Liyla strinse fortemente al petto la Bibbia di suo marito.
Il messaggio che era contenuto in quel libro aveva portato speranza e gioia nelle loro vite.
Liyla e Mohammed, abitualmente leggevano la Bibbia alla luce di una torcia elettrica di notte, in modo che i loro parenti musulmani non potessero notarli.
Ma col passare dei giorni, Mohammed non poteva più restare in silenzio: si sentiva spinto a condividere la buona notizia con la sua famiglia.
"Io ho la felicità; non posso fermarmi ora", disse a sua moglie, "devo condividere questa verità con la mia famiglia".
Ma i membri della famiglia di Mohammed non accettarono la sua conversione al cristianesimo.
Così la sua passione evangelistica e la devozione a Cristo gli sono costate la vita: un membro della sua famiglia lo ha ucciso, per aver abbandonato la fede islamica.
Rimasta vedova e con un bimbo piccolo da curare, Liyla doveva fare una scelta: avrebbe potuto lasciare l'Iraq, come altre decine di migliaia di altri cristiani, oppure poteva restare in Iraq e iniziare un servizio di evangelizzazione per i musulmani.
Liyla ha scelto di restare e di affrontare i rischi che comporta essere un cristiano in Iraq.
"Mohammed mi ha lasciato due cose importanti: mio figlio e la nostra Bibbia"; dice Liyla, "non dimenticherò mai perché Mohammed è morto: è morto per Gesù; e io credo che Gesù mi aiuterà".
Il lavoro di Liyla sta portando frutto: tre donne musulmane recentemente hanno accettato Cristo, attraverso il suo ministero di evangelizzazione.
La Missione per la Chiesa Perseguitata è fiera di poter aiutare persone come Liyla: lei è un eroe della fede.
Preghiamo che Liyla possa rimanere fedele a Cristo nel mezzo del pericolo e che Dio faccia prosperare il suo ministero in Iraq.
Tratto da EUN-ICA
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