Il Blog di Incontrare Gesù

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Le scelte che si fanno, spesso influenzano tutta la vita, come la moglie, la casa, la suocera...
Gli uomini in tutte le loro scelte per le cose materiali, cercano sempre di preferire le cose più belle: la Miss più bella, la macchina più lussuosa, la casa più grande…
Mentre stranamente per le cose spirituali non scelgono affatto, o lasciano che altri scelgono per loro, come un lavaggio di cervello.
Raramente si sceglie la parte migliore: Gesù.

Nei versi biblici di Giovanni da 18:37 a 19:16, troviamo la prima scelta che fecero gli uomini: Barabba, invece di Gesù.
"Non si è liberi di scegliere!?", sentiamo spesso esclamare dalla gente.
Il problema è che le conseguenze delle scelte in campo spirituale non si vedono immediatamente.
Al limite rispondono che all'inferno si starà caldi, non si soffrirà il freddo, si giocherà a carte e vi saranno le donne più belle.

Nel nostro testo, troviamo Pilato che, nelle vesti di giudice, per ben tre volte dichiara l'innocenza di Gesù: "Io non trovo colpa in Lui".
Barabba invece era stato dichiarato colpevole, era un ladro e un omicida.
Ma il popolo lo scelse lo stesso.

Di Gesù sta scritto che andava attorno, attorno facendo del bene, guariva gli ammalati, sfamava i poveri, annunziava la Buona Novella.
Barabba invece, rubava e uccideva, eppure fu scelto al posto del Santo.
Perché questa assurdità?
Perché la luce splende nelle tenebre (Giovanni 1:5).

Alla luce della santità di Dio gli uomini sono riprovati, in compagnia di Barabba invece stanno bene.
Barabba vuol dire: figlio di un padre.
Quindi gli uomini scelsero il figlio di un padre umano al posto del Figlio di Dio.
Il giudice Pilato dopo aver costatato che Gesù era senza colpa, in contraddizione con se stesso e con la giustizia che rappresenta, sceglie di fare flagellare Gesù.

Dopo la flagellazione, la corona di spine, lo scherno, gli schiaffi e gli sputi, Pilato esclama: "Ecco l'uomo!", facendolo condurre fuori.
Forse voleva dire: "É questo l’uomo che dovete scegliere, non Barabba!".
Lì vi erano migliaia di uomini che gridavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!", e anche i soldati romani, uomini forti e armati di tutto punto e Pilato stesso, la più alta autorità.

Gesù veniva curvo, sofferente, con la corona di spine... non sembrava più un uomo.
Eppure lì in mezzo, Pilato sotto l'ispirazione divina, indicò un solo uomo: Gesù.
Se Gesù era l'uomo, gli altri cosa erano?

Il modello di uomo secondo la cultura umana sono gli uomini di grido, di successo, quelli che non perdono mai.
Il modello di uomo secondo Dio invece è Gesù.
Il Suo carattere rispecchia pienamente il frutto dello Spirito Santo: "Amore, gioia, pace..." (Galati 5:22).
I frutti della carne: "Fornicazioni, idolatria, stregonerie.."(Galati 5:19-21) degradano l'uomo; la sua dignità e lo scopo per cui è stato creato si perdono.

Facendo flagellare Gesù, Pilato sperava che alla vista di un uomo sofferente, come in effetti appariva, avrebbe impietosito il popolo e Lo avrebbe scelto.
Ma il popolo, senza pietà, Lo scelse per la croce.

Qual'era la colpa di Gesù?
Si dichiarava essere il Figlio di Dio!
Ma in che consiste questa colpa?
Se dico: "Io sono uno dei figli di Dio", tutto rimane nella normalità.
Ma dire: "Io sono il Figlio di Dio", equivale a dire: "Io sono Dio" (Giovanni 5:18; 10:33).

Ed è chiaro che Pilato, dopo questa affermazione, avesse più paura, ed era ancora più preoccupato che Gesù non gli rivolgeva più la parola.
Gesù aveva parlato e non era stato ascoltato, ma poi arriva il momento in cui non parla più.
Quando Gesù non parla più, la tragedia umana si compie.
La tradizione riferisce che Pilato, esiliato in Gallia, muore suicida.

E qui arriviamo alla seconda scelta degli uomini: dovevano scegliere tra un Re divino e uno umano.
Il re umano e pagano, Cesare, faceva pagare tasse salate al popolo, lo teneva schiavo, rubava le sue cose più belle, alla fine distrusse il suo tempio e lo disperse per il mondo.
Nonostante tutto, scelsero Cesare al posto del Re del Cielo, che portava amore, pace, liberazione e vita eterna.

In questo pezzo di storia terrena del Salvatore troviamo una terza scelta assurda degli uomini.
Negli evangeli ci viene descritto che gli scribi e i farisei con le loro menzogne, convinsero e incitarono la folla a scegliere Barabba: hanno scelto la menzogna invece della verità!
Allora Pilato, volendo soddisfare la folla, liberò Barabba e lavandosi le mani abbandonò Gesù alla loro volontà perché fosse crocifisso, e il popolo disse: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli".

Ancora oggi, dopo 2.000 anni, costatiamo la cruda realtà di questa triste affermazione del popolo ebreo.
Ancora ieri su tutti i Tg del mondo si è visto per terra tanto sangue ebreo.
Alla fine, considerando l'insieme, possiamo dire che il dolore più grande per Gesù, non fu la flagellazione, i chiodi… ma il rifiuto di Lui.

Sappiamo, però, che tutto quanto non gli è sfuggito di mano, poiché Egli è sovrano.
Egli volontariamente si diede per il nostro riscatto, e c'è ancora posto al Calvario per trovare salvezza, gioia e vita eterna.
Scegli Gesù, la vita, e vivi!

Una Meditazione di Nicola Scorsone


“Amatevi gli uni agli altri come io ho amato voi” (Giovanni 15:12); “Quale merito avrete ad amare chi vi ama?” (Matteo 5:46).
In questi due brevi concetti dell’Evangelo, citati da nostro Signore Gesù Cristo, si racchiude, a tutto tondo, l’essenza e il pensiero della vera Cristianità.
Ma, per quanto questo pensiero possa sembrare semplice e naturale nella logica, con altrettanta difficoltà sembra essere difficile, talvolta impossibile, metterlo nella pratica di tutti i giorni, costruendoli come propria regola nella vita di tutti i giorni.
Neanche il sommo sacrificio costato la vita stessa al Redentore ci fa riflettere sull’importanza dell’amore verso il prossimo.
Ma poi inevitabilmente mi soffermo a delle riflessioni e mi pongo alcune domande, forse anche banali, alle quali non so trovare coscienziose risposte a rigor di logica.
Allora mi chiedo: "Perché si arriva quasi ad idolatrare calciatori stranieri? Perché beviamo con piacere bevande straniere? Perché ci vestiamo con abiti stranieri, come pure viaggiamo con auto straniere?".
E la lista potrebbe durare all’infinito.

Ma se poi incontriamo in strada un comune straniero, senza ne arte ne parte, che si ostina a volerci pulire il tergicristallo per sbarcare il suo triste lunario fuori patria, a quel punto l’amore, l’adorazione, la scelta dello straniero non cade più su di lui.
Gesù attraverso mille modi e maniere ci ha insegnato l’amore, quello vero, l’amore senza doppiezza d’animo, quell’amore disinteressato verso il prossimo, in breve, l’amore autentico, intoccabile.

Vivo in una grande città, dove quotidianamente assisto ad ogni tipo di bassezza del genere umano, come pure agli atti di grande misericordia della poca gente che, con grande dignità raccoglie la propria croce e in molti casi, come il fece il Cireneo nella Via Crucis, quella del SIGNORE GESU’.

Ciò che più mi sconvolge è l’indifferenza della gente verso il prossimo, i ciechi di spirito (e chi scrive è il più cieco tra tutti i ciechi), ma quando si arriverà a capire che soltanto decidendo di rimettere la propria vita nelle mani del SIGNORE possiamo salvare il nostro prossimo e noi stessi, soltanto allora, avremmo fatto tutto il necessario per quel che il Signore ci chiede: affidare le sorti del nostro cammino nella sua direzione; affinché la nostra anima sia pulita dalle zavorre che pesano sulle nostre coscienze.

Una Riflessione di Luca Pinna
«Chi ha potuto disprezzare il giorno delle piccole cose?» (Zaccaria 4:10). 
Quello che ai nostri occhi potrebbe sembrare insignificante, senza importanza, Dio invece ne tiene conto.
Sono le piccole cose, infatti, che determinano la qualità della nostra vita cristiana.

Le "piccole cose" caratterizzano la nostra quotidianità, la normalità della vita, ed è da qui che si devono manifestare tutte quelle virtù spirituali che ci rendono approvati da Dio.
A Dio non serve chiamarci a fare cose straordinarie per valutare la nostra fedeltà, la si evidenzierà proprio dalle "piccole cose"; ecco perché la ricompensa sarà sempre la stessa, come ci dice Gesù in Matteo 25:21-23.

Un esempio è stata la collaborazione di Aaronne e Hur verso Mosè nella battaglia contro Amalec.
La loro presenza inizialmente poteva sembrare di contorno, ma poi si rivelò determinante per la vittoria d'Israele, perché hanno sostenuto le braccia di Mosè, a prova della loro collaborazione nell'intercessione.

Possiamo anche dare il nostro contributo di aiuto spirituale semplicemente con la nostra presenza in circostanze difficili.
Attraverso il semplice sostegno della preghiera possiamo essere di aiuto nell'opera di Dio e nella società.
Anche la nostra semplice e pronta disponibilità a venire incontro ai bisogni degli altri potrebbe rivelarsi qualcosa di più di un piccolo aiuto.

Spesso si pensa che il massimo del servizio cristiano sia quello di stare dietro un pulpito e predicare la Parola; ma abbiamo molti esempi, nel Nuovo Testamento, di servizi apparenti meno importanti che hanno determinato l'avanzamento e la crescita della Chiesa; come quello di Stefano, Filippo, Febe, Tabita e altri ancora.

Vi è anche il "servizio della piccola testimonianza".
La ragazza descritta in 2 Re 5:1-4 ci è di esempio.
Non conosciamo il nome di questa ragazza, eppure la sua testimonianza fu fondamentale, non solo per la guarigione di Naaman, ma anche per la nazione d'Israele.

L'opera di Dio è sempre cresciuta grazie anche al contributo di tante piccole testimonianze.
Anche dietro una piccola testimonianza c'è amore per le anime, fedeltà a Dio, fiducia nella Parola di Dio, etc..

Vi sono anche le "piccole offerte", come quelle del ragazzo dei cinque pani e due pesci (Giovanni 6:9-11), o dell'obolo della vedova (Marco 12:41-44).

L'opera di Dio è sostenuta anche da tante "piccole offerte", che però non sono espressione di superfluo ma di generosità.
Infatti, le offerte, piccole e grandi, che Dio gradisce sono quelle fatte volentieri, con liberalità, con gioia, con zelo e secondo i propri mezzi.

Che Dio ci aiuti ad avere i giusti sentimenti anche nelle piccole cose.

Una Riflessione di Spiridione Strano

Una Poesia di Alfredo Reitano.

Non c'è cuore che non possa incontrarlo.
Il crudele centurione romano si lasciò cadere le armi
e si convertì;
l'imperatore, l'accettò come religione.

Una volta incontrato Gesù non puoi più tornare indietro,
la gioia che si riceve è immensa,
dobbiamo donarla,
dobbiamo dimostrarla.

Anche se siamo pecore fra lupi e le incomprensioni,
gli insuccessi sono tanti, anche se le lacerazioni,
dell'anima, talvolta sono  profonde,
la fede in Gesù ci da la forza di sopportarli;
lo spirito si rimargina;
nulla può farci male.

I martiri andarono incontro ogni supplizio,
non potevano rinnegare ciò che avevano provato,
incontrando Gesù;
la loro gioia era così immensa,
che che nessuna ferita,
per quanto dolorosa,
poteva scalfire la loro fede.

E allora lasciamo cadere le armi,
usciamo dalla trincea,
andiamo incontro al nostro fratello nemico,
abbracciamolo.

Propaghiamo le vibrazioni del nostro cuore,
affinché altri cuori possano toccare,
con mano, l’amore di Gesù.

Non stiamo rinchiusi nei nostri rifugi;
andiamo nelle piazze, nelle case,
nei cuori della gente, negli angoli più sperduti della terra,
anche lì dove c'è uno solo di noi,
portiamo la parola di Gesù.

Povero o ricco,
derelitto o  potente che sia,
tutti abbiamo bisogno di Gesù;
anche nei cuori più aridi può germogliare l'amore di Dio.

Tutti  devono provare questa forte emozione,
non ci sono emozioni più forti!
Pregiudizi, interessi, egoismo, perfidia, menzogna, indifferenza...
saranno sopraffatti.

Ovunque, nessuno si sentirà più solo;
nei momenti più difficili,
nessuno si sentirà più afflitto;
ci sarà Gesù nel nostro cuore,
ci sarà Gesù nel cuore della gente.

Allora, chiunque sarà un fratello accanto a te,
ovunque sarai amato,
tutti quanti gioiremo.

Accogliamo il messaggio di  Gesù,
in fondo, Lui vuole che tutti possano essere felici.
E'  Festa!
Cristo è tra di noi!
Non ci ha mai abbandonati!
Il peccato è una cosa che Dio non può tollerare; chi cammina col Signore odia il peccato, sempre più, in virtù del fatto che, per grazia Sua, abbiamo creduto in lui.
Lo Spirito Santo mette in noi la nuova vita e desideriamo con tutto il cuore non far soffrire il nostro caro Padre, che ha compiuto per noi la grande opera di salvezza tramite Gesù.
Questo tema è degno di essere approfondito, perché è molto importante per la nostra crescita spirituale.

Possiamo non avere la consapevolezza del peccato sino a quando Dio non risveglia la nostra coscienza, toccando il nostro cuore; Lui ci fa partecipe della Sua natura e della Sua vita divina, così che possiamo valutare la differenza tra il peccato e la santità, rendendoci coscienti delle conseguenze del peccato.
Allora nasce in noi un sincero desiderio di ravvedimento e di perdono.
Così incomincia a prendere valore, per noi, la Sua presenza, la lealtà, l'amore, l'ubbidienza..., perché incominciamo a scoprire il Suo cuore a livello spirituale.

Purtroppo oggi, anche negli ambienti religiosi, si parla poco di santità e di santificazione, addirittura alcuni cercano di coprire il peccato, sottovalutandolo.
In molti passi della Bibbia viene menzionato di non perseverare nel peccato, e questo è possibile a chi crede e persevera nella preghiera.

"Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo (Dio) e la Sua parola non è in noi", 1 Giovanni 1:10;
"Se diciamo di avere comunione con Lui (Dio), e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità", 1 Giovanni 1:6;
"Se voi sapete che Egli (Dio) è giusto, sappiate che chiunque pratica la giustizia è nato da lui", 1 Giovanni 2:29;
"... ma chi odia proprio fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi", 1 Giovanni 2:11.

Lasciamoci avvolgere da tutta la Parola di Dio, non solo dai comandamenti che più ci fanno comodo, infatti "... tutta la Parola di Dio è utile ad insegnare, a correggere, a convincere, a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni opera buona", 2 Timoteo 3:16-17.
E' buono sapere dove si vuole andare e per quale motivo si intraprende un cammino spirituale, specialmente per quello con Cristo, e nello stesso tempo essere fiduciosi nelle Sue promesse; è buono anche non illuderci, sottovalutando questo aspetto molto importante per l'avanzamento del Regno di Dio nella nostra vita.

Una Meditazione di Patrizia Eydallin

Una Poesia di Alfredo Reitano.

Non c'è cuore che non possa

E' vicino, è nel nostro cuore;
il più delle volte relegato in un infinitesimale angolo nel nostro cuore,
smarrito nei  pensieri del nostro misero essere umano.

Bisogna accostarsi, tenerlo  vicino,
e a volte anche all'improvviso vedrai che, prima o poi,
si sprigionerà tutto l'amore che c'è in lui.

Tutto il vigore, l'energia la forza;
il nostro cuore non basta più a contenere tutto ciò,
lo devi trasmettere.

E' qualcosa più grande di noi,
la gioia è tanta non puoi pretendere o chiedere altro.

Tutti prima o poi devono incontrare Gesù;
allora, il dolore scompare, l'odio, la rabbia svaniscono.

Non bisogna fare grandi sacrifici, o superare prove impossibili;
li fai o li affronti ma non te ne rendi nemmeno conto.

La gioia della fede in Gesù e l'amore verso ogni essere umano,
ci appagano più di ogni altra cosa,
vera energia della vita e dell'anima.

Non sei più su una piccola barca nel mare in tempesta,
hai raggiunto la meta del tuo viaggio.
Certo, il nuovo anno ci proietta nel futuro, ma è indispensabile nel presente fare un bilancio di quelli passati.
Per le cose materiali c'è la naturale tendenza a migliorare: con una cassaforte sempre più grande, una casa più confortevole ecc...
Quanti nuovi anni abbiamo trascorso in questa ottica?
Per le cose spirituali ed eterne invece ci si lascia trascinare e ci si lascia vivere nella routine religiosa, filosofica, atea, o altro; anno dopo anno senza badarci più di tanto.

Un giorno mi trovai a fare dei conti spirituali con due nonnine che tornavano dalla messa.
Domandai loro: "Quando una persona ammalata fa una cura, che risultato si aspetta?".
"Che guarisca!", risposero.
"E se non funziona", replicai.
"Beh!, allora la si cambia con un'altra e la precedente si butta nella spazzatura".
"Voi", ripresi, "spiritualmente per la vostra vita avete fatto tutta la cura che c'era da fare: vi siete battezzate, avete fatto la comunione, la cresima, vi siete sposate religiosamente, avete seguito tutte le messe, il rosario l'avete recitato centinaia di volte ecc... ecc...".

A questo punto mi fermai e domandai: "Quanti anni avete? Da quanti anni fate questa cura?".
Una disse che aveva 75 anni e l'altra 80.
"Allora ditemi", ripresi, "dopo 75 e 80 anni, che certezze avete? Con la vostra malattia (il peccato) a che punto siete? Siete state guarite? Cioè siete state salvate? Avete la Vita eterna? Avete la certezza di andare in Paradiso?".
Ambedue alzarono le spalle in segno d'incertezza.
"Allora", dissi, "questa cura non funziona, è meglio buttarla; che senso ha continuare per altri 80 anni in questa situazione?".

Noi vogliamo ribadire con forza che c'è una soluzione, da 2.000 anni.
Non è una medicina, non è una religione, non è una magia, è una persona e si chiama GESÙ.
Un giorno dei sacerdoti dissero a Gesù: "Perché mangiate e bevete con i peccatori?".
Gesù rispose loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati.
Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento" (Luca 5:30-32).

Un'altra volta, in sintesi, gli dissero: "Noi stiamo benissimo, ci vediamo bene, non siamo ciechi".
Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite che ci vedete, il vostro peccato rimane" (Giovanni 9:35-41).
La medicina giusta: "...il sangue di Gesù, Figlio di Dio, ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7-9).
Continuerai in questo Nuovo Anno a vivere nel tuo stato di perdizione?
O sceglierai oggi il vero Dottore con la vera medicina?

Una Riflessione di Nicola Scorsone
Hai sentito dell’orologio che ha avuto un esaurimento nervoso? 
Un giorno incominciò a pensare a quanto avrebbe dovuto ticchettare durante l’anno successivo. 
Calcolando due ticchettii al secondo, 120 al minuto, 7200 all'ora, 172.800 al giorno e 1.209.600 ogni settimana, l'orologio si rese subito conto che per i 12 mesi successivi avrebbe dovuto ticchettare quasi 63 milioni di volte... 

Più ci pensava e più diveniva ansioso. 
Alla fine la pressione fu troppa e l’orologio ebbe un esaurimento nervoso. 
Allo psichiatra confidò di non avere la forza di ticchettare tanto. 
Il medico chiese: “Ma quanti ticchettii devi fare alla volta?”. 
L’orologio rispose: “Soltanto uno”. 
“Bene, allora fanne uno alla volta e non ti preoccupare di quello seguente”, consigliò il medico, “sono sicuro che te la caverai bene". 
L’orologio fece proprio così... e continuò la sua vita felice e contento.


Anche tu a volte ti trovi di fronte a qualche problema che ti sembra insormontabile? 
Il peso che da tanto tempo stai portando ti appare troppo gravoso? 
Il futuro appare minaccioso? 
Getta il tuo peso sul Signore, chiedigli di aiutarti oggi. 
Come disse Gesù: “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:34). 
Prendi un ticchettio alla volta! 

Quando ogni preoccupazione viene portata a Dio con fede, non abbiamo più il terreno sul quale fondare le nostre ansietà. 
In questo anno che si sta concludendo, come quello che comincia, forse come l’orologio depresso siamo passati e passeremo attraverso tante prove, ma eccoci ancora qui, vivi! (Lo dimostra il fatto che stai leggendo questo scritto). Una fortuna? 
No, un favore da parte di Dio, che concede ancora del tempo per riconciliarci con Lui.


Chi confida in Gesù ha messo il futuro nelle Sue mani e sa che, qualunque cosa accada, il suo Dio e Padre gli sarà al fianco per incoraggiarlo, aiutarlo, consolarlo... 
Sa che si avvicina sempre di più il momento in cui Gesù ritornerà per prendere tutti i Suoi e portarli alla presenza del Padre, dove la felicità è infinita ed eterna. 
Allora sì, veramente, “il meglio è davanti”.


Per chi non conosce ancora Gesù personalmente, incomincia un nuovo anno di opportunità... per farlo. 
Caro amico, se non hai certezze riguardo l'avvenire, se oggi sei dominato dalla paura, allora ti diciamo: "Vai ora a Gesù". 
Egli vuole trasformare il tuo duolo in gioia e riempire il tuo cuore del Suo amore e della Sua pace.


Una Meditazione di Andrea Scorsone
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