Il Blog di Incontrare Gesù

Articoli di attualità, esperienze personali e meditazioni su argomenti etici morali, sulla fede cristiana e sulla religione in generale.

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Una riflessione di Nicola Scorsone. 

Durante la tanto sognata festa di Pasqua, tutto dovrebbe scorrere liscio, con salute, soldi, lavoro, uova colorate, ogni desiderio appagato...
Anche se questo sembra tutto, in realtà è troppo poco, perché Pasqua ha così tanto a che vedere con fede, amore, speranza pura e… con il tuo futuro.
Molti non collegano questo giorno con le parole: Figlio di Dio, croce, risurrezione...
Quando Gesù era in croce, gridò al cielo: “Tutto è compiuto!”.
Questo grido era tutt’altro che un sospiro di chi finalmente aveva superato un grande ostacolo.
In quel momento Gesù sapeva che tutto quello che fino ad allora aveva predicato, annunziato, spiegato, non era stato invano.

Un commento di Nicola Scorsone. 

Si parla de LA PASSIONE DEL MESSIA come di uno dei film più importanti e più belli mai realizzati. Diretto da Mel Gibson, a parte qualche inutile flash extra-biblico di una visionaria e un forzato marianesimo, esso ritrae la crocifissione di Gesù Cristo in maniera realistica.
Nessun film in tempi recenti ha suscitato una così grande reazione del pubblico.
Molti sono emozionati per questo film, altri lo condannano.
Ma perché questo film crea tanta controversia?
Condanna e controversia perché il film presenta LA VERA IMMAGINE DELLA CROCIFISSIONE!

Le odierne immagini del crocifisso raffigurato come un bel giovane, spesse volte biondo e con gli occhi azzurri, con qualche goccia di sangue sparsa qua e là per il corpo, non è corrispondente alla realtà biblica.
La Bibbia invece lo presenta in un modo molto differente, come segue: "... molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti tanto era disfatto il suo sembiante al punto da non sembrare più un uomo, e il suo aspetto al punto da non sembrare più un figlio d’uomo, non aveva forma né da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. 
Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. 
Tuttavia erano le nostre malattie che Egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! 
Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace è caduto su di Lui e mediante le Sue lividure noi siamo stati guariti" (Isaia 52-53).

La negazione e l'impedimento ad ogni costo e con ogni mezzo all'esistenza ed allo sviluppo di uno stato ebraico è una realtà che classificandola, anche per convenienza, come un problema politico ed etnico-razziale, volendo anche ignorare il fattore spirituale-religioso, è pur sempre una ingiustizia contro la democrazia e contro l'auto determinazione di uno stato, e quindi non si dovrebbe mai accettare e tanto meno sostenere.

Israele e l'ONU tra affinità elettive e relazioni pericolose.
L'11 maggio 1949 lo Stato d'Israele fu ammesso alle Nazioni Unite quale suo cinquantanovesimo membro.
Da allora, esso ha partecipato ad un'ampia gamma di operazioni, ha giocato un ruolo attivo nel lavoro dell'organizzazione nel suo complesso e delle ONG che operano sotto gli auspici delle Nazioni Unite.
Ciononostante, le relazioni tra Israele e Nazioni Unite non hanno mai avuto vita facile.

È il 1948 quando l'ONU dichiara fieramente l'intento di perseguire i principi e lo spirito dell'organizzazione che l'ha preceduta (la Società delle Nazioni), riconoscendo l'antico legame del popolo ebraico alla Terra d'Israele e decidendo la creazione di uno stato ebraico in Palestina.
Sarebbe improprio ridurre la fondazione dello Stato ad una scelta o persino ad una concessione della comunità internazionale.
Piuttosto, essa rappresentò la realizzazione del sogno millenario del popolo ebraico, degli sforzi della diplomazia sionista e dei pionieri che in Palestina edificarono il focolare nazionale ebraico.
Eppure, sono le Nazioni Unite a sostenere la sovranità nazionale ebraica.

Testimonianze

Trasformato in un attimo. 

Vorrei testimoniare, e lo farò contro qualcuno, ma anche a favore di Qualcuno.
Non proverò a spiegare quello che solo dopo ho capito leggendo la Parola di Dio.
Non racconterò eventi e situazioni che ho vissuto in quei giorni, ma unicamente ciò che è accaduto nel più lungo istante della mia vita.
Testimonierò contro me stesso, ma dirò ovviamente la verità.
Questa era ed è la mia semplice natura umana: immeritevole, calpestatore, menefreghista, approfittatore, falso.
Satana mi dà aiuto a sviluppare queste mie innate facoltà, si, lui è il mio principe, ma si comporta quasi fosse il mio servo, è sempre a mia disposizione, ci tiene a me, è uno che arriva in fondo alle cose, non lascia il lavoro a mezzo... lui sì che persegue i suoi obiettivi, e non si arrende!
Dovrei prenderlo ad esempio più spesso...

Ancora un omicidio di un cristiano, ministro del governo pakistano. 

Il nostro desiderio di una giustizia equa rimane fermo, anche se siamo convinti che questa è ancora molto lontana dalla realizzazione, specialmente nei Paesi islamici.
Il 2 marzo 2011 Shahbaz Bhat­ti, Ministro Federale per le Minoranze Religiose del Pakistan, è stato ucciso nella capitale Islamabad da un gruppo armato talebano.
L'omicidio è avvenuto in pieno giorno e in una via centrale e trafficata.
I killer hanno affiancato la sua auto, sparando per fermare il mezzo su cui viaggiava, lo hanno trascinato fuori e lo hanno investito con una tempesta di proiettili (oltre 30 colpi).

Poi hanno gettato, sulla scena del delitto, volantini che rivendicavano l'azione da parte dei talebani pakistani, infine si sono dileguati.
Il Ministro è stato trasportato immediatamente in ospedale, dove è giunto già senza vita.
Il motivo di questo barbaro omicidio è da ricercarsi nel fatto che Shahbaz Bhatti, cristia­no cattolico, era uno dei principali fautori dell'abolizione della Legge 295, la cosiddetta "Legge anti-blasfemia", per mezzo della quale vengono perseguitati ogni anno moltissimi cristiani.

I fondamentalisti islamici, che da quella legge traggono numerosi vantaggi, non vogliono che sia cancellata e per questo motivo il ministro Bhatti aveva ricevuto molte minacce di morte.
I talebani avevano già ucciso nel mese di gennaio il Governatore dello Stato del Punjab, Salmaan Taseer, che si era pronunciato a favore di una revisione della Legge 295.

Persino rapporti dei servizi segreti pakistani avevano avvertito di un imminente attacco a Shahbaz Bhatti, che si stava impegnando personalmente anche per la concessione della grazia ad Asia Bibi, condannata alla pena di morte proprio in base alla legge anti-blasfemia.
Pur cosciente del pericolo, il ministro, che aveva speso una vita in favore delle minoranze religiose del Pakistan, aveva dichiarato di non voler arretrare nel suo impegno, chiedendo preghiera per la sua vita.
Ora tutto il mondo cristiano piange per il sacrificio di Shahbaz Bhatti, definito apertamente un martire.

Fonte: La voce dei martiri

C'è da meravigliarsi sulla quantità di muri di separazione che si trovano ovunque nel mondo, non solo in Israele, dove esso è ancora in costruzione.
Perché Israele deve dare conto al tribunale dell'Aia per la costruzione di un muro che servirà come protezione dai kamikaze, mentre in altre nazioni vi sono dei muri di separazione per i quali i vari governi non rendono conto a nessuno, tanto meno ai propri cittadini?
Vorremmo invitarvi a fare un «viaggio attraverso i muri del mondo».

Il nostro viaggio inizia da un muro che separa il Messico dagli USA.
Perché gli americani lo hanno costruito?
In fin dei conti, nessuno dei tanti milioni di immigranti messicani negli USA ha mai compiuto attentati suicidi in ristoranti o autobus.
Muro tra Messico e USA

Il nostro viaggio continua all'altro capo del mondo, verso la Corea.
Fra Nord e Sud Corea c'è un muro che equivale a una linea di demarcazione, visto che è sorvegliato continuamente.
Da che cosa devono essere protetti gli abitanti di questi stati, che si definiscono tra l'altro un popolo unico?

Testimonianze

Camminare con Dio con la propria croce. 

Sulla riflessione "Prendere la propria croce" vorrei offrire la mia testimonianza, perché possa essere d'aiuto a tante coppie che cercano di diventare genitori.
L'Amore di Dio si è manifestato tra me e mio marito nella sofferenza: da tre giorni mio marito ha subito un intervento che ha concluso un anno abbondante di faticosi e umilianti controlli medici; nel quale ci hanno ufficializzato la nostra infertilità di coppia.
E' stato un giorno difficile, ma l'unione nella fede in Dio ci ha permesso di superare questo scoglio e di trovare una serenità interiore e una unione più forte tra di noi.
Tante volte i piani di Dio non sono i nostri e molte altre volte la Sua Grazia non è visibile all'occhio umano, almeno di primo acchito... non so quale sia il progetto di Dio per noi, so che nulla è impossibile a Lui e Lo ringrazio per la serenità che è riuscito ad infondere nel mio cuore... solo Dio sa cosa è bene per noi, per cui, io e mio marito, abbiamo deciso di fidarci di Lui!
Fatelo anche voi, portando con fiducia e serenità la vostra croce; noi abbiamo appena incominciato il nostro cammino...
Pace a tutti.

Leggi altre testimonianze
Una riflessione di Maurizio Mirandola.

Il caso di Asia Bibi ha scosso i e continua a scuotere le coscienze in tutto il mondo e ha avuto finalmente il merito di rivelare al grande pubblico il tema della Chiesa perseguitata, le migliaia e milioni di cristiani che ogni giorno nel mondo sono vittime di violenze e discriminazioni per il semplice fatto di credere nel Signore Gesù, anziché nel dio in cui crede la maggioranza della popolazione locale.
Un altro grande merito, anche se tragico, è stato quello di aver squarciato il velo di ipocrisia del Pakistan su questo tema.

Il caso Asia Bibi ha scatenato infatti una serie di eventi drammatici che hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, come il Paese asiatico sia dominato dagli estremisti islamici e di come questi utilizzino la cosiddetta "legge sulla blasfemia" per colpire le minoranze religiose, specialmente quella cristiana.
L'improvviso interesse di tutto il mondo per Asia Bibi e la conseguente richiesta della grazia ha innervosito infatti i fondamentalisti musulmani che vedono nella sua condanna a morte la giusta pena per il "crimine" di aver diffamato Maometto.

Da qui una lunga serie di intimidazioni alle autorità pakistane, perché la grazia non venga concessa, culminate con l'omicidio in gennaio 2011 di Salmaan Taseer, il governatore del Punjab che si era pubblicamente espresso per la cancellazione della legge sulla blasfemia, e da ultimo con l'assassinio il 2 marzo 2011 del Ministro per i Problemi delle Minoranze del Pakistan, il cristiano Shahbaz Bhatti, il quale si batteva per lo stesso obiettivo e aveva preso particolarmente a cuore il caso della condanna a morte di Asia Bibi, considerato emblematico dell'ingiustizia di quella famigerata legge 295.
Molti Stati occidentali hanno spesso chiuso gli occhi sul pericolo dell'Islam radicale in Pakistan, considerato da sempre Paese "alleato".

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