conversione profonda e fare solo la tua volontà.
Non voglio trattenere niente di mio.

Io mi abbandono completamente a te e ti voglio consegnare: la mia vita, i miei progetti, le mie vedute, la mia salute, la mia famiglia, le mie risorse, il mio lavoro, le mie relazioni e il mio tempo.
Confesso i miei peccati a te: egoismo, infedeltà, ipocrisia, avarizia, uso di cattive parole, mancanza di amore... e, in particolare, di avere trascurato la tua Grazia.
Io rinuncio a queste cose consegnandoli a te, insieme alla mia vita.

Ti porto le mie debolezze, i miei insuccessi, le mie delusioni, le mie emozioni, i miei timori, le mie insicurezze, le mie incertezze, il mio passato, il mio presente e il mio futuro.
Voglio essere tuo nella malattia e nella salute, nella morte e nella vita.
Signore, sono stato, per tutto questo tempo, lontano da te, ma ora voglio stare vicino a te; voglio essere tuo.

Tu hai dato la tua vita per me, adesso voglio dare tutta la mia vita a te.
Dammi il tuo Amore e la tua Grazia, perché questo ormai conta più per me.
Amen".
Le scelte che si fanno, spesso influenzano tutta la vita, come la moglie, la casa, la suocera...
Gli uomini in tutte le loro scelte per le cose materiali, cercano sempre di preferire le cose più belle: la Miss più bella, la macchina più lussuosa, la casa più grande…
Mentre stranamente per le cose spirituali non scelgono affatto, o lasciano che altri scelgono per loro, come un lavaggio di cervello.
Raramente si sceglie la parte migliore: Gesù.

Nei versi biblici di Giovanni da 18:37 a 19:16, troviamo la prima scelta che fecero gli uomini: Barabba, invece di Gesù.
"Non si è liberi di scegliere!?", sentiamo spesso esclamare dalla gente.
Il problema è che le conseguenze delle scelte in campo spirituale non si vedono immediatamente.
Al limite rispondono che all'inferno si starà caldi, non si soffrirà il freddo, si giocherà a carte e vi saranno le donne più belle.

Nel nostro testo, troviamo Pilato che, nelle vesti di giudice, per ben tre volte dichiara l'innocenza di Gesù: "Io non trovo colpa in Lui".
Barabba invece era stato dichiarato colpevole, era un ladro e un omicida.
Ma il popolo lo scelse lo stesso.

Di Gesù sta scritto che andava attorno, attorno facendo del bene, guariva gli ammalati, sfamava i poveri, annunziava la Buona Novella.
Barabba invece, rubava e uccideva, eppure fu scelto al posto del Santo.
Perché questa assurdità?
Perché la luce splende nelle tenebre (Giovanni 1:5).

Alla luce della santità di Dio gli uomini sono riprovati, in compagnia di Barabba invece stanno bene.
Barabba vuol dire: figlio di un padre.
Quindi gli uomini scelsero il figlio di un padre umano al posto del Figlio di Dio.
Il giudice Pilato dopo aver costatato che Gesù era senza colpa, in contraddizione con se stesso e con la giustizia che rappresenta, sceglie di fare flagellare Gesù.

Dopo la flagellazione, la corona di spine, lo scherno, gli schiaffi e gli sputi, Pilato esclama: "Ecco l'uomo!", facendolo condurre fuori.
Forse voleva dire: "É questo l’uomo che dovete scegliere, non Barabba!".
Lì vi erano migliaia di uomini che gridavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!", e anche i soldati romani, uomini forti e armati di tutto punto e Pilato stesso, la più alta autorità.

Gesù veniva curvo, sofferente, con la corona di spine... non sembrava più un uomo.
Eppure lì in mezzo, Pilato sotto l'ispirazione divina, indicò un solo uomo: Gesù.
Se Gesù era l'uomo, gli altri cosa erano?

Il modello di uomo secondo la cultura umana sono gli uomini di grido, di successo, quelli che non perdono mai.
Il modello di uomo secondo Dio invece è Gesù.
Il Suo carattere rispecchia pienamente il frutto dello Spirito Santo: "Amore, gioia, pace..." (Galati 5:22).
I frutti della carne: "Fornicazioni, idolatria, stregonerie.."(Galati 5:19-21) degradano l'uomo; la sua dignità e lo scopo per cui è stato creato si perdono.

Facendo flagellare Gesù, Pilato sperava che alla vista di un uomo sofferente, come in effetti appariva, avrebbe impietosito il popolo e Lo avrebbe scelto.
Ma il popolo, senza pietà, Lo scelse per la croce.

Qual'era la colpa di Gesù?
Si dichiarava essere il Figlio di Dio!
Ma in che consiste questa colpa?
Se dico: "Io sono uno dei figli di Dio", tutto rimane nella normalità.
Ma dire: "Io sono il Figlio di Dio", equivale a dire: "Io sono Dio" (Giovanni 5:18; 10:33).

Ed è chiaro che Pilato, dopo questa affermazione, avesse più paura, ed era ancora più preoccupato che Gesù non gli rivolgeva più la parola.
Gesù aveva parlato e non era stato ascoltato, ma poi arriva il momento in cui non parla più.
Quando Gesù non parla più, la tragedia umana si compie.
La tradizione riferisce che Pilato, esiliato in Gallia, muore suicida.

E qui arriviamo alla seconda scelta degli uomini: dovevano scegliere tra un Re divino e uno umano.
Il re umano e pagano, Cesare, faceva pagare tasse salate al popolo, lo teneva schiavo, rubava le sue cose più belle, alla fine distrusse il suo tempio e lo disperse per il mondo.
Nonostante tutto, scelsero Cesare al posto del Re del Cielo, che portava amore, pace, liberazione e vita eterna.

In questo pezzo di storia terrena del Salvatore troviamo una terza scelta assurda degli uomini.
Negli evangeli ci viene descritto che gli scribi e i farisei con le loro menzogne, convinsero e incitarono la folla a scegliere Barabba: hanno scelto la menzogna invece della verità!
Allora Pilato, volendo soddisfare la folla, liberò Barabba e lavandosi le mani abbandonò Gesù alla loro volontà perché fosse crocifisso, e il popolo disse: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli".

Ancora oggi, dopo 2.000 anni, costatiamo la cruda realtà di questa triste affermazione del popolo ebreo.
Ancora ieri su tutti i Tg del mondo si è visto per terra tanto sangue ebreo.
Alla fine, considerando l'insieme, possiamo dire che il dolore più grande per Gesù, non fu la flagellazione, i chiodi… ma il rifiuto di Lui.

Sappiamo, però, che tutto quanto non gli è sfuggito di mano, poiché Egli è sovrano.
Egli volontariamente si diede per il nostro riscatto, e c'è ancora posto al Calvario per trovare salvezza, gioia e vita eterna.
Scegli Gesù, la vita, e vivi!

Una Meditazione di Nicola Scorsone


“Amatevi gli uni agli altri come io ho amato voi” (Giovanni 15:12); “Quale merito avrete ad amare chi vi ama?” (Matteo 5:46).
In questi due brevi concetti dell’Evangelo, citati da nostro Signore Gesù Cristo, si racchiude, a tutto tondo, l’essenza e il pensiero della vera Cristianità.
Ma, per quanto questo pensiero possa sembrare semplice e naturale nella logica, con altrettanta difficoltà sembra essere difficile, talvolta impossibile, metterlo nella pratica di tutti i giorni, costruendoli come propria regola nella vita di tutti i giorni.
Neanche il sommo sacrificio costato la vita stessa al Redentore ci fa riflettere sull’importanza dell’amore verso il prossimo.
Ma poi inevitabilmente mi soffermo a delle riflessioni e mi pongo alcune domande, forse anche banali, alle quali non so trovare coscienziose risposte a rigor di logica.
Allora mi chiedo: "Perché si arriva quasi ad idolatrare calciatori stranieri? Perché beviamo con piacere bevande straniere? Perché ci vestiamo con abiti stranieri, come pure viaggiamo con auto straniere?".
E la lista potrebbe durare all’infinito.

Ma se poi incontriamo in strada un comune straniero, senza ne arte ne parte, che si ostina a volerci pulire il tergicristallo per sbarcare il suo triste lunario fuori patria, a quel punto l’amore, l’adorazione, la scelta dello straniero non cade più su di lui.
Gesù attraverso mille modi e maniere ci ha insegnato l’amore, quello vero, l’amore senza doppiezza d’animo, quell’amore disinteressato verso il prossimo, in breve, l’amore autentico, intoccabile.

Vivo in una grande città, dove quotidianamente assisto ad ogni tipo di bassezza del genere umano, come pure agli atti di grande misericordia della poca gente che, con grande dignità raccoglie la propria croce e in molti casi, come il fece il Cireneo nella Via Crucis, quella del SIGNORE GESU’.

Ciò che più mi sconvolge è l’indifferenza della gente verso il prossimo, i ciechi di spirito (e chi scrive è il più cieco tra tutti i ciechi), ma quando si arriverà a capire che soltanto decidendo di rimettere la propria vita nelle mani del SIGNORE possiamo salvare il nostro prossimo e noi stessi, soltanto allora, avremmo fatto tutto il necessario per quel che il Signore ci chiede: affidare le sorti del nostro cammino nella sua direzione; affinché la nostra anima sia pulita dalle zavorre che pesano sulle nostre coscienze.

Una Riflessione di Luca Pinna
«Chi ha potuto disprezzare il giorno delle piccole cose?» (Zaccaria 4:10). 
Quello che ai nostri occhi potrebbe sembrare insignificante, senza importanza, Dio invece ne tiene conto.
Sono le piccole cose, infatti, che determinano la qualità della nostra vita cristiana.

Le "piccole cose" caratterizzano la nostra quotidianità, la normalità della vita, ed è da qui che si devono manifestare tutte quelle virtù spirituali che ci rendono approvati da Dio.
A Dio non serve chiamarci a fare cose straordinarie per valutare la nostra fedeltà, la si evidenzierà proprio dalle "piccole cose"; ecco perché la ricompensa sarà sempre la stessa, come ci dice Gesù in Matteo 25:21-23.

Un esempio è stata la collaborazione di Aaronne e Hur verso Mosè nella battaglia contro Amalec.
La loro presenza inizialmente poteva sembrare di contorno, ma poi si rivelò determinante per la vittoria d'Israele, perché hanno sostenuto le braccia di Mosè, a prova della loro collaborazione nell'intercessione.

Possiamo anche dare il nostro contributo di aiuto spirituale semplicemente con la nostra presenza in circostanze difficili.
Attraverso il semplice sostegno della preghiera possiamo essere di aiuto nell'opera di Dio e nella società.
Anche la nostra semplice e pronta disponibilità a venire incontro ai bisogni degli altri potrebbe rivelarsi qualcosa di più di un piccolo aiuto.

Spesso si pensa che il massimo del servizio cristiano sia quello di stare dietro un pulpito e predicare la Parola; ma abbiamo molti esempi, nel Nuovo Testamento, di servizi apparenti meno importanti che hanno determinato l'avanzamento e la crescita della Chiesa; come quello di Stefano, Filippo, Febe, Tabita e altri ancora.

Vi è anche il "servizio della piccola testimonianza".
La ragazza descritta in 2 Re 5:1-4 ci è di esempio.
Non conosciamo il nome di questa ragazza, eppure la sua testimonianza fu fondamentale, non solo per la guarigione di Naaman, ma anche per la nazione d'Israele.

L'opera di Dio è sempre cresciuta grazie anche al contributo di tante piccole testimonianze.
Anche dietro una piccola testimonianza c'è amore per le anime, fedeltà a Dio, fiducia nella Parola di Dio, etc..

Vi sono anche le "piccole offerte", come quelle del ragazzo dei cinque pani e due pesci (Giovanni 6:9-11), o dell'obolo della vedova (Marco 12:41-44).

L'opera di Dio è sostenuta anche da tante "piccole offerte", che però non sono espressione di superfluo ma di generosità.
Infatti, le offerte, piccole e grandi, che Dio gradisce sono quelle fatte volentieri, con liberalità, con gioia, con zelo e secondo i propri mezzi.

Che Dio ci aiuti ad avere i giusti sentimenti anche nelle piccole cose.

Una Riflessione di Spiridione Strano

Una Poesia di Alfredo Reitano.

Non c'è cuore che non possa incontrarlo.
Il crudele centurione romano si lasciò cadere le armi
e si convertì;
l'imperatore, l'accettò come religione.

Una volta incontrato Gesù non puoi più tornare indietro,
la gioia che si riceve è immensa,
dobbiamo donarla,
dobbiamo dimostrarla.

Anche se siamo pecore fra lupi e le incomprensioni,
gli insuccessi sono tanti, anche se le lacerazioni,
dell'anima, talvolta sono  profonde,
la fede in Gesù ci da la forza di sopportarli;
lo spirito si rimargina;
nulla può farci male.

I martiri andarono incontro ogni supplizio,
non potevano rinnegare ciò che avevano provato,
incontrando Gesù;
la loro gioia era così immensa,
che che nessuna ferita,
per quanto dolorosa,
poteva scalfire la loro fede.

E allora lasciamo cadere le armi,
usciamo dalla trincea,
andiamo incontro al nostro fratello nemico,
abbracciamolo.

Propaghiamo le vibrazioni del nostro cuore,
affinché altri cuori possano toccare,
con mano, l’amore di Gesù.

Non stiamo rinchiusi nei nostri rifugi;
andiamo nelle piazze, nelle case,
nei cuori della gente, negli angoli più sperduti della terra,
anche lì dove c'è uno solo di noi,
portiamo la parola di Gesù.

Povero o ricco,
derelitto o  potente che sia,
tutti abbiamo bisogno di Gesù;
anche nei cuori più aridi può germogliare l'amore di Dio.

Tutti  devono provare questa forte emozione,
non ci sono emozioni più forti!
Pregiudizi, interessi, egoismo, perfidia, menzogna, indifferenza...
saranno sopraffatti.

Ovunque, nessuno si sentirà più solo;
nei momenti più difficili,
nessuno si sentirà più afflitto;
ci sarà Gesù nel nostro cuore,
ci sarà Gesù nel cuore della gente.

Allora, chiunque sarà un fratello accanto a te,
ovunque sarai amato,
tutti quanti gioiremo.

Accogliamo il messaggio di  Gesù,
in fondo, Lui vuole che tutti possano essere felici.
E'  Festa!
Cristo è tra di noi!
Non ci ha mai abbandonati!
Il peccato è una cosa che Dio non può tollerare; chi cammina col Signore odia il peccato, sempre più, in virtù del fatto che, per grazia Sua, abbiamo creduto in lui.
Lo Spirito Santo mette in noi la nuova vita e desideriamo con tutto il cuore non far soffrire il nostro caro Padre, che ha compiuto per noi la grande opera di salvezza tramite Gesù.
Questo tema è degno di essere approfondito, perché è molto importante per la nostra crescita spirituale.

Possiamo non avere la consapevolezza del peccato sino a quando Dio non risveglia la nostra coscienza, toccando il nostro cuore; Lui ci fa partecipe della Sua natura e della Sua vita divina, così che possiamo valutare la differenza tra il peccato e la santità, rendendoci coscienti delle conseguenze del peccato.
Allora nasce in noi un sincero desiderio di ravvedimento e di perdono.
Così incomincia a prendere valore, per noi, la Sua presenza, la lealtà, l'amore, l'ubbidienza..., perché incominciamo a scoprire il Suo cuore a livello spirituale.

Purtroppo oggi, anche negli ambienti religiosi, si parla poco di santità e di santificazione, addirittura alcuni cercano di coprire il peccato, sottovalutandolo.
In molti passi della Bibbia viene menzionato di non perseverare nel peccato, e questo è possibile a chi crede e persevera nella preghiera.

"Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo (Dio) e la Sua parola non è in noi", 1 Giovanni 1:10;
"Se diciamo di avere comunione con Lui (Dio), e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità", 1 Giovanni 1:6;
"Se voi sapete che Egli (Dio) è giusto, sappiate che chiunque pratica la giustizia è nato da lui", 1 Giovanni 2:29;
"... ma chi odia proprio fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi", 1 Giovanni 2:11.

Lasciamoci avvolgere da tutta la Parola di Dio, non solo dai comandamenti che più ci fanno comodo, infatti "... tutta la Parola di Dio è utile ad insegnare, a correggere, a convincere, a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni opera buona", 2 Timoteo 3:16-17.
E' buono sapere dove si vuole andare e per quale motivo si intraprende un cammino spirituale, specialmente per quello con Cristo, e nello stesso tempo essere fiduciosi nelle Sue promesse; è buono anche non illuderci, sottovalutando questo aspetto molto importante per l'avanzamento del Regno di Dio nella nostra vita.

Una Meditazione di Patrizia Eydallin

Una Poesia di Alfredo Reitano.

Non c'è cuore che non possa

E' vicino, è nel nostro cuore;
il più delle volte relegato in un infinitesimale angolo nel nostro cuore,
smarrito nei  pensieri del nostro misero essere umano.

Bisogna accostarsi, tenerlo  vicino,
e a volte anche all'improvviso vedrai che, prima o poi,
si sprigionerà tutto l'amore che c'è in lui.

Tutto il vigore, l'energia la forza;
il nostro cuore non basta più a contenere tutto ciò,
lo devi trasmettere.

E' qualcosa più grande di noi,
la gioia è tanta non puoi pretendere o chiedere altro.

Tutti prima o poi devono incontrare Gesù;
allora, il dolore scompare, l'odio, la rabbia svaniscono.

Non bisogna fare grandi sacrifici, o superare prove impossibili;
li fai o li affronti ma non te ne rendi nemmeno conto.

La gioia della fede in Gesù e l'amore verso ogni essere umano,
ci appagano più di ogni altra cosa,
vera energia della vita e dell'anima.

Non sei più su una piccola barca nel mare in tempesta,
hai raggiunto la meta del tuo viaggio.
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