Il Blog di Incontrare Gesù

Articoli di attualità, esperienze personali e meditazioni su argomenti etici morali, sulla fede cristiana e sulla religione in generale.

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Perché Gesù sceglie un malfattore e non Nicodemo, uno dei più zelanti religiosi del suo tempo? 
Perché il primo a varcare la soglia del Paradiso è un omicida, e non Maria o uno dei suoi discepoli?
Cosa vuole insegnarci Gesù?
L’Apostolo Paolo apre la porta alla risposta: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio, non in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9).

La Grazia è il punto centrale, l’inizio e la fine dell’opera di Salvezza operata da Gesù in favore di una umanità perduta.
Invero, gli uomini desiderano un Vangelo gradevole, che dia soccorso e consolazione, ma che, in fondo, non vada a risvegliare la coscienza; quella stessa coscienza che ci accomuna tutti di fronte alla croce,  tutti ci possiamo rispecchiare nei due ladroni e capire, in definitiva, che cosa veramente vogliamo da Gesù.

Finalmente donna.
Avevo tre anni quando mia madre mi abbandonò, a sei anni anche mio padre mi lasciò e così fui allevata dai nonni.
Cominciai il viaggio della vita, affamata di comprensione e affetto femminile.
Ero ancora ragazza quando mi accorsi di essere attratta dalle donne, avevo un comportamento mascolino e preferivo la compagnia dei ragazzi.
Divenni una brava atleta, e fu durante una trasferta che ebbi la mia prima esperienza lesbica.

Dopo altre esperienze del genere, decisi di sposare un uomo meraviglioso che mi offrì sicurezza, stabilità e amore; ma dopo due anni lo lasciai, andai a vivere all’estero, apertamente lesbica.
Attraversai esperienze tristi e traumatiche e infine accettai l’invito di mio marito di tornare da lui.
Il mio ritorno non fu facile e non riuscii mai a spiegargli il mio tormento interiore.
Dopo la nascita di mio figlio, cominciai a pensare a Dio e in seguito, dopo aver studiato la Bibbia, divenni una nuova creatura in Cristo Gesù.

Dio perdonò i miei peccati, compresi in un modo tutto nuovo il valore della donna davanti al Creatore e finalmente capii il piano divino per il matrimonio: una relazione meravigliosa tra uomo e donna.
La Parola di Dio e la preghiera mi aiutarono nel cammino cristiano a superare le lotte interiori.
Avevo deciso di vivere nelle vie del Signore e per la Sua grazia ci sono riuscita fino a questo momento e (lo so con certezza) finché, liberata da questo corpo, sarò nella perfezione alla presenza del Signore.
Esther
Tutti i credenti che hanno letto il passo del vangelo di Giovanni (Giovanni 3:1-21), nel quale Nicodemo va a Gesù, sanno della "nuova nascita".
Fra queste persone ne troviamo alcune che: 
  • avendone capito l'importanza, umiliato il loro cuore, chiesto perdono al Signore dei propri peccati, ne hanno fatto l'esperienza diretta; 
  • altre, vivendo in un lassismo spirituale abitudinario, non si sono poste alcun problema; 
  • altre ancora che si sono pacificamente auto-convinte di essere "nate di nuovo" solo perché credono di credere in Gesù.
Gesù con due discepoliDico "credono di credere" perché queste ultime persone sono convinte di "credere in Gesù Cristo" solo perché credono che Gesù sia esistito.
Quando, poi, faccio notare loro che anche il diavolo sa benissimo che Gesù è esistito ma non per questo possiamo considerarlo un "credente" in Cristo, allora vanno in crisi.

Una nave nella tempesta
È sera, l’oceano è in tempesta.
Una nave, la Rosa Mary, con a bordo 76 persone, all’improvviso viene squarciata da una tremenda esplosione.
Il fuoco si sviluppa mentre l’acqua comincia a penetrare nella stiva.
L’affondamento è inevitabile, è solo questione di pochi minuti.
Immediatamente viene lanciato l’allarme alle navi vicine per soccorrere i poveri passeggeri colti alla sprovvista.
Una nave, la Christ Church, si trova proprio nelle vicinanze.
La nave dispone di 24 scialuppe di salvataggio e di un equipaggio di 64 uomini.
Il comandante della Christ Church dirama gli ordini necessari per effettuare l’operazione di salvataggio.
E così, uno degli ufficiali, John Brock, senza perdere un attimo, si avvia precipitosamente verso il ponte di coperta, nella sala riunioni, dove in quel momento gran parte dell’equipaggio insieme ai passeggeri sono riuniti  per una funzione religiosa.

Angelo
“Mi chiamo Gabriele Francesco. 
Sono nato a Novara l’11 aprile 2013 e oggi, se fossi ancora vivo, avrei un anno. 
Invece sono morto lo stesso giorno in cui sono nato. 
Adesso tutti starete pensando che mamma e papa non si sono com­portati bene. 
In effetti, mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e senza biberon nei paraggi. 
Non mi permetto di giudicarli, certo è che noi neonati siamo indi­fesi: ci buttano dai ponti, ci vendono per po­chi soldi.

Athet Pyan Shintaw Paul, un ex-monaco buddista del Myanmar (Burma), racconta come nel 1998 resuscitò dai morti mentre si svolgeva il suo funerale, dopo tre giorni, tornando dall'Inferno.

Convertitosi a Cristo cominciò subito ad avvertire tutti che se continuavano ad adorare Buddha e altri dei sarebbero finiti all'Inferno, proclamando che solo Gesù è il vero Dio.
Ecco le sue parole:
«Mi chiamo Athet Pyan Shintaw Paulu, sono nato nel 1958 in Bogale nel Irrawaddy Delta, Myanmar del Sud (Burma).
Quando raggiunsi i 18 anni, i miei genitori Buddisti mi mandarono come novizio in un monastero.
A 19 anni, diventai un monaco, entrando nel monastero di Mandalay Kyaikasan Kyaing, dove fui istruito da U Zadila Kyar Ni Kan Sayadaw, probabilmente il più famoso insegnante buddista del tempo, che è morto in un incidente stradale nel 1983.
Quando entrai nel monastero mi fu dato un nome nuovo: U Nata Pannita Ashinthuriya.

Paesaggio immaginario dell'Inferno
Cercai di sacrificare i miei propri pensieri e desideri egoistici, persino quando le zanzare si posavano sul mio braccio, io invece di cacciarle via gli permettevo di morsicarmi.
Mi ammalai molto gravemente, e i medici diagnosticarono una combinazione di Malaria e Febbre gialla.
Dopo un mese in ospedale, essi mi dissero che non potevano fare altro per me, e mi dimisero dall'ospedale in modo che potessi prepararmi per la morte.
Di ritorno al monastero, io diventai sempre più debole, e alla fine persi i sensi.
Scoprii, più tardi, che ero morto, il mio corpo cominciò ad imputridirsi e odorava di morte, il mio cuore aveva cessato di battere.

Kenneth Hagin racconta come quando ancora ragazzo, lontano da Dio è morto, sceso all'Inferno e poi risuscitato  per la misericordia di Dio.

Ecco le sue parole.
«Nel tardo pomeriggio, il mio cuore cessò di battere e l'uomo spirituale che viveva nel mio corpo mi abbandonò.
Quando la morte si è impadronita di me, la nonna, mio fratello minore e mia madre accorsero in casa ed ebbi solo il tempo di dire loro addio che l'uomo interiore scivolò via, lasciando il mio corpo esanime, gli occhi fissi e la carne gelida.

Scesi giù, giù, giù al punto che vidi le luci sulla terra dissolversi.
Non è esatto dire che svenni, neppure che fossi in coma; posso provare che clinicamente ero morto: gli occhi erano fissi, il cuore aveva cessato di battere e il polso era fermo.
Le Scritture parlano del servo disutile gettato fuori nelle tenebre, dove c'è il pianto, e lo stridor dei denti (Matteo 25:30).

Più scendevo e più si faceva buio, finché fui nell'oscurità più assoluta: non avrei scorto la mia mano ad un palmo dagli occhi.
Più andavo giù e più sentivo il caldo intorno a me, l'atmosfera si faceva soffocante.
Finalmente sotto di me scorsi delle luci guizzanti, riflesse sulle pareti delle caverne dov'erano i dannati, causate dal fuoco infernale.
L'immensa sfera fiammeggiante, dai bianchi contorni, mi trascinava e mi attraeva come la calamita attira il metallo.
Non volevo andare!
Non camminavo, era il mio spirito che si comportava come il metallo in presenza di una calamita.
Non potevo staccare gli occhi dalla sfera, sentivo il calore sul viso.

Bernada Fernandez racconta come il Signore la portò a vedere l'Inferno, e come lì vide anche un giovane che aveva evangelizzato tempo prima, ma che aveva rifiutato il Vangelo.

Ecco le sue parole: «... Credevo che Gesù mi stesse portando in Cielo, perché avevo la certezza della mia salvezza, invece scendemmo in un tunnel nel cuore della terra.
Ci avvicinammo ad un certo luogo dove si sentiva un odore pestilente, qualche cosa che mi faceva orrore.
Mi girai verso il Signore, e gli dissi: "Non voglio andare in questo posto".
Con una voce molto forte, il Signore mi rispose: "E' necessario che tu veda prima; bisogna che tu veda cosa c'e in questo luogo".

Entrammo in un luogo molto oscuro e terribile, sentivo dei gemiti come ne parla la Parola di Dio.
Non potrò mai dimenticarli!
Quando arrivammo in fondo al tunnel, ci siamo seduti sopra una roccia, e il Signore mi disse: "Guarda!".
Dinanzi a me, si estendeva quel terribile spettacolo dell'Inferno: anime che si lamentavano e urla terribili. Laggiù, ognuno pensa a se stesso, nessuno si occupa di nessuno.
Non c'è nient'altro che pianti, lamenti e odio.
L'Inferno è veramente reale! Non è un racconto, come molti credono, ne un'invenzione della Chiesa.

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