Tatuaggi, piercing… Cosa ne pensa Dio?

 Meditazioni

Una Riflessione di Nicola Scorsone. 

Un seno più prosperoso, un nasino doc, 10 cm. più alti, più grassi, più magri…
Restauri su restauri per essere sempre più IN.
Dulcis in fundo, un ritocco sul fondo schiena, un artistico tatuaggio, cinque altri sul braccio, sulla gamba… Poi, come una ciliegina sulla torta, un piercing sulla lingua (come si fa a mangiare?!?), sul naso, sull’ombelico…
Forse si vuole dare una mano a Dio a farci più belli; dopotutto non aveva detto: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 19:19)?
Quanto si vede in giro sono tutte tendenze moderne?
Macché! Tutte storie vecchie da più di 4000 anni.
A Babilonia, come a Sodoma, a Gomorra e nell’antica Roma, di dette trasformazioni contro natura, gli uomini da sempre ne hanno fatto un continuo abuso.

Nel passato, quando si vedevano uomini tatuati, si individuavano come ergastolani o pirati.
Qualche tempo fa, in una intervista, una signora alla domanda chi fosse un vero cristiano, indicò una persona di passaggio che aveva un’immagine di Gesù tatuata sulla spalla.
Dio prima che l’uomo cominciasse a deturpare tutto con il peccato di disubbidienza, definì tutto quanto aveva fatto, non buono, ma “molto buono” (Genesi 1:31).
Ieri come oggi però Dio continua a dare i Suoi santi e giusti insegnamenti al fine di aiutare l’uomo ad uscire da ogni depravazione, e trovare in Lui vita e salvezza eterna.
Già circa 3500 anni fa, Dio per la penna di Mosè ci disse: “Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il SIGNORE” (Levitico 19:28).
Nel suo pellegrinaggio terreno l’uomo si trova al bivio di ubbidire a Dio o disubbidirgli, seguendo le tentazioni del principe delle tenebre (Satana) e padre di ogni depravazione e deturpazione (Efesini 2:2-3).

Paradossalmente anche Dio fatto uomo (Gesù) porta dei segni sul suo corpo, ma sono quelli della croce, subiti dalla malvagità umana.
Allo stesso tempo Lui donò la Sua vita, pagando al posto dell’uomo tutte le sue disubbidienze per risollevarlo dalla sua misera condizione.
Credendo ed ubbidendo a Gesù si arriva alla regalità del cielo; diversamente, liberi di agire secondo i propri desideri, la destinazione ultima non sarà l’Inferno, ma un luogo spirituale peggiore, che la Bibbia chiama “Lo stagno ardente di fuoco e di zolfo” (Apocalisse 19:20; 20:10; 21:8).
Lo stesso luogo dove sarà buttato l’Inferno stesso, con tutti gli increduli, idolatri e disubbidienti che contiene, Satana, la morte...
Dio l’ha detto, e se l’ha detto Lui bisogna crederci.
A te la scelta!

Nicola Scorsone

Giuseppe

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