Il Blog di Incontrare Gesù

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Una Poesia di Rosaria Schimmenti.

Il Figlio di Dio, Gesù era il cuore del Padre, e ci e stato donato. 
A sua volta il Padre dimorava nel cuore del Figlio,
e ci e stato rivelato.
Sono venuti sulla terra per soccorrerla, illuminarla,
ed indicare il sentiero della vita.

Dio ha donato il suo cuore al mondo: il Figlio,
e noi dobbiamo donare il cuore a Dio,
che è nostro Padre,
affinché si realizzi comunione ed unità,
che è necessaria per sconfiggere ogni sorta di sofferenza e mortalità.

Questa è la verità e la via della vita,
che fa sbocciare i fiori della salute e della sicurezza.

Non vi sarà più il debole, perché è rafforzato.
Non esisterà più l’afflitto, perché è consolato.
Non vi sarà più il malato, perché è sanato.
Ed il miracolo della gioia  della vita  si è realizzato,
perché abbiamo accolto il dono di Dio: Gesù,
nel nostro cuore,
nelle nostre case,
nelle nostre famiglie.
Uniamoci al coro degli angeli e cantiamo:

“GLORIA A DIO NELL'ALTO DEI CIELI”

Perché la sua volontà si compia anche sulla terra,
e tutti gli uomini di buona volontà costruiranno sulle fondamenta di Cristo,
e la pace si propagherà nel mondo intero.
Così sia!
(Apocalisse 21:3-7)
E’ risaputo che Gesù non nacque il 25 dicembre.
Questa data fu scelta dalla Chiesa in Occidente, perché era già una festività pagana.
Il 25 dicembre ricorreva la festa romana Dies Natalis Invicti Solis del compleanno del sole "non conquistato dalle tenebre", che al solstizio invernale iniziava a prolungare la luce del giorno.
Prima del 336 d.C., non potendo estirpare questa festività pagana, la Chiesa di Roma la spiritualizzò come festa della natività "del Sole di giustizia sorto a Betlemme".

Ma allora quando nacque Gesù? Che indicazioni ci dà la Scrittura?
Elisabetta rimane incinta quando il marito Zaccaria, levita del turno di Abija, serviva al Tempio (Luca 1:5-25).
C’erano 24 famiglie di Leviti che servivano a turno nel Tempio, due ogni mese: Abija era nell’ottavo turno (1 Cronache 24:10).
L’anno religioso Ebraico inizia il primo giorno del mese di Nisan (Marzo-Aprile), (Esodo 12:2-6), "il primo dei mesi", il mese della Pesah, la Pasqua (il 15° giorno).
Quindi il turno di Zaccaria discendente della famiglia di Abija era nel mese di Tammuz (Giugno-Luglio), (l’anno civile Ebraico inizia il primo giorno di Tishri (Settembre-Ottobre), con la festa di Rosh Hashanah - Capodanno).

Maria andò a fare visita ad Elisabetta sua parente incinta di sei mesi, mentre lei rimase incinta in quei giorni (Luca 1:26-45), cioè tra la fine del mese di Kislev (Dicembre) e l’inizio del mese di Tevet (Dicembre-Gennaio).
Giovanni il battista, cugino di Gesù, nacque nel mese di Nisan (Marzo-Aprile) mentre Gesù, molto probabilmente, nacque sei mesi dopo, nel mese di Tishri (Settembre-Ottobre).

Poiché Dio non ha stabilito le Feste Ebraiche a caso, ma le ha collegate ad uno specifico evento significativo per la salvezza dell’umanità (la Pasqua = morte e risurrezione di Gesù; la Pentecoste = discesa dello Spirito Santo) è molto probabile che Gesù, essendo nato nel mese di Settembre, sia nato durante la Festa dei Tabernacoli, magari nel settimo e più importante giorno della Festa, chiamato "Hoshana Raba" o "il Grande Osanna" (Salmi 118:25).

Sia nella Bibbia che negli scritti rabbinici la Festa dei Tabernacoli simboleggia i giorni del Messia: "Quel giorno io rialzerò la capanna (tabernacolo, tenda) di Davide che è caduta" (Amos 9:11), vuol dire che la linea regale di Davide sarà ristabilita, che il Messia siederà sul trono di Davide e governerà la Terra con una verga di ferro.
"E la Parola (Gesù Cristo) è divenuta carne ed ha abitato (letteralmente dal greco: "ha abitato come in un tabernacolo" o "ha tabernacolato" o "ha abitato in un rifugio temporaneo") per un tempo fra di noi" (Giovanni 1:14); "Egli (Gesù) è lo splendore della Sua (di Dio) gloria" (Ebrei 1:3).

Nella carne di Gesù la gloria di Dio ha "tabernacolato" tra di noi.
Gesù fu concepito a Dicembre, ma nacque a Settembre; la Parola è diventata carne al momento del suo concepimento non alla sua nascita.
La Chiesa celebra la cosa sbagliata nel momento giusto.
Il 25 Dicembre si festeggia la nascita di Gesù nel tempo in cui invece si dovrebbe festeggiare il suo concepimento, la Parola che diventa carne.

Uno studio di Corrado Maggia
L'arte del vasaio è una delle più antiche del mondo, e i suoi metodi, con il passare del tempo, sono cambiati assai poco.
Il profeta Geremia, come del resto Isaia, ne fanno accenno (Geremia 18:1-4).
Mentre il profeta stava osservando, il vasaio prese un pezzo di argilla bagnata da una zolla che stava al suo fianco, la mise sulla ruota ed iniziò a plasmarla secondo la foggia che aveva in mente.
Mentre la completava, l'argilla prendeva forma sotto le sue mani, alcune parti cadevano per terra ed altre sulla ruota.
Con grande sorpresa di Geremia, il vasaio non gettava via i frammenti di argilla, ma li raccoglieva e li trasformava nuovamente in un altro vaso.
Il concetto di Low Cost (basso costo) è ormai noto alla pubblica opinione. 
Inizialmente fu usato per definire quelle compagnie aeree che, abbattendo tutti i costi superflui e riducendo i servizi, erano in grado di vendere biglietti a prezzi molto bassi.
In seguito, il concetto di Low Cost è stato applicato a una miriade di beni e servizi (dagli alberghi, agli abiti, alle autovetture e perfino a computer e telefonini).
L'idea, vecchia come il mondo, è quella di soddisfare il desiderio del compratore di ottenere il massimo col minimo sforzo.
Come ci insegna la cronaca, non sempre il Low Cost lascia i clienti soddisfatti e non sempre questo business porta profitti.

Nel campo morale e spirituale l'idea di avere senza pagare o di abbassare il prezzo causa molte amarezze e dolori, allontanando le persone dalla Grazia e dalla benedizione di Dio.
Per esempio, l'arresa e, di conseguenza, il servizio a Dio NON può essere Low Cost.
". ..io non offrirò al Signore ciò che è tuo, ne offrirò un olocausto che non mi costi nulla" (1° Cronache 21:24).

A proposito dell'essere Suoi discepoli, Gesù un giorno disse: "Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?" (Luca 14:28).
Quanta gente oggi pensa di poter dire "Signore, Signore. ..", e poi vivere la propria vita ignorando i costi di una tale dichiarazione?

Essere discepoli di Cristo non è semplicemente una questione di etichetta o di sentimenti; è qualcosa di più concreto, definitivo e totalizzante: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, e la moglie, i fratelli, le sorelle e persino la sua propri vita, non può essere mio discepolo; e chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo" (Luca 14:26-27).

Qui non si parla di opere meritorie, ne di acquisire un qualche vanto agli occhi di Dio, è qualcosa di diverso; significa sapere che seguire Cristo ha un costo, che non è per nulla "Iow".
Molti cristiani sono disposti a dare a Cristo soltanto briciole del loro tempo, delle loro forze, dei loro desideri e dei loro pensieri; essi dimenticano (talvolta volontariamente) che seguire Gesù significa tagliare certi ponti, rinunziare a certe cose per sempre, apprezzando il valore della chiamata ricevuta.

Ascoltiamo l'Apostolo Paolo: "Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo; anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto. 
Io considero queste cose come tanta spazzatura, alfine di guadagnare Cristo!" (Filippesi 3:7- 8).
Signore aiutaci!

Dovunque siamo e dovunque andremo, nei giorni a venire, non lasciamoci trarre in inganno dalla mentalità del Low Cost nelle cose vere ed eterne della vita.
Siamo saggi!
Impariamo a riconoscere la tentazione e a rifiutare il peccato, perché, altrimenti cedendovi, pagheremo costi altissimi.

Apprezziamo il grande valore del sacrificio di Cristo per goderne, mediante la fede, gli effetti e per odiare il male e il peccato!
Dedichiamoci a Cristo e al Suo servizio, costi quel che costi, non ci rimetteremo mai, perché il nostro Signore è "... ricco verso tutti quelli che lo invocano" (Romani 10:12).

Una Meditazione di Aniello Esposito
Vangelo di Giovanni 3:1-5 
"Se vuoi essere salvata e andare in paradiso devi nascere di nuovo!". 
Questo mi disse mia mamma già "convertita", quando io le dissi che credevo in Dio, ma che, secondo me, ogni religione andava bene a Lui; purché la persona fosse sincera e non facesse del male al prossimo.
Quante volte ho sentito queste frasi anche da altre persone!
Ed esse credono di essere nel giusto!
Le religioni sono ormai tantissime, come sono tantissimi i modi di pensare; l'Ecumenismo è dilagante, perché fa moda il buonismo a tutti i costi, e se non si pensa come la massa si è fanatici!

Voglio farmi (e farvi) una domanda: "Ma Dio cosa ne pensa? Siamo sicuri che il nostro modo di agire e di pensare gli piaccia?".
Volutamente ho inserito in questo mio scritto, più volte, la parola pensare, perché, purtroppo, ci facciamo condizionare da quello che pensano gli altri e ci costruiamo un credo basato solamente sul sentito dire e non su una propria meditazione e ricerca.

Voglio raccontarvi cosa disse Gesù, il Figlio Dio ad un maestro della Legge di allora, che lo aveva interpellato circa i miracoli che lui compiva: "Rabbi noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai se Dio non è con Lui". 
Gesù rispose a Nicodemo: "In verità, in verità ti dico se uno non nasce di nuovo non può vedere il regno di Dio". 
Nicodemo meravigliato risponde: "Come può un uomo rinascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre?". 
Gesù rispose: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio".

Gesù per la seconda volta ha parlato della Nuova Nascita come della cosa più importante per un uomo; spiega ad un uomo istruito nella Legge, un fariseo, cosa si deve fare per ottenere la Salvezza eterna, e ripete due volte "Acqua e Spirito", dove Acqua è la Parola di Dio e Spirito è lo Spirito Santo, e sono le sole "cose" che permettono a colui che crede di entrare nel Regno di Dio ed essere salvato.

Ma cos'è, effettivamente, questa Nuova Nascita, e come si può essere salvati?
Molte persone sulla terra, o in Italia, dicono di leggere i Vangeli e di conoscere Gesù, ma come Nicodemo non riescono a capire questo passo del Vangelo di Giovanni, dando mille spiegazioni, ma nessuna è convincente.
Come quel dottore della Legge, pensano di sapere, ma non riescono a penetrare nella Scrittura, perché per farlo ci vuole l'aiuto dello Spirito Santo, il quale apre il cuore e la mente.

Ma con l'aiuto dello Spirito Santo ci rivolgiamo umilmente a Gesù riconoscendo che siamo peccatori, perciò bisognosi di perdono, di conseguenza crediamo con tutto il nostro cuore che Gesù è il Signore (cioè Dio che salva), e con la nostra bocca facciamo pubblica dichiarazione: questa è la Salvezza.(Romani 10:9).

Dopo aver fatto questo, avremo la testimonianza interiore (naturalmente avvallata dalle Sacre Scritture) che il nostro spirito è stato vivificato direttamente da Dio, e che siamo divenute nuove creature.
Questo è quello che pensa Dio.
Lui vorrebbe che tutti la pensassimo così, come Lui, che lo accettassimo nel nostro cuore per diventare suoi figli.
Vuoi farlo anche tu?

Una Riflessione di Monica Origano

C’è una grande ricerca e una aspettativa solo per i miracoli fisici, anche se alla fine, il corpo andrà sempre alla polvere; nessun interesse, invece, per quello più importante ed eterno: la salvezza dell’anima, che è eterna.
Gesù, e solo Lui, può farlo; fa grazia e guarisce il corpo, ma Egli però è venuto principalmente per salvare l’uomo dal cancro del peccato.
“Io sono venuto” disse Gesù, “ perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10); sia quella fisica che quella spirituale ed eterna.
Quanto è il suo costo? Il cielo è gratuito o niente! La vita eterna è gratuita o niente!
A noi non costa nulla, ma Gesù ha pagato duramente il nostro debito in croce, per questo Dio Padre, che ti ha tanto amato da far morire il Suo unico Figlio al posto tuo, fa dichiarare solennemente nella Bibbia: “Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebrei 2:3).
Desidera, cerca, chiedi la salvezza dell’anima, ed Egli non mancherà di benedire anche la tua vita fisica.
La Bibbia si conclude con un bel desiderio di Dio per te: “La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi” (Apocalisse 22:21).
Che anche il tuo più grande desiderio sia per Lui.

Una Riflessione di Nicola Scorsone












Una poesia di Rosaria Schimmenti.

Amare la vita, e tutto ciò che è bello.

Arricchire i nostri occhi, alimentare la nostra mente con i doni del creato,
che  rivelano amore e generosità,
e a sua volta ci trasmettono gioia e serenità.

Amare i  fiori,
con la varietà dei colori e i suoi profumi soavi.

Amare il mare con le sue onde spumeggiante,
che ci alimenta dell’ossigeno e dello iodio in ogni istante.

Amare il cielo azzurro e limpido,
che rispecchia la purezza del Creatore,
e  il sole che ci dona luce, vita e calore, arricchendoci  di bellezza e di splendore.

Amare i prati verdi, i ruscelli, i fiumi, i laghi, le montagne e le colline,
che sembrano dirci: noi  viviamo ed esistiamo per rendervi felici.

Amare la varietà delle creature volatili del cielo e tutti  gli animali dei campi,
che con la loro bellezza e i  cuccioli giocherelloni ci rallegrano, trasmettendoci gioia e tenerezza.

E che dire ancora degli altri buoni doni e talenti con cui  Dio ha arricchito l’uomo?
Della buona musica, l’arte, la varietà delle razze, costumi e il dono di procreare?
Le coppie di fidanzati che si amano, si sposano e formano  famiglie?
La bellezza dei  bambini, con i loro sorrisi dolci e genuini che sensibilizzano i nostri cuori?

Questi e altri buoni doni, Dio ci ha donato come alimento di vita,
per incamminarci nel suo sentiero e poter ottenere anche noi un'esistenza infinita.

La personalità e il carattere del Creatore è evidente.
Egli è luce, gioia, bellezza, generosità e amore,
per questo è vitale è immortale.

A noi sue creature, ci ha anche donato un'anima, il Signore,
ci ha donato un cuore, ci ha donato dei sentimenti,
per esprimere la pace e il suo divino amore.

Assimilare la Sua personalità è necessario,
per sconfigge sofferenza e mortalità,
infatti è il primo comandamento datoci da Gesù,
il secondo comandamento è simile: ama il prossimo tuo come te stesso,
che sono doti e qualità del Divino.

Apriamo la finestra del nostro cuore
e lasciamo entrare il sole della bellezza, della gioia,
e dell’amore del nostro Divin Signore.
Da quel lontano primo festeggiamento della Pasqua cristiana ne abbiamo fatta di strada. 
In verità pero, anche se sono passati meno di 2.000 anni dalla morte di Gesù, le feste pasquali festeggiate sono molte di più di 2.000: sin dalla prima, festeggiata con Gesù stesso e nel modo come Lui la istituita, ad oggi, ne saranno passate circa 104.364. Se calcoliamo poi che i primi discepoli spesso la festeggiavano quasi ogni giorno, arriveremo ad un numero ancor più alto.
Il fulcro di questa festività è il ricordare la morte e la resurrezione di Gesù per la salvezza di un’umanità perduta.
Gesù insegnò ai suoi discepoli di mantenere vivo questo ricordo in adorazione e ringraziamento, prendendo il pane e il vino, rappresentazioni del Suo corpo straziato sulla croce e del sangue versato.

“Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo ruppe e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. Vi dico che da ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio»” (Matteo 26:26-29).
Nel corso dei secoli però, mentre Gesù insegno che i credenti dovevano prenderne tutti, si arrivò che il vino lo beve solo il clero, e i fedeli prendono solo una specie di pane.
Altri, invece, riservano i simboli del pane e del vino soltanto ad una casta speciale di 144.000 uomini, mentre tutti gli altri se li fanno passare davanti non prendendone parte.

I gesti così semplici e gli insegnamenti così chiari di Gesù sono purtroppo stati resi tanto irraggiungibili e complicati.
Nel prendere questi simboli, diciamo al Padre con sospiri ineffabili per mezzo dello Spirito Santo: “Grazie che ci hai salvati, dal giudizio, dalla morte e dall'inferno, per mezzo del sacrificio del Tuo unico Figlio Gesù”.
Pasqua, infatti, vuol dire “Passaggio”: il passaggio dalla morte spirituale alla resurrezione con Gesù.
Se non si è stati realmente salvati, con la conseguente certezza del Paradiso, diventa un rito senza valore.

Un altro bel significato della Pasqua è il seguente: “Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Corinzi 11:26).
L’annuncio dell'imminente ritorno di Gesù, quando, come disse Lui stesso, berremo di nuovo insieme il frutto della vigna nel regno del Padre Suo.
Senza la piena consapevolezza di esserci quel giorno - o peggio ancora di non credere al Suo ritorno - rimane solo una funzione senza vita.
Il ladrone in croce dopo la sua morte festeggiò la sua prima Pasqua col vivente Salvatore in Paradiso.
Presto a quella Pasqua celeste ed eterna ci saremo pure noi.
Ci sarai anche tu?
Questo è il nostro migliore augurio dal cuore.
Buona Pasqua con Gesù!

Una meditazione di Nicola Scorsone
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