Una scelta importante

Un commento di Jack Hayford. 

Essere dalla parte d'Israele. 
Israele è una terra della quale Dio dice in modo unico, profetico, redentivo e ripetuto, che si tratta della Sua Terra.
Dio si riferisce ad Israele come a nessun'altra area del mondo, e che doveva essere la luce per i gentili.
La chiesa, al suo inizio, era virtual­mente ebrea e così rimase finché il Vangelo cominciò a propagarsi.
Infine, la Buona novella arrivò ad Antiochia, il luogo nel quale per la prima volta i credenti furono chiamati "cristiani"; e da qui, si propagò in tutto il mondo.
Nell'epistola ai Romani, dal capitolo nono all'undicesimo, l'apostolo Paolo tratta degli Ebrei nel progetto di Dio.

Questi tre capitoli sono gli unici che trattano del rapporto di Dio con il suo popolo eletto, in tutta la Bibbia.
Gli Ebrei furono "i primi"... il primo popolo (che viene da Abramo) a ricevere il patto di Dio.
Poi, fecero in modo che tutto il mondo allora conosciuto apprezzasse le ricchezze della verità di Dio, e nel loro mezzo venne anche il Messia.
La Parola di Dio chiama gli ebrei "la radice" ed i gentili "i rami".
Ci vien detto che "essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede"; non dobbiamo insuperbir­ci, ma temere, poiché: "Se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non rispar­mierà neppure te".
E quando verrà la pienezza dei gentili "tutto Israele sarà salvato" (Romani 11:16-26). 

Perché dovremmo oggi essere dalla parte di Israele?
Viviamo un momento storico difficile, in cui, come cristiani, dobbiamo prendere posizione per Israele.
Siamo "quelli dell'ultima ora", per cui non dobbiamo essere passivi riguardo alla profezia biblica.
Siamo chiamati a pregare con passione, a intercedere, a svolgere il nostro mini­stero secondo la Parola di Dio, che ci suggerisce che non è nostro compito sapere quando verrà l'ultima ora, e che è nostro dovere invece occuparci delle cose del Regno, finché Dio verrà.
La politica non c'entra nulla, è una questione legata alla Parola di Dio.
La Sacra scrittura afferma che verrà un tempo in cui tutte le nazioni si rivolteranno contro Israele e, siccome molti fatti ci portano a pensare che questo avver­rà molto presto, è importante sapere perché dobbiamo prendere posizione per Israele.

Otto motivi per essere a favore di Israele:
1) Ogni credente deve fare del popolo di Israele una priorità, per ringrazia­re dal proprio cuore Dio per quel­lo che ha fatto per loro. Si tratta di comprendere l'ordine divino e quello che Dio ha detto. Ciò riguarda sia le persone, sia la terra. Il Signore ha scelto un popolo; ha iniziato a sce­gliere Abramo. Il Signore ha detto che attraverso la discendenza di Abramo (in relazione alla nascita di Isacco) tutte le nazioni della terra saranno benedette, cioè ogni essere umano ha accesso alle benedizioni divine dell'Iddio Onnipotente. In Ge­nesi 12:3 il Signore dice riguardo al patto che conclude con Abramo: "Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra". Questo non si riferisce solo alle persone, ma anche alla terra di Israele. Dio giudicherà i popoli in relazione anche alla loro posizione riguardo Israele, e così anche per i singoli individui. Dio ha scelto loro per un proposito: "...gli Israeliti, ai quali appartengono l'ado­zione, la gloria, i patti, la legislazio­ne, il servizio sacro e le promesse..." (Romani 9:4).
L'adozione: Dio ha scelto loro come proprio popolo.
La gloria: la presenza manifesta di Dio che rivela sé stesso.
I patti: sono im­pegni presi da Dio:
il patto con Abramo: Dio dice: "Ti darò un popolo ed una terra, e tramite questa discendenza, le nazioni del mondo saranno benedette" (Genesi 17);
il patto con Mosè: la rivelazione della legge, data come insegnamento per arrivare a Gesù ed avere la redenzione attra­verso il sangue dell'agnello;
il Nuo­vo patto: in Geremia ed Ezechiele, Dio dice: "Perché verrà un tempo in cui prenderò la mia legge e farò un nuovo patto con te e metterò in te il mio Spirito", il più grande dono, il grande dono di Gesù all'umanità. Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio. Egli l'ha dato per il tramite degli Ebrei ed egli venne come Ebreo. Parlan­do con la donna samaritana, Gesù disse: "La salvezza viene degli Ebrei...". Quindi, la Scrittura parla in modo chiaro: stiamo trattando con le radi­ci di ogni cosa che ha a che vedere con la rivelazione di Dio all'umani­tà. La prova di questo è l'esistenza stessa di Israele come popolo e la loro rinascita come nazione. Oggi, le preoccupazioni riguardano Ge­rusalemme, Israele e il suo diritto di avere una terra. Poche nazioni sono disposte a identificarsi con un simile popolo. 
2) Il nostro posto nell'ordine attuale di Dio ci unisce inevitabilmente agli Ebrei, come popolo e con la terra di Israele. Quando abbiamo fede nel Redentore che venne tramite gli Ebrei, siamo tra coloro che han­no confidato in Dio secondo la sua grazia rivelata e il proposito redentivo. La Scrittura dichiara che, spi­ritualmente parlando, quando noi riceviamo il Signore, diveniamo Ebrei (Romani 2:28-29; Galati 3:26-29). Se siete credenti, non potete pen­sare di applicare le Scritture nella vostra vita ed avere una posizione passiva riguardo ad Israele!
3) Dio ha reso delle dichiarazio­ni uniche sulla terra di Israele, che non sono mai state rimosse. Levitico 25:23: "Le terre non si venderanno per sempre; perché la terra è mia e voi state da me come stranieri e ospiti". Deuteronomio 32:43: "Nazioni, can­tate le lodi del suo popolo! Poiché il Signore vendica il sangue dei suoi servi, fa ricadere la sua vendetta sopra i suoi avversarì, ma si mo­stra propizio alla sua terra, al suo popolo". 2Cronache 7:20: "lo vi sradicherò dal mio paese che vi ho dato; e respingerò dalla mia pre­senza la casa che ho consacrata al mio nome, e la farò diventare la favola e lo zimbello di tutti i popoli". Salmo 85:1-2: "Oh Signore, tu sei stato propizio alla tua terra, hai ricondotto Giacobbe dalla deportazione, hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati". Isaia 8:8: "Passerà sopra Giuda, inonderà, e passerà oltre; arrive­rà fino al collo, e le sue ali spie­gate copriranno tutta la larghezza del tuo paese, oh Emmanuele!". Geremia 2:7: "lo vi ho condotti in un paese che è un frutteto, perché ne mangiaste i frutti e i buoni pro­dotti; ma voi, quando vi siete en­trati, avete contaminato il mio pae­se e avete fatto della mia eredità una abominazione". Ezechiele 38:16 (Dio sta qui parlando di popoli che marceranno contro Israele): "Salirai contro il mio popolo Israele, come una nuvola che sta per coprire il paese. Questo avverrà alla fine dei giorni. Io ti condurrò contro il mio paese affinchè le nazioni mi cono­scano, quando io mi santificherò in te sotto gli occhi loro, oh Gog!". Gioele 1:6, 2:18, 3:2: "Un popo­lo forte e innumerevole è salito contro il mio paese. I suoi denti sono denti di leone, e ha mascel­le da leonessa. Il Signore ha pro­vato gelosia per il suo paese e ha avuto pietà del suo popolo. Io adunerò tutte le nazioni e le farò scendere nella valle di Giosafat. Là le chiamerò in giudizio a pro­posito della mia eredità, il popolo d'Israele". E ancora: Osea 9:3 e Zaccaria 9:16. Quando par­liamo di Israele, ci riferiamo a: 1) una fetta di proprietà su cui Dio si è già espresso; 2) il popolo di Dio, al quale egli ha dato quella terra. È una questione fondamentale per il Creatore di tutte le cose, e non è negoziabile. Le cose dette da Dio su Israele non sono state rescisse. Non solo quella terra appartiene a Dio, ma Egli l'ha anche data ad Abramo ed alla sua progenie, tramite Isacco e Giacobbe, per sempre (Genesi 17:7-8 e Isaia 54:8-10). La perdita, da parte di Israele, del governo, a seguito del peccato e la conseguente dispersione (diaspora), non ha mo­dificato l'impegno da parte di Dio nei confronti d'Israele (Ezechiele 37:1-28). 
4) Il conflitto che Israele sta vivendo oggi non è dovuto a sua iniziativa, né è perpetuato dal suo espan­sionismo e razzismo. L'attitudine generale oggi del mondo verso i palestinesi è quello di considerarli delle vittime, ma Israele sta difen­dendo la terra data loro nel 1917 e fissata dalle Nazioni Unite nel 1948. Lo scopo dei palestinesi, è quello di buttar fuori Israele da dove si trova adesso. Ed a questo scopo, i paesi arabi vicini hanno spesso offerto rifu­gio ai palestinesi. La maggior parte del mondo non lo sa e nessuno può dirlo, perché forze superiori lo im­pediscono. 
5) Prendere posizione per Israele non vuol dire opporsi ai paesi ara­bi che intendono vivere in pace, sicurezza e prosperità con Israele. Dio non ha pregiudizi contro alcun essere umano e gli arabi rientrano in questo ordine di cose; oltretutto, la maggior parte, sono discendenza di Ismaele, l'al­tro figlio di Abramo. Dunque, essere per Israele non vuol dire avere una po­sizione anti-araba e non deve voler significare non volere bene alle al­tre persone. 
6) L'animosità perenne di alcune genti arabe verso Israele non è dovuta a cause politiche, ma a forze spirituali che aspirano solamente al cancellamento della geografia della "terra di Sion". Le forze che si oppon­gono ad Israele non sono solo quelle che non amano gli Ebrei. Siamo presi tra forze ben più potenti di quel­le umane; forze che non si possono sconfiggere politicamente o per mez­zo della persuasione. Queste forze possono essere spezzate solo per mezzo delle preghiere di intercessio­ne, che sono in grado di sconfig­gere i principati e le potestà delle forze del male. 
7) Queste forze spirituali malvagie si oppongono, oltre a Israele, anche alla Chiesa e, a suo tempo, cercheranno di perseguitare entrambi. Le Scritture dicono che alla fine dei tempi, "due testimoni" saranno messi a morte (Apocalisse 11). Ci sono stati due testimoni che, storicamente, hanno sempre preso posizione a favo­re di Dio: gli Ebrei ed i cristiani. Le ostilità si rivolgono ai credenti, come ad Israele, perché c'è lo "spirito nel mondo" (o dell'Anticristo) che si oppone a tutto quello che si chiama Dio: Dio come Creatore (al quale dob­biamo la lode); Dio come giudice (al quale dobbiamo rendere con­to); Dio come Redentore (che si è manifestato per mezzo di Suo Figlio Gesù); Dio come legislatore morale dell'umanità (al quale dobbiamo rendere conto riguardo la nostra condotta). 
8) Un compito biblico e una promessa divina riassumono la nostra posizione di fede, la nostra intercessione con trepidazione. Siamo chiama­ti a prendere posizione per Israele oggi, perché possiamo essere gente dell'ultima ora. Il Signore di ha chiamato ad avere sani convinzioni morali, che viviamo con saggezza nella sua Parola. Egli onorerà chi prenderà posizione a favore della terra che egli ha chiamata sua (Salmo 122:6).
Azioni che si possono intraprendere per stare dalla parte di Israele:
A) Fornitevi di informazioni fidate, evitando atteggiamenti bigotti e prese di posizioni da ignoranti, riconoscendo la tendenza della maggior parte dei mass media (che è quella di denigrare ed essere sfavorevoli ad Israele); leggete le crona­che con cautela.
B) Informatevi della storia del Medio Oriente, passata e presente.
C) Accettate con fedeltà la richiesta biblica contenuta nel Salmo 22:6, e pregate che la nazione in cui viviamo governi alla luce di Genesi 12:1-3.
D) Siate disponibili a visitare Israele, come atto di pratica adesione a ciò che questo stato rappresenta anche biblicamente.
E) Mostrate amicizia verso gli Ebrei, dite loro che, come credenti, siete con Israele, anche come parte del vostro impegno per Dio.
F) Sappiamo tutti che esistono i terroristi islamici, tuttavia non commettete l'errore di trattare tutte le persone ara­be come terroristi.
Prendere posizione pro Israele è importante.
Quello che sta accadendo oggi è sempre di più un complotto di nazioni contro Israele e contro co­loro che prendono posizione a suo favore.
L'ultima questione sarà: "Chi sarà per Cristo e la sua Via, e chi non lo sarà?".
Il Signore ci ha chiamati ad essere gente che chiama altre persone e che ha posizioni morali basate sulla Parola di Dio, principalmente sulle questioni fondamentali... e questa ne è una.

Tratto da Uomini Nuovi

Giuseppe

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