Il tempo, per noi uomini, è spesso un concetto astratto; a volte lo consideriamo così astratto a tal punto da vivere come se il tempo non esistesse.
Ci comportiamo come esseri eterni (e in realtà lo siamo), ma il problema di questo modo di pensare è che l’uomo si considera eterno su questa terra.
Non così può essere per il cristiano.
Noi cristiani dobbiamo vivere da “extraterrestri”: siamo nel mondo, ma non siamo del mondo; perciò la nostra vita, cioè il nostro tempo su questa terra, lo dobbiamo vedere (e vivere) come un pellegrinaggio, un viaggio verso il Regno dei Cieli, verso una dimensione temporale diversa dalla nostra e di gran lunga migliore, dove... gli orologi non hanno lancette.
Avendoci, Dio, dato tutto il tempo necessario per il nostro ravvedimento, non possiamo ora trascurare la nostra vita, secondo la volontà di Dio, ma dobbiamo prendere coscienza di avere dei doveri spirituali verso Dio, verso la nostra anima e verso chi ci sta attorno.
Spesso facciamo osservazioni in relazione ai tempi passati, alla nostra generazione e alle prospettive per il futuro.
Da un attento esame del susseguirsi degli eventi non possiamo non discernere i segni dei tempi annunciati dalla Parola di Dio (es. in Marco 13), e non possiamo non considerare che le parole pronunciate da Gesù: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino...”, oggi più che mai, sono di una attualità disarmante.
Non possiamo esimerci dal considerare che, oggi più che mai, è tempo di cercare Dio e prendersi cura delle Sue cose.
Non è raro che, volendo giustificare la nostra inoperosità spirituale, diciamo: “Non ho tempo!”.
In realtà, usiamo male il nostro tempo, e spesso abbiamo tempo per molte cose, ma non per Dio.
Nel vero credente deve allora nascere il bisogno di imparare ad usare il tempo in modo opportuno: la necessità di stabilire delle priorità.
In questo modo possiamo utilizzare al meglio il prezioso dono che Dio ci ha dato: la nostra vita; sapendo che c’è un tempo per ogni cosa (Ecclesiaste 3:1), e soprattutto che di ogni cosa possiamo fare a meno tranne che di Dio, e che quindi deve esserci nella nostra vita un tempo stabilito per Dio.
Come possiamo conciliare tutto questo con le faccende della vita?
Come usare il nostro tempo?
Dando alle varie attività della nostra vita lo spazio strettamente necessario, e non di più, affinché non invadano il campo di Dio, non intralcino il nostro cammino verso il Cielo e non rallentino o, peggio, impediscano la nostra crescita spirituale.
L’unica attività della nostra vita alla quale non possiamo e non dobbiamo relegare limiti di tempo è quella di annunciare Gesù al mondo: Gesù deve essere ed è la priorità del cristiano.
La Bibbia in questo caso ci dice: “...insisti a tempo e fuor di tempo...” (2 Timoteo 4:2).
Per il resto, Dio conosce le nostre necessità e perciò, dandoci un esempio perfetto su come usare il nostro tempo, ci dice: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà sopraggiunto” (Matteo 6:33).
Una Riflessione di Emanuele Gambino
Ci comportiamo come esseri eterni (e in realtà lo siamo), ma il problema di questo modo di pensare è che l’uomo si considera eterno su questa terra.
Non così può essere per il cristiano.
Noi cristiani dobbiamo vivere da “extraterrestri”: siamo nel mondo, ma non siamo del mondo; perciò la nostra vita, cioè il nostro tempo su questa terra, lo dobbiamo vedere (e vivere) come un pellegrinaggio, un viaggio verso il Regno dei Cieli, verso una dimensione temporale diversa dalla nostra e di gran lunga migliore, dove... gli orologi non hanno lancette.
Avendoci, Dio, dato tutto il tempo necessario per il nostro ravvedimento, non possiamo ora trascurare la nostra vita, secondo la volontà di Dio, ma dobbiamo prendere coscienza di avere dei doveri spirituali verso Dio, verso la nostra anima e verso chi ci sta attorno.
Spesso facciamo osservazioni in relazione ai tempi passati, alla nostra generazione e alle prospettive per il futuro.
Da un attento esame del susseguirsi degli eventi non possiamo non discernere i segni dei tempi annunciati dalla Parola di Dio (es. in Marco 13), e non possiamo non considerare che le parole pronunciate da Gesù: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino...”, oggi più che mai, sono di una attualità disarmante.
Non possiamo esimerci dal considerare che, oggi più che mai, è tempo di cercare Dio e prendersi cura delle Sue cose.
Non è raro che, volendo giustificare la nostra inoperosità spirituale, diciamo: “Non ho tempo!”.
In realtà, usiamo male il nostro tempo, e spesso abbiamo tempo per molte cose, ma non per Dio.
Nel vero credente deve allora nascere il bisogno di imparare ad usare il tempo in modo opportuno: la necessità di stabilire delle priorità.
In questo modo possiamo utilizzare al meglio il prezioso dono che Dio ci ha dato: la nostra vita; sapendo che c’è un tempo per ogni cosa (Ecclesiaste 3:1), e soprattutto che di ogni cosa possiamo fare a meno tranne che di Dio, e che quindi deve esserci nella nostra vita un tempo stabilito per Dio.
Come possiamo conciliare tutto questo con le faccende della vita?
Come usare il nostro tempo?
Dando alle varie attività della nostra vita lo spazio strettamente necessario, e non di più, affinché non invadano il campo di Dio, non intralcino il nostro cammino verso il Cielo e non rallentino o, peggio, impediscano la nostra crescita spirituale.
L’unica attività della nostra vita alla quale non possiamo e non dobbiamo relegare limiti di tempo è quella di annunciare Gesù al mondo: Gesù deve essere ed è la priorità del cristiano.
La Bibbia in questo caso ci dice: “...insisti a tempo e fuor di tempo...” (2 Timoteo 4:2).
Per il resto, Dio conosce le nostre necessità e perciò, dandoci un esempio perfetto su come usare il nostro tempo, ci dice: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà sopraggiunto” (Matteo 6:33).
Una Riflessione di Emanuele Gambino