Il Blog di Incontrare Gesù

Articoli di attualità, esperienze personali e meditazioni su argomenti etici morali, sulla fede cristiana e sulla religione in generale.

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POESIE












Una poesia di Paolo Fonte.

Nessuno vi rapirà dalla mia mano.

Quando tutto si fa buio intorno a noi,
quando tutto sembra crollare e non scorgiamo più alcun bene, confidiamo a Gesù le nostre pene.

Vediamo una meravigliosa luce inondar la nostra vita, e il buon Pastore sussurrare al nostro cuore: Non temete! Nessuno vi rapirà dalla mia mano.

Io prego notte e dì il Divin Creatore, affinché siete ripieni del suo grande amore.

Cominciamo a vivere così una nuova vita.

Evangelizzazione

Un racconto di Nicola Scorsone.

“La compagnia aerea «Salvezza» annuncia la partenza del volo SAL777 diretto a Paradisolandia.
I passeggeri sono pregati dì portarsi al varco d’imbarco numero 3”.
La voce melodiosa dell’annunciatrice ripeté per tre volte l’annuncio prima che il “bin bon” dell’altoparlante confer­masse la fine del messaggio.
Gli altopar­lanti gracchiarono ancora ed una voce ben diversa annunciò: “Ultima chiamata per il volo PEC666 della Air Piaceri diretto a Borgodiavolo.

Tutti i passeggeri sono pregati di recarsi imme­diatamente al varco d’imbarco numero 17”.
“Ecco il mio volo” disse mister Nero dall’occhio triste.
“Penso sia meglio che vada anch’io. Paradisolandia mi aspetta!”, disse il signor Bianco dal caldo sorriso.
“Stai veramente andando a Paradisolandia?”, gli chiese mister Nero.
“Dicono che Paradisolandia sia un posto così noioso... Io invece sto andando a Borgodiavolo. Dicono che lì succeda di tutto!”.
“E chi lo dice?”, chiese educatamente il signor Bianco dal caldo sor­riso.
“Loro, gli altri... tutti quanti. Il resto del mondo, gente che ne sa veramente, i media, Hollywood, la TV, fortuna 2000, gli artisti, tutti tranne quei fanatici religiosi”, affermò bellicosamente mister Nero.

Una Riflessione di Paolo Moretti. 

Migliaia di "pellegrini" sono da settimane quotidianamente in coda davanti al duomo di Torino per poter vedere da vicino l'immagine di un uomo impressa su un lenzuolo, che la tradizione popolare, mai smentita e neppure mai ufficialmente supportata dalla chiesa cattolica, in un tipico atteggiamento "alla Ponzio Pilato", identifica con la "sindone", che avrebbe avvolto il corpo morto di Gesù prima della risurrezione.

Un esempio significativo.
Nei giorni precedenti il compimento da parte di Gesù del progetto divino per la salvezza dell'uomo peccatore, alcuni pellegrini Giudei, giunti a Gerusalemme forse dalla Grecia per celebrarvi la ricorrenza pasquale, contattarono Filippo, uno dei discepoli del Signore, perché desideravano "vedere Gesù" (Giovanni 12:20-21).
Sicuramente Gesù era un personaggio "chiacchierato" in quei giorni di festa, in città si parlava di Lui: dei Suoi miracoli, dei Suoi insegnamenti.
È quindi comprensibile il desiderio di questi pellegrini venuti dal di fuori di saperne di più su questo personaggio.

Come spesso succede, da che mondo è mondo, pensano che provare a contattare direttamente Gesù sia difficile ed allora vanno da Filippo che probabilmente qualcuno di loro conosceva.
Gesù ascolta Filippo ed Andrea, che nel frattempo era stato coinvolto in questa specie di "raccomandazione".
Ma... come reagisce il Signore davanti a questa richiesta certamente per Lui gratificante?
Se fossi stato io al suo posto, sarei andato incontro a questi Giudei-Greci; avrei detto: "Eccomi qua! Guardatemi!".
Era così semplice esaudire questo desiderio!
Ma Gesù, no! Gesù non si fa vedere!


Testimonianze

Ricordi dolorosi e tristi. 

Sono passati molti anni dai tempi in cui frequentavo l’oratorio di Locarno, non ricordo esattamente il periodo esatto, ricordo che erano gli anni tra l'infanzia e l'adolescenza.
Sono ricordi dolorosi e tristi, tenuti segreti per pudore, vergogna, per una cultura che all'epoca, molto diversa da quella odierna, da vittima oggettiva, vi era il rischio di apparire calunniatore e carnefice.
Parlo comunque con un profondo rispetto verso chi con questi fatti non c'entra nulla, ma inevitabilmente coinvolto in quanto rappresentante della categoria.
Dicevo, sono passati molti anni da quei fatti, e oggi ho il bisogno di parlarne per togliere finalmente quella pesante pietra che per anni ha schiacciato la mia dignità, la mia anima, la mia coscienza... ho il bisogno insomma di liberarmi dalle catene dell'omertà in un periodo in cui finalmente vi sono segnali di volontà, nel fare luce sul triste fenomeno della pratica pedofila negli ambienti clericali; di chiedere perdono a tutte le vittime di un sistema in cui l'agire nell'anonimato e abusare della propria forza, protetti dal muro del sacro silenzio, veniva garantito dalle autorità in carica.
Una testimonianza che ha l'intento di cambiare la mentalità e di preservare il futuro di tutti da un sistema in cui l'apparire è predominante sull'agire.

In quel periodo il responsabile dell’oratorio era Don ... (mantengo il riserbo non sapendo e non avendo avuto la volontà di indagare se questa persona sia ancora viva, se sia stato arrestato, o quale altra fine abbia fatto).
Questo povero miserabile, un giorno mi invitò nella sala del cinema al 1° piano durante la proiezione di un film.
Soli in quel locale, mi chiese di sedermi e mi posò la sua mano sopra le mia ginocchia dicendomi di non temere.
Io non capivo cosa volesse fare, eravamo completamente al buio per permettere la proiezione del film.
Ad un tratto mi prese la mano e appoggiandola su una sagoma strana, mi disse che era il suo pollice, poi accarezzandomi la testa, mi spinse verso il basso.
Si accesero improvvisamente le luci del piano di sotto (forse era la pausa); notai che questo miserabile era nudo nella parte intima.
Scioccato e impaurito, scappai rifugiandomi in un angolino, spaventatissimo per ciò che subii e vidi.
Lui mi rimproverò, e additandomi mi disse che se avessi raccontato l'accaduto a qualcuno, rischiavo la prigione.
Spaventato e terrorizzato ho taciuto fino ad oggi.


Testimonianze

Bruciato dall'alcool. 

Avevo 5 anni quando, per la prima volta, fui confrontato con l'abuso d’alcool.
Dovevo andare a pren­dere mio padre in un bar distante circa 3 chilometri da casa.
Ci andavo a piedi, così spensierato come solo un bambino può essere.
Mia madre preoc­cupata sperava che suo marito, al richiamo del proprio figlioletto, si lasciasse intenerire per ritornare a casa.
Ricordo ancora «l'odore» da bar e mio padre curvo sul suo bicchiere di vino.
Papà non volle ascoltarmi e bruscamente mi rimandò a casa.
Aveva iniziato a piovere, la camicetta mi si attaccava alla pelle, ma anche i miei pensieri pieni di rabbia: «Perchè quel bicchiere di vino era stato più importante di me?
Perchè preferire la puzza di fumo e la gente estranea alla nostra bella dimora e alla mamma?».
Un anno dopo mia madre morì. La nostra famiglia nume­rosa di 8 figli si ridusse a un padre con tre figli piccoli.
I grandi seguirono tutti la loro strada ed infine anche noi tre piccoli fummo consegnati ad un orfanotrofio.
Raramente vedevo mio padre sobrio, mi sembrava un giorno di festa quando lo era.
In tante situazioni, le espe­rienze di vergogna hanno accom­pagnato la mia adolescenza.

Quando avevo 16 anni, ad un tratto, mio padre, estremamente indebolito, non mi riconobbe più.
Spaventato lo ricoverai all’ospedale, una settimana dopo si spense all'età di 62 anni.
Negli ultimi giorni della sua vita fu allacciato al «polmone d'acciaio», l'alcool aveva distrutto il suo.
Qualcuno mi disse: «È’ morto bruciato dall'alcool».
Mi spaventa oggi la grande tendenza all’alcool tra i giovanissimi.
Le bevande alcooliche sono dolci e allettanti, in modo subdolo ti schiavizzano.
Dietro a quello che sembra un’innocua abitudine, si cela un potere invisibile, ma devastante.
Quante mogli e figli vivono nel terrore di essere picchiati al ritorno a casa del papà ubriaco!
Nonostante il cattivo esempio di papà, la pressione del "gruppo" e tanti altri fattori spinsero anche me ad ubriacarmi.
Legato all'alcool, diventai apatico e senza voglia di vivere.
Ma oggi sono libero da tutto ciò, e non per merito mio.
Un bel giorno ho riconosciuto che Dio esiste e che desiderava instaurare una relazione intima con me.
Egli ha bussato al mio cuore quando avevo 26 anni e, attraverso la lettura della Bibbia, l'ho conosciuto.
Vuoi conoscerlo anche tu per essere liberato da ogni vizio mortale?
Credi in Gesù è sarai eternamente libero.

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Testimonianze

Al tramonto vi sarà luce. 

Sono nato a Cismon alle pendici del Monte Grappa.
Dopo la laurea in “Sociologia delle Religioni” presso l’università Federico II di Napoli, vivevo il travaglio della generazione del ‘68.
Dalla militanza politica all’esperienza psichedelica con la droga, cercai incessantemente nel grande viaggio della vita, un senso più profondo e vero per la mia propria esistenza.
Allora lo spinello si chiamava joint, che paradossalmente significava unire: seduti in cerchio lo facevamo girare per prenderne ognuno qualche boccata di fumo.
Poi iniziò a circolare l’eroina, l’LSD e robacce simili, che distrussero tante giovani vite, che si schiantavano su quel muro dei Pink Floyd.

Barba e capelli lunghi, una mattina partii improvvisamente per la mia grande avventura verso il grande sud, Bologna, Roma, Napoli, in autostop, arrivai a costeggiare il mare della meravigliosa Sicilia, che sembrava un incanto.
Arrivato a Ribera, gustai arance così grosse come non ne avevo mai viste.
Fui ospitato da alcuni ragazzi seguaci di Hare Krisna, seduti a gambe incrociate in una stanza azzurra con gli affreschi di Visnù e un forte odore d’incenso.
Scocciato da quell’atmosfera artificiosa e forzata dal desiderio del mistico, partì subito verso l’Africa, Afganistan, Pakistan, India, Nepal, Israele…

Una Meditazione di Franco Previte. 

La depressione, il “male oscuro” così definito dai mass media, comporta disturbi del tono dell’umore, distrugge il morale, lo spirito della persona, ma soprattutto miete, in numero crescente, vittime innocenti nella società.
E’ il “volano”, pare, di quanto sta avvenendo in particolare in questi giorni in Italia, dove madri uccidono i propri figli, mariti uccidono le mogli e viceversa, figli che uccidono i genitori, situazioni derivanti da crisi depressive secondo il mondo scientifico.

In genere queste “persone” vengono “piantonate” dalle Forze di Polizia in qualche Reparto di psichiatrica negli Enti Ospedalieri e poi “ricoverate scandalosamente” negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari od in quelli Privati Convenzionati, i quali non solo contrastano con la legge 180, ma configgono con i dettami della Carta Costituzionale.
Ma nella quasi totalità dei “casi”, di persone depressive ricoverate nei Reparti Ospedalieri, dopo qualche pillola, vengono dimesse, e così finisce, ancora una volta, il rituale eclatante episodio di sanità malata.

A questo proposito dobbiamo sperare, visto il disinteresse della politica, che il problema degli OPG e PC, problema di degrado, susciti l’interesse di qualche solerte Procura delle Repubblica o l’intervento della Corte dei Conti, su una situazione così paradossale che costituisce, anche, una lesione allo spirito di solidarietà e di altruismo della pubblica opinione.
Dobbiamo aprire una parentesi e considerare che se i compiti dei NAS dei Carabinieri sono indirizzati alla tutela dei diritti e della dignità dei “malati”, come è avvenuto fin oggi, allora la Benemerita svolge un’opera meritoria, umanitaria di garanzia giuridica e di “spinta” per la soluzione del gravissimo problema dei disagiati psico-fisici.

Una riflessione di Nicola Scorsone. 

Maria, umile ragazza ebrea, condivideva la fede di Israele nelle promesse divine sulla venuta del Messia.
Scelta per dare alla luce il Messia, si rese subito conto di essere stata oggetto di una particolare grazia di Dio, a cui bisogna rispondere con il libero assenso di fede (Luca 1:26-33).
Perciò Maria è per noi esempio di fede, come Sara, Deborah, Rut e tante altre pie donne d’Israele, e l’Evangelo per la sua particolare chiamata, la chiama BEATA.
Portiamo dunque a Maria il medesimo rispetto che ebbe per lei l’angelo della annunciazione.

Maria umile ancella del Signore si riconobbe subito, povera è bisognosa della grazia divina, confermando ciò nel suo Magnificat: “Lo spirito mio esulta in Dio mio Salvatore” (Luca 1:47).
Per questo indicherà Cristo dicendo: “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (Giovanni 2:5).
Poiché, giustamente, replicherà l’apostolo Pietro: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).
Sembrerebbe un contro senso, ma in un mondo sempre più mariano e meno cristiano, in cui si vuol fare di un’umile fanciulla di Nazareth una figura sempre meno umana e più divina, da sostituirla a Cristo come oggetto di fede, speranza e salvezza, noi seguiremo l’esempio di Maria, e Colui che ci ha indicato, Gesù.

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