Il Blog di Incontrare Gesù

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Un uomo andava per la strada che da Gerusalemme portava a Gerico. 
All’improvviso dei ladri lo assalirono, lo picchiarono e lo derubarono di tutto quello che aveva, lasciandolo a terra mezzo morto.
Poco dopo passò per quella strada un sacerdote, vide a terra l’uomo dolorante, ma non se ne curò affatto e proseguì per la sua via.
Poi passò di là un levita, cioè uno di quelli che svolgevano il servizio sacro nel tempio di Dio; anche costui, vedendo quell'uomo a terra, passò oltre.

Ma ecco che un Samaritano, ossia un nativo della città o della regione di Samaria, che era in viaggio, passando per quella strada vide quell'uomo e ne ebbe pietà, versò olio e vino sulle sue piaghe e sulle sue ferite; poi lo mise sul suo cavallo e lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno dopo prese del denaro e lo diede all'albergatore dicendogli: "Prenditi cura di lui, e tutto ciò che spenderai di più, al mio ritorno te lo restituirò” (Luca 10:30-35).

La prima parte di questa storia accade frequentemente in questo mondo.
Gente che cade nelle mani di ladroni o di criminali senza scrupoli; i giornali sono pieni di notizie come queste.
L’uomo della nostra storia che giaceva a terra mezzo morto, aveva disperato bisogno di aiuto, ma coloro che erano qualificati a farlo mancarono di soccorrerlo.
Un altro uomo, invece, che apparentemente non aveva i requisiti necessari, si fece avanti dando a quell’uomo tutto l’aiuto di cui aveva bisogno.

Una domanda: "Avete incontrato mai una di quelle persone che sanno sempre tutto, riprendono aspramente chiunque non la pensi come loro, sospettano sempre il male e rifiutano, sdegnati, qualsiasi riprensione?".
Se la vostra risposta è si, spero che non abbiate riposto in loro la vostra FIDUCIA.

Premessa.
Qualcuno ricorda l’aneddoto del carrettino vuoto? No?
Niente di male, ve lo racconto.
Un padre ed un figlio si erano inoltrati di poco in un bosco per raccogliere funghi quando, entrambi sentirono un forte rumore provenire dalla vicina strada.
Il padre si rivolse al figlio e gli disse: “Senti, sta passando un carrettino vuoto”.
Il figliolo, fatti pochi passi, volse lo sguardo verso la vicina strada e si mise in attesa di veder comparire il carrettino.
Quale meraviglia! Dopo pochi minuti passò veramente un carrettino vuoto trainato da un asinello.
Il bambino, stupito, si rivolse al padre e gli disse: “Che tu abbia capito che il rumore sentito prima fosse prodotto da un carrettino non mi stupisce tanto, ma l’aver intuito anche che fosse vuoto mi lascia senza parole!”.
Il padre gli rispose: ”I carrettini, quando sono vuoti, fanno sempre molto più rumore di quelli pieni!”.
Quando il figliolo diventò adulto, tenne conto di questa considerazione e ne trasse la giusta lezione di vita; egli capì, infatti, che le persone, più sono vuote, più fanno rumore (parlano)!

La Parola di Dio.
Nella Scrittura troviamo: “Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non s'attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, esso è gonfio e non sa nulla; ma langue intorno a questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni d'uomini corrotti di mente e privati della verità, i quali stimano la pietà esser fonte di guadagno” (1 Timoteo 6:3-5).

Lo scopo della Parola.
Questi versetti sottolineano l’importanza di accettare la “sana” dottrina e di attenersi ad essa.
Ma come individuare la sana dottrina?
Attraverso esegesi diverse, proposte da uomini più o meno noti e/o dotti?
A mio modesto avviso: certamente NO; poiché questo metodo non è adatto alle anime semplici che si sono appena avvicinate alla Verità, anzi le trae maggiormente in confusione.
Bisogna ricorrere al metodo più semplice che proprio la stessa Scrittura ci insegna.

Il “cuore” della Parola.
Nei versetti che abbiamo appena letti, troviamo l’indicazione di tale semplice metodo.
Ci dice, infatti, la Scrittura che la VERA dottrina, quella secondo le parole di Gesù Cristo, è … “ secondo pietà”, quindi, qualsiasi altra dottrina diversa (priva di pietà) è falsa.
Oggi si trascura questo avvertimento e si dà modo a folle di maestri, predicatori, professori e dottori di progredire nell’empietà.
Essi, infatti, con molto rumore, spargono veleno, dottrine prive della caratteristica essenziale: la pietà.
Quali sono i frutti di questi maestri che generano solo “rumore” e non pietà?
“ … questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni”.

La preghiera.
Che Iddio ci dia sapienza (non quella terrena, diabolica, che possiamo definire meglio, astuzia)... “ma la sapienza che è da alto, prima è pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità senza ipocrisia” (Giacomo 3:17).

Una Riflessione di Antonio Strigari
Talvolta nella vita bisognerebbe trovare il coraggio di cambiare direzione, prendere una rotta diversa, dare un nuovo senso alla propria esistenza, una sterzata decisa e temeraria.
Capisco che scriverlo può risultare semplice, poi metterlo in pratica è molto complicato, ma mi domando: sarà davvero così difficile provarci?
Gettare via tutto, salvare poche cose e fare piazza pulita di tutto quanto il resto?
Liberarsi delle vecchie abitudini che sino a ieri credevamo indispensabili e che invece poi scopriamo completamente inutili e che, in molte occasioni, sono state le prime cause dei nostri fallimenti?

Un giorno, incontrando un signore con il quale discutevo di lavoro, mi disse una cosa che ancora oggi è impressa nella mia memoria: "Ho appena 56 anni, mi sento fortunato, e so che sarà così ancora per molti anni... grazie a Dio".
Una frase questa che mi fece riflettere, e che inevitabilmente mi riportò a pensare ai tanti sacrifici che sino ad allora avevo fatto per migliorare la mia condizione.
All’epoca avevo trent’anni, credevo di aver raggiunto il punto d’arrivo della mia vita professionale; pensavo di aver messo un punto: quella sarebbe stata la mia unica strada da perseguire senza pensare di dover più cambiare.
Sciocchezze! Avevo appena iniziato. Avevo soltanto trent’anni!

Il coraggio di rimettersi in gioco, poter dare agli altri ancora qualcosa di proprio, dimostrare a se stessi che non sei affatto finito, gridare a pieni polmoni la tua felicità e poter ancora dir la tua, fare del bene a chi ti è accanto attraverso le tue nuove idee.
Ma per fare tutto questo è indispensabile un elemento: l’autenticità della propria fede, senza mai farla vacillare, anzi, è necessario che abbia solide radici.
Apparentemente tutto ciò che ci accade attorno (tendiamo a credere per istinto) sia causato da eventi contingenti a chissà cosa o a chi.
Ma nulla di tutto questo: il benessere e il successo dei grandi cambiamenti sono sorretti unicamente da una grande fede interiore, oltre che dalla forza e dall’umiltà di chiedere al Signore di poterle realizzare.

“Bussa e ti sarà aperto, chiedi e ti sarà dato”, ricordiamocelo sempre.
E' proprio su questo profondo concetto di nostro Signore Gesù che verte tutta la mia riflessione, nella capacità di prendere per mano con forza le sorti del proprio futuro, portarlo dinanzi al Signore e chiedere accoratamente e con animo pulito che possa cambiare in positivo quello che oggi vedi come qualcosa di irraggiungibile.
Garantisco che lo si otterrà!
Esiste per caso qualcuno che possa testimoniare del contrario? No! Mai!
Il Signore, secondo i suoi piani, nega soltanto ciò che non ritiene buono per amor nostro, per il semplice motivo che ha in serbo cose ben più importanti.
Quindi, con amore cristiano, ti dico, se ne senti il bisogno, porta tutti i tuoi drammi davanti al Signore con fede e coraggio e incomincia a cambiare la tua vita.

Una Riflessione di Luca Pinna
Nella mia infanzia, coi miei coetanei, parlando dei cimiteri, li pensavamo come luoghi paurosi; da grande, le statue, i monumenti, le fotografie, le luci, mi hanno dato sempre un senso di tristezza, angoscia e mancanza di speranza.
Grande è stata la meraviglia, quando mi trovai per la prima volta a visitare un cimitero in Germania.
La maggior parte delle lapidi delle tombe hanno un messaggio di fede e di speranza, anche quando la morte è stata preceduta da malattie, tempi difficili, guerra, deportazione, disgrazie, incidenti, etc..
Le frasi e i messaggi sono tratti dalla Bibbia e solo Dio e Cristo sono oggetto di lode; sono invocati come Signore e Salvatore e sono oggetto di speranza per il futuro.
All'uscita da un cimitero del genere ci si sente edificati e rafforzati nella fede.

Nella mente mi ritornano le frasi bibliche lette:
"Io so che il mio Redentore vive" (Giobbe 19:25);
"Il Signore è il mio pastore, nulla mi mancherà" (Salmo 23);
"Io sono la via, la verità e la vita..." (Giovanni 14:6);
"Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore, vivrà" (Giovanni 11:25);
"Io vengo presto. Amen! Vieni Signor Gesù!" (Apocalisee 22:20);
"O morte, dov'è la tua vittoria?" (1 Corinzi 15:55);
"Per me vivere è Cristo e morire guadagno" (Filippesi 1:21);
e così via.

Per ore, tali versetti restano vivi nella mia mente, percependo l'essenziale e il vero valore della vita, divenendo sereni e pieni di speranza, in grande contrasto con stress, ambizioni, egocentrismo, pretese del vivere quotidiano.
I temi sulle tombe dei veri cristiani, sono quelli della certezza che Dio non abbandonerà il credente, neppure ora che è morto, e quelli dell'attesa fiduciosa che il Signore farà risorgere i corpi dei credenti, per vivere sempre con Lui nel suo regno.

Nell'evangelismo tedesco e mondiale i morti non sono per nulla oggetto di venerazione e i cimiteri sono dei veri e propri giardini.
I morti sono tumulati nella terra, come breve dimora in attesa della risurrezione.
In tali cimiteri è inusuale vedere lumini; una tale luce ai credenti non serve a nulla, visto che dormono in Cristo.
Infatti cimitero dal latino "cimiterium", dal greco "koimetérion", vuol dire: "luogo in cui si dorme".
I familiari credenti non vi portano fiori recisi da mettere in vasi, ma le tombe stesse sono curate come un mini-giardino.
Così le piante sono poste direttamente nella terra, sulla tomba, ornandola così in modo personale.

In una lapide si legge semplicemente: "Rudolf Binder - Amato da Dio".
Era stato un uomo di Dio che ha servito il Signore come predicatore del Vangelo.
Mi domandai, come mai un uomo della Bibbia come lui senza un verso biblico?
Tale motto però è il centro della Bibbia stessa: "Dio ha tanto amato..." (Giovanni 3:16).
"Amato da Dio", dunque, anche nella morte (Salmo 116:15).
Chi è "amato da Dio" non verrà lasciato nella tomba!

La persuasione del credente è che neppure la morte "potrà separarlo dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8:38).
Delusioni, avversità, malattie, morte, in ogni circostanza si rimane "amati da Dio".
Se Dio mi ha così amato da dare per me Suo Figlio, sono prezioso per Lui in vita e nella morte, posso confidare in Lui e attendere che Egli mi sveglierà.
Sarà così anche per te?

Una Meditazione di Nicola Scorsone
Di solito si incomincia così a scrivere una lettera: "Cara/o ... io sto bene, e così spero di voi, che stiate tutti bene...".
La cosa più bella è sapere le notizie dei propri cari che si trovano lontano, spesso, per lavoro, costretti ad emigrare in paesi lontani.
Oggi forse non si scrivono più lettere come una volta, perché c'è il telefono e si viaggia più spesso in aereo.
Prima il mezzo per comunicare con i propri cari era la lettera, che veniva recapita agli interessati tramite corrieri.

Caro amico...
È proprio così che Dio ci scrive dandoci notizie di Lui e della sua volontà, facendoci sapere come stanno le cose, tenendoci bene informati riguardo alla nostra salute, al nostro lavoro, alla nostra gioia, alla nostra pace e alla nostra salvezza.
Certe volte pensi di essere lontano da Dio, che Lui non ti pensa e non si prende cura di te, ma non è così!
Dio ti ama, per questo ha scritto personalmente a te tramite la Sua Parola, la Bibbia.
Dio ha parlato tramite i Profeti, tramite degli uomini guidati dallo Spirito Santo che hanno scritto sotto la Sua ispirazione.
Oggi, Dio parla tramite il Suo Figliolo Gesù Cristo.
Oggi grazie a Dio si sa leggere e scrivere si impara prima e si vede più chiaro come vanno le cose nel mondo.

Caro amico...
Dio sa di tutto e di tutti; magari penserai: "Come sa tutto? Vede tutto quello che succede? Dov'è? E se c'è perché non si fa vedere? Abbiamo molte cosa da dirgli!".
Sappi una cosa: è certo che Dio, il Creatore ha già parlato e non ha più nulla da dire a tutti coloro che lo respingono; invece, per coloro che lo cercano, Egli ha preparato qualcosa di speciale, si perché, mentre eravamo lontani da Dio, Egli ha dato il Suo Figliolo Gesù Cristo per togliere la lontananza fra noi e Lui.
Se lo accetti per fede lo conoscerai come Salvatore e Signore dell'anima tua, altrimenti lo incontrerai come tuo giudice.

Caro amico...
Dio non è nella religione degli uomini, che hanno fatto un dio a proprio piacimento, il vero Dio è il Dio della Bibbia.
Adesso Gesù Cristo sta tornando per tutti coloro che lo hanno accettato per fede e aspettano di andare con Lui.
La Sua venuta sconvolgerà le cose della terra, ma i veri credenti non pensano a ciò che avverrà, si preoccupano piuttosto di mantenere l'integrità cristiana, secondo la Sua Parola, vivendo una vita santa in questo mondo egoista senza amore per il prossimo, corrotto, scellerato che va alla deriva.
Gesù Cristo tornerà nella maniera visibile, così come lo hanno visto andare in Cielo i suoi primi discepoli.
Sarai tu uno di loro?

Una Meditazione di Antonio Gandolfo
C’è chi crede di sprecare il proprio tempo in una vita spirituale, e questa non è una cosa cattiva, cattivo piuttosto sarebbe farlo senza amore.
Tra tutte le cose che crediamo di sapere, molto di esse non sono poi così importanti, mentre molte di quelle che crediamo di non sapere, in realtà le possediamo già a nostra insaputa.
Una di queste è la presenza di Gesù nella nostra vita con il suo amore indissolubile ed incondizionato fino all’atto estremo della vita.
Dobbiamo soltanto cominciare a guardarlo, basterebbe pensare di meno e ascoltare di più le nostre emozioni.

Mi domando quale sia stata l’ultima volta che ci si è ritrovati a piangere liberamente, senza alcuna vergogna di farlo, di fronte ad una persona cara, un figlio magari, o tra la gente, lasciandosi andare ad uno sfogo: la prima chiave di svolta verso l’umiltà, il passaporto che ci conduce diretti verso Gesù.
Nessuno ha veramente davvero bisogno di quello che facciamo, ma qualcuno avrà certamente bisogno di quello che riusciamo ad essere.
Penso davvero che l’amore sia cieco, ma forse lo è soltanto perché non ha alcun bisogno degli occhi per orientarsi, inevitabilmente molte cose hanno un senso, ma solo dopo un pò di tempo.

Dio soltanto sa, attraverso i Suoi piani divini, quanto durerà il nostro cammino terreno, ma questo prende ampiamente le distanze dall’impegno che ognuno di noi deve assumersi per renderlo interessante ogni giorno di più ai Suoi occhi.
Cominciamo allora a camminare fiduciosi nella Grazia del Signore!
Potrà mai tradirci chi ci ama?
Non dimentichiamo mai che non siamo soli, e che, talvolta, tutte le risposte che ci diamo sono la strada sbagliata verso la vera conoscenza.

L’apprendimento di una vita in armonia con il Signore si trova nella semplicità delle parole dell’Evangelo.
La bellezza delle cose ha tante forme e la semplicità è una di quelle.
E’ bello poter contare sugli altri, ma davanti ai nostri limiti sarà sempre una questione personale.
La saggezza non va confusa con l’intelligenza; se qualcosa non si riesce a cambiare di certo non possiamo dannarci l’anima; dove non arriviamo noi, sappiamo bene chi ci aiuterà.

Talvolta quando penso di prendermi cura di qualcuno, per un bene superiore, mi capita di cadere nella folle idea che possa diventare inutile, sterile, senza tornaconto, ma inevitabilmente raggiungo poi l’idea che quel qualcuno un giorno potrei essere proprio io... e il gioco è fatto.
Allora cominciamo a fare qualcosa per gli altri, non importa cosa, basta iniziare, portando una prima goccia, il mare intero lo porterà per noi sicuramente il Signore.
Il tutto, con nostro grande stupore, diventerà una cosa meravigliosa.

Una Meditazione di Luca Pinna
Quanti uomini credenti dopo i vari insuccessi e cadute spirituali si sono auto-confortati con un pensiero che si è affacciato alla propria mente: “In fondo sono un essere umano limitato … fatto anche di carne...”?
Questo pensiero, accompagnato da altri, quali: “Non sono perfetto...”; “Il giusto pecca sette volte al giorno...”; “Iddio perdona sempre...”, che così facilmente si insinuano nella mente del credente, senza che quest’ultimo faccia alcun approfondimento sul caso, al fine di una giusta valutazione ed interpretazione spirituale, producendo così un frutto dotato di un profumo inebriante ed anestetizzante dal sapore dolcissimo ma velenosissimo il cui nome è APATIA.
Se chiediamo a Dio il “discernimento” e la “sapienza”, che Egli dà liberalmente a chi li desidera per la propria salvezza, comprenderemo facilmente l’origine di questi pensieri!
Con questo termine “APATIA” (dal greco apátheia, απάθεια, considerato esclusivamente dal punto di vista psicologico e non filosofico), indichiamo uno stato d’animo, privo di alcun sentimento, che manifesta indifferenza, inerzia fisica e mancanza di reazione.
Il destino dell’uomo che vive in questa situazione è segnato: si lascerà trasportare dalla corrente turbinosa della vita fino alla morte spirituale.
L’uomo che pensa così è destinato ad addormentarsi alla guida della propria vita spirituale con gli stessi effetti devastanti di chi si addormenta alla guida di un’autovettura.
Ma Iddio non dà alcun limite ai Suoi figli.
Leggiamo nella lettera agli Efesini: “Ed è lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministerio, per la edificazione del corpo di Cristo, finché tutti siamo arrivati all'unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato d'uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo“ (Efesini 4:11-13).
Credi tu questo?

Una Riflessione di Antonio Strigari
I 4 cavalieri dell'Apocalisse
Il mondo è molto malato, è pieno di brutalità, di paura, di delitti.
Mai, come in questi anni, si è assistito a tragedie disumane come quelle di cui siamo spettatori oggi: figli che uccidono i propri genitori e viceversa, ragazzi che si imbottiscono di ecstasy perché, dicono, si sentono "incompresi"... e che dire di coloro che abusano dei bambini per il loro vergognoso piacere?
E quanto ancora ci sarebbe da aggiungere!
Le sofferenze e le preoccupazioni stanno guadagnando sempre più terreno, invadendo anche i nostri cuori.
La guerra imperversa in quasi tutto il mondo; ovunque c'è corruzione, perché la natura dell'uomo è corrotta e peccatrice.
Nel corso dei secoli il peccato non è cambiato; abbiamo progredito tecnologicamente, tutto si è evoluto, ma il peccato non è cambiato.

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