"La mamma ci ama" dice Isham a un collaboratore della Missione per la Chiesa Perseguitata, "lei ci portava al bazar, e io la aiutavo nei lavori domestici di tutti i giorni, come pulire o altri semplici compiti che potevo eseguire.
Lei ci aiutava sempre a prepararci per la scuola prima di recarsi al lavoro".
Isha, che ha 12 anni, e Isham, che ne ha 8, stanno vivendo senza la loro mamma da più di due anni, e l'hanno vista una sola volta dallo scorso marzo.
Mentre le figlie di Asia Bibi pregano per la sua scarcerazione, lei siede da sola in una cella di poco più di un metro e mezzo per due, condannata alla pena di morte e aspettando una possibile esecuzione.
Il suo "crimine" è stato quello di dire la verità sulla propria fede.
Asia è una normale cristiana pakistana, una raccoglitrice di frutta, ma è un collegamento vitale nel piano di Dio per portare la Sua verità al Pakistan e al mondo intero.
Nel Pakistan di oggi, i musulmani militanti vedono Asia e altri coraggiosi cristiani pakistani come blasfemi.
Loro si sentono insultati e offesi dalla verità del Vangelo, e pensano di servire Allah bruciando chiese o imprigionando e uccidendo cristiani.
Dopo che Asia è stata imprigionata, suo marito Ashiq non ha portato spesso le bambine quando andava a trovarla in carcere.
Ma un giorno, lo scorso maggio, Asia ha chiesto ad Ashiq di portare le bimbe, perché il suo cuore soffriva per loro.
Le ragazze erano in estasi; anche se la visita di Isha e Isham è stata breve, loro erano entusiaste di vedere la loro madre.
"Quando mi ha visto, ha esclamato: 'Oh, mia figlia sta crescendo!'", ricorda Isham; "speravo di avere un abbraccio da mamma, ma c'erano le sbarre tra di noi".
Asia e le sue figlie hanno avuto solamente la possibilità di toccare le punte delle dita l'una dell'altra, attraverso le sbarre.
Mentre Ashiq e le ragazze stavano per lasciare la prigione, Isham ha chiesto alla mamma di "tornare a casa presto".
La gioia di aver visto la propria madre si è sciolta nella tristezza del ritorno a casa, un posto senza il tocco speciale della loro mamma, senza il suo incoraggiamento quotidiano, senza abbracci materni.
Prima del suo arresto, Asia Bibi lavorava raccogliendo frutta in una fattoria nella provincia pakistana del Punjab.
Un giorno portò dell'acqua alle altre lavoratrici del campo, ma loro si rifiutarono di berla, dicendo che il contenitore era stato contaminato da una ladra infedele.
Le colleghe musulmane tormentavano Asia a causa della sua fede cristiana, dicendo che il suo profeta era nato senza un padre.
Asia rispose: "II nostro Cristo ha sacrificato la sua vita sulla croce per i nostri peccati; che cosa ha fatto il vostro profeta per voi?
Il nostro Cristo è vivo, il vostro profeta è morto.
Il nostro profeta è il vero profeta di Dio, il vostro no".Le colleghe di Asia riportarono le sue "blasfeme" parole ai capi religiosi del villaggio.
Cinque giorni dopo, numerosi mullah e capi islamici locali strapparono Asia dal suo posto di lavoro.
La donna fu picchiata da una folla che si era radunata sul posto, e non le fu permesso di difendersi dalle accuse di blasfemia che venivano pronunciate contro di lei.
Molti abitanti del villaggio accorsero in sua difesa, ma i fanatici islamici li minacciarono di malmenare anche loro se non fossero andati via.
Asia fu arrestata e portata in prigione.
Le sue guardie le dissero che se si fosse convertita all'Islam , l'avrebbero lasciata andare, ma lei rifiutò, dicendo loro: "Potete anche uccidermi, ma non lascerò il mio Gesù".
La sezione della Missione per la Chiesa Perseguitata, presente in Pakistan, ha aiutato Asia e la sua famiglia da quando è giunta la notizia del suo arresto.
Attraverso il Fondo per le Famiglie dei Martiri, la Missione ha provveduto un aiuto economico per Ashiq e per le bambine, e dal punto di vista legale ha aiutato Asia a preparare l'appello legale contro la sua condanna a morte.
La famiglia è stata costretta a traslocare ben cinque volte negli ultimi diciassette mesi a causa delle minacce ricevute.
La Missione li ha aiutati con gli spostamenti e anche con le spese di affitto; sta inoltre pagando le tasse di iscrizione scolastiche delle bambine, in modo che possano continuare il loro percorso educativo.
Diciassette mesi dopo il suo arresto, Asia fu accusata di aver violato il paragrafo C della legge 295, nota come legge sulla blasfemia (contro Maometto) e condannata a morte.
Nessun cristiano in Pakistan è stato mai ucciso per aver violato la legge anti blasfemia, ma in molti casi, gli estremisti islamici hanno assassinato i cristiani dopo il loro rilascio dalla prigione.
I cristiani hanno lanciato appelli per la liberazione di Asia e per un'abrogazione di tale legge, mentre gli estremisti musulmani in Pakistan continuano a chiedere che la donna sia giustiziata.
Addirittura, Maulana Yusaf Qureshi, un imam della famosa moschea Mohabbat Khan a Peshawar, nel Pakistan nord occidentale, ha emanato una fatwa (decreto religioso) contro Asia, offrendo una ricompensa di 6.000 dollari a chiunque la uccida.
La sua famiglia e i suoi amici sono preoccupati che lei possa essere uccisa da un'altra detenuta o da una guardia, o persino avvelenata dallo staff delle cucine.
Per la propria sicurezza, è confinata nella sua cella, e cuoce da sé i suoi pasti con verdure che le procura il marito.
Anche se Asia non sa leggere, tiene sempre una copia della Bibbia nella sua cella, dove ad un'altra donna cristiana le viene dato il permesso di leggere la Bibbia e di pregare con lei.
Ashiq visita Asia ogni 15 giorni e la incoraggia durante il tempo della visita.
"Le dico sempre che la Missione per la Chiesa Perseguitata ci ha aiutato fin dall'inizio e che è ancora con noi", dice Ashiq; "le dico che molti cristiani stanno pregando per noi: 'Non ti preoccupare; la tua storia è diventata un caso internazionale e ci vorrà del tempo per risolverlo'.
Cerco di mantenere saldo il suo cuore".
Ashiq racconta che l'arresto e la detenzione di Asia hanno aiutato lui e le figlie a crescere nella fede. "Quando le avverto di non uscire di casa, a causa delle minacce contro la nostra famiglia, loro dicono sempre: 'Se ci uccidono per Cristo, allora va bene. Noi siamo pronte'".
Ashiq chiede che continuiamo a pregare per la liberazione di sua moglie affinché la famiglia possa essere riunita.
Lui crede che Dio abbia permesso che la sua famiglia sperimentasse questa prova, perché li sta mettendo alla prova.
"...Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato" ricorda Ashiq citando Matteo 24:13.
I difensori di Asia uccisi.
Nel corso della disputa sulla condanna a morte di Asia Bibi, due politici pakistani sono stati assassinati per aver pubblicamente difeso la donna.
Il Governatore Salman Taseer aveva fatto visita ad Asia in prigione il 20 novembre 2010 e aveva lanciato un appello per la sua scarcerazione.
Il Ministro Federale per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, aveva difeso Asia fin dall'inizio della storia. Entrambi sono stati assassinati.
II Governatore Taseer, pur essendo un musulmano, è stato colpito a morte il 4 gennaio 2011 da una delle sue guardie del corpo.
La guardia del corpo ha detto di aver ucciso Taseer, perché aveva preso posizione a favore dell'abolizione della legge sulla blasfemia.
Il Ministro Shahbaz Bhatti, cristiano e da sempre propugnatore dei diritti dei cristiani in Pakistan, è stato ucciso da quattro uomini armati, che hanno aperto il fuoco sulla sua auto mentre si dirigeva al lavoro il 2 marzo 2011.
Bhatti aveva ricevuto numerose minacce di morte a causa del suo sostegno ad Asia Bibi e dei suoi continui sforzi per abolire la legge sulla blasfemia.
Pochi giorni prima della sua morte, Bhatti era comparso in un video, dichiarando che non si sarebbe fermato di fronte alle minacce sulla sua vita, da parte di chi "vuole imporre la propria filosofia radicale in Pakistan".
Bhatti diceva: "Io credo in Gesù Cristo, che ha dato la propria vita per noi. Io so qual'è il significato della croce... e sono pronto a morire per una causa.
Io vivo per la mia comunità e per il mio popolo che soffre, e morirò per difendere i loro diritti".
I gruppi terroristici musulmani responsabili della morte di Bhatti - Tanzeem Al-Qaeda e Tehrik-e-Taliban - sulla scena del delitto hanno lasciato opuscoli minacciosi che dichiaravano: "Con la benedizione e l'aiuto di Allah, i mujahideen vi manderanno, uno per uno, all'inferno".
L'opuscolo diceva anche che l'omicidio di Bhatti era una "bella lezione per il mondo degli infedeli", e ammoniva che non avrebbero tollerato nemmeno una "lievissima irriverenza alla grandezza di Maometto".
Un parente di Bhatti ha raccontato a un inviato della Missione che egli amava specialmente i versetti in Matteo 5:10-11: "Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cicli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia".
Tratto da Callformercy.com
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