Il Blog di Incontrare Gesù

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Un venditore ambulante di Bibbie e di libri cristiani, di nome Davide, allevato in Birmania, arriva per la prima volta in una piccola città, di cui peraltro conosce la lingua parlata.
È giorno di mercato.
Sulla piazza offre dei Vangeli e si mette a leggerne qualche riga a quelli che vi si trovano.
In breve tempo si forma un piccolo gruppo e tutti ascoltano con stupore Davide che parla di Gesù Cristo.

All'improvviso un contadino lo interrompe, premuroso e sorridente: «Conosco quell'uomo di cui parla quel libro, abita nel mio villaggio; vieni, te lo mostrerò».
Interessato, Davide decide di seguirlo.
Arrivato al villaggio, nota una capanna diversa da tutte le altre: non c’è immondizia nei dintorni, al posto del fango calpestato ci sono delle piante verdi.
«E’ qui», gli dice la sua guida.

L’uomo che si presenta alla porta è diverso, anche lui: il suo viso è sereno e benevolo; invita il suo visitatore a bere il te e la conversazione prende inizio.
Quando viene a sapere che Davide vende dei libri che parlano del Figlio di Dio, Gesù Cristo, il suo volto si illumina.
Poi va a cercare un vecchio Vangelo di Marco a brandelli.

«Ecco il libro che parla del mio Gesù», dice tutto commosso, «alcuni anni fa, un uomo me lo ha venduto al mercato; da allora lo leggo tutti i giorni. 
Non ho mai conosciuto nessuno come Gesù. 
È lo stesso Gesù che conoscete voi?».
Davide risponde con gioia: «Sì, è lo stesso: Egli è Unico».

Noi che conosciamo Gesù come nostro Salvatore personale, siamo riconosciuti come Suoi discepoli?
Gli rassomigliamo un po?











Una poesia di Nicola Scorsone.

Sulla lapide c'era scritto:
«Sfacciata incredulità, impallidisci e muori.
Sotto questa pietra giacciono quattro bambini addormentati.
Dimmi, sono perduti o salvati?
Se la morte è a causa del peccato, essi hanno peccato, perché sono qui!
Se il Cielo è per opere, essi non possono apparirvi.
Ragione, oh, quanto depravata!
Và alla pagina sacra della Bibbia, il nodo è sciolto.
Essi sono morti, perché Adamo peccò.
Essi vivono, perché Gesù morì».
Che cos'è la Teologia della Sostituzione? 
E perché crea gravi danni al nostro rapporto con Dio?
La Teologia della Sostituzione non è solamente una falsa dottrina teologica o filosofica, ma è un peccato di fronte a Dio, perché trasforma Dio in un bugiardo.
La Teologia della Sostituzione ha creato nei secoli un ambiente dove si è reso possibile l'umiliazione, la negazione e la privazione dell'identità culturale e religiosa per milioni di Ebrei; che ha reso possibile la persecuzione e la conversione forzata al Cristianesimo per moltissimi Ebrei; che ha fatto sì che un numero incredibile di Ebrei fossero picchiati, derubati, violentati, massacrati.

E anche oggi, dopo 2.000 anni di vergognosa storia della Chiesa, la cristianità è quasi completamente indifferente quando gli Ebrei sono minacciati, persino quando l'estremismo islamico minaccia l'esistenza stessa dello Stato di Israele.
In certe occasione, "la cristianità" pronuncia quattro parole sul diritto degli Israeliani a vivere in pace nella Terra Promessa e di difendersi dagli attacchi terroristici del nemico; ma in realtà sostiene anche i nemici mortali di Israele; alcuni la chiamano "doppia solidarietà".

Un grave errore teologico.
Ma che cos'è la Teologia della Sostituzione?
Ronaldo Diprose la definisce con la concezione che "Israele è stato ripudiato da Dio ed è stato sostituito dalla Chiesa nello sviluppo del suo Piano".
R. Kendall Soulen afferma: "La Sostituzione è un problema teologico serio perché minaccia di rendere l'esistenza del popolo ebraico una questione indifferente al Dio d'Israele".
Hanno entrambi ragione!

La Chiesa è stata impegnata per secoli a insegnare che essa fosse la "Nuova Israele Spirituale" (termine non troverete mai nella Bibbia) dal momento che la maggioranza dei Giudei aveva rifiutato Gesù.
La Chiesa, invece, che aveva detto "sì" a Gesù era allora diventata l'autentico strumento di Dio, attraverso la quale Dio stesso insegna e governa il mondo tramite il suo Regno terreno.
E le incredibili e atroci persecuzioni degli Ebrei nella loro diaspora mondiale attraverso i secoli sembrano proprio suggerire che a Dio non importa nulla di loro.
Addirittura, alcuni pensano che queste persecuzioni siano il giudizio di Dio sugli Ebrei perché sono colpevoli di "deicidio" (che significa omicidio di Dio, come la Chiesa chiamava la crocifissione di Gesù).

Una grave offesa a Dio.
Perché questo pensiero non è solamente un concetto teologico errato?
Perché fa di Dio un bugiardo!
Ascoltate a ciò che Dio dice nella Bibbia: "Egli si ricorda per sempre del suo patto, della parola da lui data per mille generazioni, del patto che fece con Abramo, del giuramento che fece a Isacco, che confermò a Giacobbe come uno statuto, a Israele come un patto eterno, dicendo: Vi darò il paese di Canaan come vostra eredità" (Salmi 105:8-11).

Cosa significa per sempre?
Fino all'arrivo di Gesù Cristo e poi basta, come hanno detto alcuni teologi?
No, ovviamente no!
Per sempre significa all'infinito.
Se Dio potesse a un certo punto cambiare opinione per qualsiasi ragione, come potremmo essere sicuri che un giorno, per qualsiasi ragione, non possa cambiare idea anche su di noi e sulle promesse che ci ha fatto?

Numeri 23:19 dice: "Dio non è un uomo, da poter mentire, ne un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?".
La Chiesa, raccontando a tutti che Dio ha sostituito gli Ebrei e Israele con Essa, dà del bugiardo a Dio.
Ma Dio ha un patto eterno con il popolo ebraico.
Solo uno? No, più di uno!
Quando l'Apostolo Paolo elenca i vantaggi di essere Ebrei, afferma: "...cioè gli Israeliti, ai quali appartengono l'adozione, la gloria, i patti (plurale), la legislazione (Legge), il servizio sacro e le promesse; ai quali appartengono i Padri (Lui è il Dio dei patriarchi: Abramo, Isacco e Giacobbe) e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è, sopra tutte le cose, Dio benedetto in eterno. Amen!" (Romani 9:4-5).
Tutti i patti menzionati nella Bibbia furono fatti con Israele, nessuno di essi è stato fatto con la Chiesa.

Il Nuovo Patto con gli Ebrei.
"Ma allora, il Nuovo Patto?", qualcuno potrà chiedere.
Non è stato quel patto stabilito con la Chiesa? No!
La prima volta che sentiamo parlare del Nuovo Patto è in Geremia 31:31, "Ecco, i giorni vengono", dice il Signore, "in cui io farò un nuovo patto con... (chi, la Chiesa? No!) ...con la casa d'Israele e con la casa di Giuda".

Quando allora è stato stabilito questo Nuovo Patto?
Quando Gesù, l'Ebreo, seduto con i suoi amici Ebrei intorno a un tavolo, celebrando la ebraicissima festa di Pesach (Passaggio-Pasqua) ha sollevato il calice e ha detto: "Questo calice è il Nuovo Patto nel mio sangue, che è versato per voi".
Il suo corpo spezzato e il suo sangue versato sono i segni del Nuovo Patto.
Ma di Gentili, al momento, neppure l'ombra: È un affare tra Ebrei.

Anche l'effusione dello Spirito Santo in Atti 2, il sigillo di questo Nuovo Patto, è un affare interno agli Ebrei. Chi erano i presenti in Gerusalemme, la capitale dello stato Ebraico, con il Tempio, il centro della vita religiosa ebraica, che celebravano la ebraicissima festa di Shevouoth (Pentecoste)?
Chi pensate che fossero?
Ma Ebrei, naturalmente, e Gentili che erano divenuti Giudei, i cosiddetti Proseliti.

Attraverso la conversione (e per i maschi la circoncisione) si può ancora oggi diventare un autentico "Ebreo". Atti 2:11 dice "...tanto Giudei che Proseliti... ".
Su circa 120 di essi scese lo Spirito Santo.
Anche in questo caso, di Gentili neppure l'ombra.
Resta ancora un affare esclusivamente Ebraico.

Innestati sulla radice antica.
Quando noi Gentili entriamo a far parte di questo Nuovo Patto con Dio?
Dobbiamo ancora aspettare fino al capitolo 10 degli Atti, dove ci dice di Cornelio il Romano, l'uomo che veniva dall'Italia, e la sua famiglia.
Pietro predica il Vangelo e lo Spirito Santo scende su tutti loro, con grande sorpresa dei credenti circoncisi che avevano accompagnato Pietro: "Anche agli stranieri...?", si meravigliano in Atti 10:44-46.

Più tardi Paolo spiega in Romani 11, che noi come Gentili siamo stati innestati nella vecchia radice. Attraverso il Nuovo Patto di Dio con Israele, i cui segni sono il corpo spezzato e il sangue versato del nostro Signore, i Gentili possono entrare in questa relazione del Patto insieme a Israele.
È il compimento della parte spirituale del Patto che Dio fece con Abramo per le nazioni Gentili: "...e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12:3).

Prima del ritorno di Cristo.
Che la Chiesa possa essere sufficientemente onesta con se stessa da riconsiderare e abbandonare le sue teologie errate da secoli.
Il nostro Signore arriva presto!
Come possiamo incontrarlo con le mani sporche di sangue Ebreo, il sangue di persecuzioni secolari, rese possibili dall'antisemitismo "cristiano" e da teologie come quella della Sostituzione?

Sono colpe che dobbiamo confessare.
E la vera conversione deve dare prova di se stessa con frutti degni di pentimento, come l'amore e la solidarietà incondizionata con il popolo Ebraico e con Israele.
Solo così ci sarà speranza per la Chiesa.

Uno studio di Wìllem Glashouwer.
Era inverno.
Una notte fredda, nevicava e il vento sferzava il viso.
Tra le case della grande città un piccolo strillone stava cercando un riparo dove trascorrere la notte.
Nel suo vagare incontrò un poliziotto e gli chiese: “Conosci un posto dove posso andare per la notte? Fa troppo freddo per restare all'aperto”.
Il poliziotto ci pensò su e rispose: “Segui la strada e troverai una casa con la porta verde; bussa e quando ti apriranno dì semplicemente: Giovanni 3:16”.

Il ragazzino dopo aver trovato facilmente la porta, bussò.
Una donna aprì e rimase a fissarlo con sguardo interrogativo.
Senza saperne il significato, lo strillone ripeté ciò che il poliziotto gli aveva suggerito: “Mi hanno detto che lei può aiutarmi se io dico: Giovanni 3:16”.
La donna gli sorrise e lo fece entrare in casa.

Per prima cosa gli fu preparato un bagno caldo; mentre si lavava pensava: “Non so cosa Giovanni 3:16 significhi, ma può riscaldare un ragazzo come me!".
Quando uscì dal bagno vide che i suoi vestiti erano stati sostituiti con altri nuovi e andò in cucina, dove lo aspettava un lauto pasto.
La donna non poté nascondere un sorriso quando vide gli occhi del ragazzino: “Vieni, mangia, devi avere fame”.

Mentre il ragazzo mangiava, sazio per la prima volta dopo tanto tempo, pensava: “Non so cosa Giovanni 3:16 significhi, ma può sfamare un ragazzino come me!".
Dopo aver mangiato, la donna lo accompagnò in una stanza con un grande letto e gli disse: “Qui puoi dormire e riposare”.
Poco prima di addormentarsi pensò: “Non so cosa Giovanni 3:16 significhi, ma può dare riposo e serenità a un ragazzino come me!".

La mattina dopo si svegliò a giorno inoltrato, si vestì in fretta e scese in cucina, dove lo aspettava una ricca colazione.
Subito dopo la donna lo fece sedere accanto al caminetto e gli chiese se conosceva il significato di Giovanni 3:16.
Lui scosse il capo, ma era curioso di saperlo.

La donna prese una Bibbia, la aprì nel Vangelo di S.Giovanni al capitolo 3 e lesse il versetto 16: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna”.
“Vedi", continuò la donna, "Dio è come un padre che ci ama e che si occupa di noi, ma c’è qualcosa che ci separa da Lui, tutte le cose che non sono giuste ai suoi occhi, cioè il peccato. 
Dio ha mandato Suo Figlio, che era senza peccato, per noi tutti, così da poterci perdonare. 
Se accettiamo Gesù, riconosciamo quello che ha fatto per noi e crediamo in Lui, possiamo andare a Dio, perché grazie al sacrificio che Gesù ha fatto alla croce, Lui può perdonarci".

Così quella mattina quel ragazzo accettò Gesù vicino al caminetto e pensò: “Adesso so che cosa Giovanni 3:16 significhi, so che può cambiare la vita di un ragazzino come me!”.
Giovanni 3:16 può cambiare anche la tua vita, perché accettare o meno Gesù è la decisione più importante della tua vita.

Un racconto di Nicola Scorsone.
Il sole sta sorgendo su un orfanotrofio di bambini portatori di handicap.
È Natale.
Un piccolo infermo chiede: “Perché festeggiare il Natale se qui tutto va male?”.
Un'altra bambina risponde con voce dolce: “È proprio perché tutto va male che Gesù è venuto sulla terra”.

Ha ragione, possiamo infatti ringraziare Dio che guardando dall'alto del suo santuario, dal Cielo, osservando la terra e ascoltando i gemiti dei prigionieri, dei desolati ha mandato Gesù, il meglio del Cielo per liberare il peggio della Terra, i condannati a morte (Salmi 102:19-20).

Egli lasciò la gloria e miriadi di angeli che lo servivano per venire a nascere in una stalla; visse in povertà, lavorò con le proprie mani, e tuttavia divise la storia; neonato fece tremare un re; bambino mise in imbarazzo gli eruditi; uomo maturo comandò alle forze della natura; aprì gli occhi dei ciechi e risuscitò i morti.

Non compose mai un canto, eppure è stato il soggetto di innumerevoli canti per migliaia di compositori. Nomi di grandi uomini, sono apparsi e poi scomparsi, ma il nome di Gesù, superando i millenni, non è mai stato considerato come qualcosa del passato, ma sempre del presente.
Se togliessimo tutti i nomi più illustri dalla storia dell’umanità, il mondo continuerebbe a girare ugualmente, ma se togliessimo quello di Gesù, non rimarrebbe niente altro che niente.

Il Natale storico della Bibbia è di capitale importanza, perché nasceva il Messia atteso, la speranza dell’umanità, la redenzione, il perdono, la pace, la vita e la salvezza...
La Sua vita, dalla nascita alla resurrezione, ha avuto il Suo culmine all'ascensione, con l’entrata gloriosa nel regno dei Cieli.
Ieri, quando Egli nasceva non era nell'albergo, non era nel palazzo del re, non era in nessuna casa d’Israele.

Non sarà sotto l’albero di nessuno, in nessun presepe come in nessuna cattedrale magnificamente addobbata.
Sarà solo, come sempre nell'umile cuore del credente.
Quel credente, chiunque esso sia: che sente il vuoto del suo cuore, che si sente desolato e prigioniero da una vita senza senso e che sente il bisogno del Salvatore e di essere salvato.

Il valore della nascita di Gesù, a nostro riguardo, si concretizza però nelle parole che ancora oggi Egli ci rivolge: “In verità, in verità vi dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il Regno di Dio” (Giovanni 3:3).
Ecco il culmine della nostra nascita spirituale, del nostro natale: l’entrata nel Suo regno.

Una meditazione di Nicola Scorsone.
Guardavo con dispiacere la mia piantina di bonsai, comprata mesi fa e adesso morta, mi piaceva molto e per questo non mi decidevo a buttarla, a farle il funerale.
La tenevo quindi, così... morta.
Ogni tanto la guardavo, la spostavo, dicevo: "Non si può mai sapere...", nonostante tutti mi dicevano che sono piante delicate e che, se non si sanno curare, una volta morte sono morte.
Ebbene, stamattina ho visto che ha alcune foglioline verdi.
Sono molto contenta, non solo perché è tornata vivere, ma perché quella mia fiducia nel "non si sa mai" è una realtà che posso toccare con mano.

Così è per noi, come credenti, che siamo nel Signore.
Il mio bonsai e stato per un periodo nel riposo e poi si è risvegliato...
E' stupendo vedere tornare in vita qualcosa, o qualcuno, che sembrava essere morto.
Passiamo periodi dove sembra che la nostra vita cristiana perda le foglie e va sempre decadendo, un sacco di avversità si sovrappongono e vorremmo non viverle, ma con Dio tutto ha un senso, se lo vediamo sotto la giusta luce, come Lui vuole, perché Lui è presente in tutti i nostri momenti... se solo ne tenessimo più conto...

Come ci insegna la Parola di Dio, nella vita avremo momenti per ridere e momenti per piangere, non andrà tutto liscio, ma Dio ci libererà e agirà a nostro favore nelle varie situazioni, perché stiamo in comunione con Lui.
Ognuno di noi ha sperimentato l'amore di Dio nella propria vita, per questo dovremmo essere grati, protendendoci con fiducia nel nostro miglioramento (santificazione), infatti a volte, anche con motivazioni valide, abbiamo fatto i nostri sbagli e nonostante questo Lui è stato sempre vicino a noi.
Gesù sarà sempre Colui che ci custodirà, opererà in noi per farci crescere su ogni aspetto della nostra vita, anche con cambiamenti sorprendenti, perché abbiamo detto di sì a Lui con sincerità, e non solo per le benedizioni, allora lo Spirito Santo apporterà miglioramenti in noi, giorno dopo giorno, anno dopo anno.

Quindi se abbiamo qualcuno da perdonare incominciamo a farlo, come ha fatto Dio con noi, e il nostro carico sarà tolto per dare posto alla pace di Dio.
Il cammino con Lui è stupendo e pieno di sorprese, ed è la cosa più bella della vita e che abbia avuto un senso.
Se sino ad ora vi siete sentiti "morti", come la mia piantina, non arrendetevi, perché la Sua Parola che opera in noi ci farà tornare a vivere e a dare parole di vita ad altri che sono ancora nelle tenebre e nella sofferenza senza speranza.

Noi siamo chiamati a dare speranza e anche la nostra vita deve trasmettere ciò, perché Dio è in noi. Vogliamo desiderare di aiutare chi soffre, quelle persone che hanno bisogno di aiuto, Dio vuole questo, non solo con i fratelli, ma anche con tutte le persone che ci circondano.
Se questo ci viene difficile, allora chiediamo al Signore che riscaldi il nostro cuore freddo ed egoista in modo che possa portare frutto per la Sua gloria e poter testimoniare che apparteniamo a Lui.

Una meditazione di Patrizia Eydallin.
Voi che amate Israele non state in silenzio!
Antisemitismo, antisionismo, antigiudaismo, odio contro Israele: sono le diverse facce di un'offensiva contro Israele che sempre più si sta facendo strada nel mondo.
Noi da che parte stiamo?
La Bibbia è molto chiara al riguardo; infatti così parla il Signore degli eserciti: "È per rivendicare la sua gloria che egli mi ha mandato verso le nazioni che hanno fatto di voi la loro preda; perché chi tocca voi, tocca la pupilla dell'occhio suo" (Zaccaria 2:8).

E' con un profondo senso di urgenza che ho sentito il dovere di riprendere quello che ritengo un manifesto universale contro l'antisemitismo.
E' necessaria infatti la massima chiarezza sulla posizione che, in quanto cristiani, dobbiamo avere in accordo alla Parola di Dio, verso Israele.
Anche gli attacchi terroristici ci ricordano l'attualità del passo della Scrittura: "...il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti" (Efesini 6:12).
Siamo consapevoli che la battaglia è in atto per questo gridiamo, beShem Yeshua, nel Nome di Gesù.

Cristiani per Israele.
L'antisemitismo, l'antisionismo, l'antigiudaismo e l'odio contro Israele stanno crescendo a livello mondiale in modo spaventevole.
Nel Medio Oriente, in Europa, in Francia, in Germania....
Queste non sono altro che espressioni diverse dell'odio eterno contro gli Ebrei.
Le conseguenze sono devastanti e catastrofiche, mettono a repentaglio ciascun Ebreo proprio nella sua esistenza, il popolo ebraico, lo Stato d'Israele e la loro madrepatria.
Nello stesso tempo, distruggono l'umanità intera; sono una minaccia per la pace e un pericolo per la cristianità.

L'Antisemitismo è:

    - dare la colpa agli Ebrei per ogni disastro nel mondo;

    - nutrire pregiudizi contro il popolo ebraico;

    - dare la colpa agli Ebrei per ogni tipo di malvagità;

    - diffamare e insultare verbalmente gli Ebrei;

    - sospettare degli Ebrei per una cospirazione universale massonico- capitalistica;

    - incolpare gli Ebrei di essere dei continui elementi disturbatori e nemici nel del mondo;

    - minimizzare le sofferenze del popolo ebraico durante il periodo nazista o glorificare il nazismo;

    - negare la morte dei sei milioni di Ebrei nell'Olocausto (rifiuto dell'Olocausto);

    - negare agli Ebrei il diritto di vivere, desiderare la loro distruzione, annientare tutto ciò che sia ebraico.

L' Antisemitismo si basa principalmente su stereotipi medievali riguardo agli Ebrei e ha motivazioni razziste.

L'Antisionismo è:

    - rifiutare il ritorno, ordinato divinamente, degli Ebrei alla terra dei loro padri e della loro fede;

    - negare agli Ebrei il diritto di vivere in Israele in libertà, pace e dignità umana;

    - negare allo Stato di Israele il diritto di vivere e di esistere;

    - volere l'esodo degli Ebrei da Israele;

    - desiderare la cancellazione dello Stato di Israele dalla cartina geografica e volere gettare gli Ebrei nel mare.

L' Antisionismo nega agli Ebrei il diritto biblico e storico di tornare alla loro madrepatria (Israele) e di vivere in quella terra con uno Stato sovrano in libertà e dignità.

L'odio contro Israele è:

    - dare la colpa solo a Israele per il conflitto nel Medio Oriente;

    - accusare Israele di nazismo, fascismo, imperialismo e razzismo;

    - giustificare teologicamente l'Intifada (la rivolta dei Palestinesi) come "lotta per la libertà, divinamente ispirata" e glorificarla come "divina intifada" contro il male (Israele);

    - accettare tacitamente il terrore arabo-palestinese contro Israele egli Ebrei di tutto il mondo;

    - negare allo Stato di Israele e al suo governo il diritto fondamentale alI' esistenza;

    - non riconoscere allo Stato di Israele e alla sua capitale, Gerusalemme, di sottostare al diritto internazionale;

    - diffondere deliberatamente mezze verità e informazioni false su Israele e fare propaganda ostile ad Israele attraverso i media (tv, radio, giornali e internet).

Odio contro Israele significa mirare alla diffamazione e alla distruzione dello Stato di Israele e discriminare i sostenitori del mandato ebraico.

L'Antigiudaismo è:

    - accusare gli Ebrei per la morte di Gesù;

    - accusare gli Ebrei di essere "assassini di Dio sul Golgota";

    - tacciare gli Ebrei di essere "maledetti" e "rigettati" da Dio;

    - ritenere le sofferenze del popolo ebraico come "la giusta punizione di Dio";

    - diseredare spiritualmente gli Ebrei e proclamare la Chiesa Cristiana come Nuovo e Vero Israele;

    - interpretare tutte le benedizioni di Dio in riferimento alla Chiesa e tutte le maledizioni in riferimento agli Ebrei;

    - rifiutare il significato del popolo, dello Stato e della Terra di Israele nella storia del mondo e nella storia della salvezza;

    - proclamare che gli Ebrei di oggi non sono più il popolo scelto da Dio ma una nazione proprio come le altre.

L' Antigiudaismo è un peccato originale del Cristianesimo tradizionale, una dichiarazione morale e spirituale del fallimento della Chiesa.

Chiunque è contro gli Ebrei è contro l'Ebreo Gesù di Nazaret.
Salmo 71:13 "...Siano confusi e vengano annientati gli avversari della mia vita (Israele)...";
Isaia 41:11 "...Ecco, tutti quelli che si sono infuriati contro di te saranno svergognati e confusi; quelli che combattono contro di te saranno ridotti a nulla e periranno...";
Genesi 12:3 "...Maledirò chi ti maledirà...".

Queste sono dure parole che si sono già adempiute e continueranno ad adempiersi anche in futuro!
Ogni forma di ostilità contro gli Ebrei deve perciò provocare la nostra protesta forte e determinata.
Noi diciamo no all'antisemitismo, all'antisionismo, all'antigiudaismo e a ogni cosa che mini le fondamenta di Israele!
Anche coloro che restano in silenzio sono colpevoli di essere contro il popolo ebraico e, inoltre, danneggiano se stessi.

Una riflessione di Silvia Baldi Cucchiara.
Il viaggio della vita è difficile, duro.
Ricordiamo l'uragano Katrina negli Stati Uniti, il devastante tsunami nell'Asia Meridionale, gli ultimi terremoti in Italia... che hanno costretto centinaia dì migliaia di persone a fuggire via dalle proprie case, spesso scappando con nient'altro che i vestiti che avevano addosso.
A volte la sua durezza ci piomba addosso all'improvviso e senza avvertimento; a volte è nostra compagna per gran parte dell’esistenza.
La vita ha la sua parte di gioie e felicità, sappiamo pure che il suo sentiero è spesso molto accidentato.
Siamo assaliti dalle tentazioni, delusi dalle persone, indeboliti dalle malattie e dal tempo, sopraffatti dal male e dalle ingiustizie.

Sì, la vita è difficile... ma Dio è buono, e il Cielo è qualcosa di reale!
Una delle grandi verità della Bibbia è che non eravamo destinati solo per questo mondo.
La morte non è la fine della vita; è solo la via per l'eternità.
Noi siamo destinati a vivere per sempre, e la morte è solo un passaggio da questa vita alla prossima.

Ma la domanda non è se ci sia o no vita dopo la morte.
Il vero problema è dove andremo a trascorrere l'eternità: con Dio, in quel luogo di gioia eterna che la Bibbia chiama Paradiso, o separati da Lui in quel luogo di disperazione infinita chiamato Inferno?

Perché la morte non è la fine, così come sembra essere?
Giobbe si lamentava: "L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, ed è sazio d'affanni; spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un'ombra, e non dura... 
Ma l'uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira, e dov'è egli?" (Giobbe 14:1-2, 10).
Ma da credente aggiunse: “Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere. 
E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio. 
Sì, lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro. 
Il cuore, dal desiderio, mi si consuma!” (Giobbe 19:25-27).

Per il cristiano la morte segna l'inizio di una nuova vita con Dio che durerà per sempre.
Paolo lo ha espresso così: "Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai un uomo ha immaginato, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano" (1 Corinzi 2:9-10).

In mezzo alle delusioni e alle sofferenze della vita, il Cielo è la nostra raggiante speranza.
"Per quanto mi riguarda il cielo è solo un mito", mi diceva una persona, "mi piacerebbe pensare che vivremo per sempre, ma una volta morti, è la fine".
Ha ragione lui o la Bibbia?

Una ragione a favore è dovuta dal nostro profondo anelito verso l'infinito.
In pratica ogni religione crede in qualche tipo di vita dopo la morte, e nell'intimo del cuore sentiamo tutti che deve esserci qualcosa dopo questa vita.
Questa vita è incompleta, e noi bramiamo sentirci realizzati.
Da dove proviene questo profondo desiderio?

La Bibbia afferma che l'ha messo Dio dentro di noi: "Egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità" (Ecclesiaste 3:11).
Noi siamo stati fatti per Dio, e bramiamo essere con Lui per sempre.
Possiamo soffocare questo sentimento o convincerci che non è vero, ma il Cielo rimarrà ugualmente reale, anche per le promesse di Dio.

Dal principio alla fine della Bibbia, Dio ci assicura che siamo destinati a vivere con Lui per sempre.
Una bella promessa di quando saremo alla Sua presenza nel Cielo sta scritta in Apocalisse 21:4-8, “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate...", e "... ogni cosa è compiuta, io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine, a chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita, chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. 
Ma per gli increduli, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda”.

Una meditazione di Nicola Scorsone.
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