La via del dolore

Una meditazione di Norbert Lieth. 

La via del dolore del popolo ebraico non è ancora terminata.
L'Olocausto ebbe fine più di sessant'anni fa, ma l'impressione di questo orribile passato pesa ancora sulla scena mondiale.
Si tratta di un evento storico che non può essere dimenticato, eppure sembra che il suo insegnamento non sia ancora stato appreso.

Asaf, già in epoca antica, parlava di questo problema in preghiera davanti a Dio, dicendogli fra l'altro: "...dicono: venite, distruggiamoli come nazione e il nome d'Israele non sia più ricordato" (SaImo 83:5).
Anche oggi si prova più simpatia per i nemici di Israele che per il popolo del Patto di Dio.
Così, la deputata britannica Jenny Tonge ha espresso come segue la propria comprensione per gli attentatori suicidi: "Credo che vivendo in una situazione come quella, e lo dico con considerazione, anche io oserei diventarlo (un'attentatrice suicida, N.d.R.)".
Una mostra speciale nella casa di Anna Frank, ad Amsterdam, ha sconvolto in modo particolare i visitatori israeliani: in un breve filmato si vede un poster che rappresenta il premier israeliano Ariel Sharon con i baffi, gli stessi di Adolf Hitler, raffigurato accanto a lui.

Walid Jumblatt, presidente del partito progressista socialista druso e membro del parlamento libanese, ha accolto con queste parole l'attentato suicida di una palestinese a Gaza: "Ieri, la madre palestinese Reem Al-Riyashi si è offerta in sacrificio.
Con tale atto si affianca al gruppo dei coraggiosi combattenti della Jihad. ... In tal modo ha espresso un segno di speranza in un mare di esitazione, indecisione e paura. ... è stato forse un atto di disperazione?
No e ancora no, è un atto di fede salda che indica la giusta direzione, poiché la morte di un ebreo, che sia soldato o civile, in tempi di decadenza, auto-umiliazione e sottomissione mostra un grande contributo nello sforzo di seppellire il piano di giudeizzazione di tutta la Palestina".

Il consiglio di sicurezza dell'ONU non ha condannato l'attacco suicida compiuto a Gerusalemme a fine Gennaio (2004).
Proprio nel periodo in cui Israele ha scambiato tre cadaveri di soldati (rapiti e brutalmente uccisi) e un israeliano vivo con la libertà di oltre 400 terroristi, un poliziotto palestinese di Betlemme si è lasciato saltare in aria in un bus di linea.
Risultato: dieci morti e molti feriti gravi. Eppure il mondo ha taciuto.
Un ufficiale d'alto rango del servizio segreto britannico ha dichiarato: "Nell'Occidente alcuni sono arrivati a concludere che la fondazione dello stato di Israele nell'anno 1948 è stato un errore".
Alla domanda se ritenesse che gli ebrei dovessero essere scacciati dal Medio oriente, egli ha risposto: "Certamente, Israele solo ha oltre cinque milioni di abitanti; se gli Stati Uniti e la NATO fossero pronti a finanziare il loro insediamento altrove, questo risolverebbe alcuni problemi in Medio oriente".

"Cerca la morte e ti sarà data la vita", è uno dei messaggi che si vedono continuamente alla televisione ufficiale dell'Autonomia Palestinese (PA - TV).
In film, spot pubblicitari e video musicali anti giudei e anti israeliani viene seminato l'odio... ed è un seme che germoglia.
Decine di giovani palestinesi, negli anni scorsi, si sono fatti saltare in aria, credendo di aver raggiunto il massimo scopo della vita: diventare martiri.
Alcuni di questi assassini avevano solo 17 o 18 anni.
Com'è possibile che la gente di oggi possa esprimere tali opinioni?
Come si può giudicare in modo tanto squilibrato e continuare a incolpare unicamente Israele?
Ecco l'unica spiegazione: si tratta di uno scenario demoniaco.
La lotta contro Dio è una lotta contro l'ebraismo e, poiché il piano di Dio si realizza in e nei confronti d'Israele, questo popolo dà fastidio a un mondo che rinnega Dio.

La via del dolore del popolo ebraico in Europa è praticamente infinita.
Cominciò nel 70 d.C. a causa dei Romani e si estende, escludendo piccole interruzioni, nella storia fino al presente.
Persino quando Roma, all'inizio del quarto secolo, divenne cristiana, sotto l'imperatore Costantino, agli ebrei condannati alla pena di morte erano state imposte limitazioni sensibili completamente inattese. Nell'anno 538 d.C. ad esempio, fu emanata una disposizione che vietava per quattro giorni agli ebrei (dal giorno dell'Ultima Cena fino al lunedì di Pasqua) di farsi vedere fra i cristiani.
In seguito si giunse all'obbligo di battesimo su ordine dell'imperatore.
Durante le crociate, gli ebrei vennero massacrati e sterminati a migliaia.
A Gerusalemme si compì un vero e proprio bagno di sangue.

In Francia e Inghilterra, gli ebrei vennero crudelmente perseguitati e furono disposti dei "segni di identificazione".
Gli ebrei venivano esclusi dalle corporazioni, e veniva loro vietato l'esercizio delle professioni cristiane. Si giunse a compiere roghi o annegamenti pubblici degli ebrei.
Essi venivano scacciati oppure veniva loro vietato di emigrare.
Gli ebrei furono anche incolpati e infamati di dissacrazione delle ostie, accusati di essere untori della peste.
Venivano definiti "avvelenatori di sorgenti", "fratricidi di Caino" e rinchiusi nei ghetti.
Si rendeva la loro vita impossibile: venivano perseguitati, torturati e bruciati.

Nei tempi più vicini a noi, si giunse al famoso processo Dreyfuss, all'antisemitismo pubblico, ai pogrom in Russia e infine all'Olocausto nella Germania nazista di Hitler.
Hitler e i suoi scagnozzi resero la vita degli ebrei un inferno e ne uccisero oltre sei milioni.
Dopo il ritorno dei sopravvissuti nella terra dei padri, le nazioni promisero loro molta più superficie terrestre di quanto ne possiedano oggi.
La Giordania si annesse all'epoca semplicemente il territorio a ovest del Giordano, senza che nessuno se ne preoccupasse.
Israele venne invece osteggiato, terrorizzato e combattuto.
Fu definito sprezzantemente "occupatore" e incolpato di "terrorismo di stato".
L'ONU enunciava già innumerevoli risoluzioni contro Israele, ma non ha mai condannato gli orribili attentati suicidi o la crudele dittatura delle nazioni a regime arabo contro chiunque non condivida le loro idee.

Ma la via di dolore di Israele non è ancora terminata: essa vedrà il culmine negli ultimi anni, prima del ritorno di Gesù.
Perciò, Gerusalemme, nella seconda metà degli ultimi sette anni (70 settimane, cfr. Daniele 9:24-27), in cui l'Anticristo si rivelerà, durante 42 mesi, sarà calpestata dai popoli Gentili (Apocalisse 11:1-2).
La mentalità antisemita ritorna a prendere piede nella società.
Un israeliano di Gerusalemme scrive: "Per quanto riguarda l'antisemitismo, oggi diventa sempre più arrogante, anzi persino sfacciato, sebbene se ne rinneghi l'esistenza.
Ho ricevuto negli ultimi tempi un gran mucchio di documenti, statistiche, articoli e nuovi libri, e sono rimasto scioccato: da essi risulta chiaro che la situazione oggi è peggiore che ne11933.
Che si travesta da spirito anti sionista o anti israeliano, si tratta dello stesso spirito diabolico; persino le motivazioni, le accuse e gli slogan sono i soliti, e ce ne accorgiamo subito.
La nostra sensibilità, dopo quattromila anni di esperienza, è diventata altissima, riconosciamo il vecchio tono, le stesse vibrazioni.
Qualsiasi negazione di tale tendenza sarebbe disonesta o auto ingannatrice.
La situazione è stata prevista anche dai nostri profeti biblici e vediamo il rapido evolversi dell'odio mondiale contro gli ebrei, contro Israele.
È la preparazione mondiale dell'attacco contro Gerusalemme.
Questo è molto doloroso per me".

Il mondo lotta contro la verità e distorce tutto in menzogna, ma perderanno contro un Dio che è verità e che non lascerà fallire il proprio piano per Israele e non avrà raggiunto il Suo scopo.
In Apocalisse 14:1 sta scritto: "Poi guardai e vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulla fronte".
E in Giosuè 10:21 leggiamo: "... senza che nessuno osasse fiatare contro i figli d'Israele...".
Questo giorno arriverà quando il Signore Gesù sarà ritornato come Re dei Giudei a Gerusalemme.

Giuseppe

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