Il messaggio divino


Evangelizzazione

Una messaggio di Rosaria Schimmenti. 

E' Dio vivo in noi e nel mondo?
La Sua pace, il Suo amore e le Sue leggi dimorano nel nostro cuore? Nelle nostre famiglie e nel nostro paese?
O stiamo correndo in cerca di benessere, pace e felicità senza la bussola dei Suoi comandamenti? (Proverbi capitolo 3).
Non possiamo eliminare i problemi che ci affliggono se non usiamo la chiara e sicura bussola morale che Dio ci ha fornito tramite la Sua Parola.
Il peccato non è stato mai felicità, così anche la malvagità, perché violano la legge sacra che governa tutta la creazione, inclusi noi che facciamo parte di essa.
Siamo stati creati per vivere nella legalità, nel rispetto reciproco e nel far moltiplicare i doni che Dio ci ha elargito.

La prova tangibile che abbiamo bisogno di bene è evidenziata anche dal fatto che, quando abbiamo dei veri amici e dei buoni rapporti con il prossimo, siamo più sereni.
Questo dovrebbe essere il nostro obbiettivo principale, impegnarci affinché questo si realizzi.
Nel corso della storia umana, Dio ha inviato per prima dei profeti per istruirci, infine ha mandato Suo Figlio.
Nell'occasione della trasfigurazione di Gesù, sul monte santo, Dio ci ha parlato direttamente dal cielo.
Abbiamo dei testimoni a riguardo, i tre Apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni; questi sono stati invitati da Gesù a salire sul monte, con Lui, e lì apparvero loro Mosè ed Elia, i quali parlarono con il Signore, avvolti da una luce, e si udì la voce dal cielo che diceva: “Questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo!” (Luca 9:35).

Questo messaggio divino è prezioso per la nostra vita; per questo motivo il Padre Eterno ci ha parlato dal cielo.
Bisogna eliminare tutte le aggiunte che si fanno alla Parola del Signore, altrimenti diminuisce il Suo valore.
L’uomo, da sempre, tende a modificare e aggiungere del suo.
Gesù era, ed è, unito al Padre, per questo ha compiuto opere potenti; Egli disse: “Non sono venuto per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato”.
Il Suo obbiettivo era, ed è, quello di realizzare sulla terra la vita eterna, e il divin Maestro ne ha tracciato il sentiero, percorrendolo Egli stesso per primo, adempiendo la legge d'amore, sconfiggendo la morte e risorgendo immortale.

Gesù ci ha indicato la via che dobbiamo percorrere, se vogliamo ereditare la Vita.
Questo non vuol dire (come tanti pensano) divenire deboli e soccombere.
Gesù, per primo, non era debole, ma forte e al di sopra di tutti, perché era unito al Padre ed operava secondo la Sua volontà.
Gesù ha ceduto la Sua vita per ubbidienza al Padre e per amore verso gli uomini, nessun'altra cosa l’ha costretto.
 Dobbiamo essere disposti ad amare Dio, infatti, amarlo, è il Suo primo comandamento, che, a sua volta, se ubbidito, ci porta all'ubbidienza del secondo comandamento, e chi li osserva dimostra di essere umile, perché ha la consapevolezza che sta facendo la volontà di Dio.

Come vediamo, non si tratta solo di aderire ad una religione, escludendo la volontà di Dio.
Gesù disse a riguardo: “Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli”.
La vita che Dio ci offre o si accetta, o si rifiuta! Non vi sono vie di mezzo.
Alla nascita di Gesù vi e stata un’altra manifestazione celeste: la testimonianza degli angeli data ai pastori (ma il messaggio era universale); essi cantarono in coro: “Gloria a Dio nell'alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
Questo è un messaggio di grande gioia: il seme della Vita piantato nel nostro universo mortale, per far crescere l’albero della vita, che con i suoi frutti nutrirà tutte le nazioni (Apocalisse 22:2), e la terra sarà ristabilita dalla sua piaga mortale.

Non è meraviglioso tutto questo?
 Per questo motivo le schiere degli angeli e tutto il regno celeste gioirono, perché l’opera per la realizzazione del Regno di Dio anche sulla terra aveva inizio.
Possiamo capire perché Gesù ci insegnò a pregare: “... venga il Tuo regno, e sia fatta la Tua volontà, come in cielo, così in terra”; disse anche: “... cercate prima il regno e la sua giustizia”, e ordinò agli apostoli di annunciare: “Dite: il regno dei cieli si è avvicinato a voi”.

Oggi a che punto siamo?
L’albero della Vita produce frutti di vita? Le nazioni di che frutti si alimentano?
Il Seme di Vita (Gesù) ci indica il sentiero per sconfiggere la sofferenza e la morte; ci viene fatto l’invito di adozione da parte di Dio: nascere a nuova vita e divenire Suoi figli, qui sulla terra, non più come pagani, rivolgendosi a vari dei, senza non più superstizioni e confusione (perché questa e la nostra provenienza).
Solo se accettiamo l’invito del Dio Santo a divenire Suoi figli, a nostra volta, diveniamo santi, recuperando la vita dalle mani della morte, perché questa è stata sconfitta da Gesù.
Gli Apostoli, e altri fedeli, nel corso dei secoli sono morti da martiri, per testimoniare la verità di Dio e trasmetterla a noi; hanno preferito morire che rinunciare alla vita eterna rivelata dal Messia.

Quando le varie denominazioni cristiane si immergeranno totalmente nell'amore di Dio, allora non vi saranno più divisioni tra di loro, e l’amore sarà predominante, così forte che, se sarà necessario, daranno la vita a favore dei fratelli, proprio come il Maestro (Giovanni 10:1-18), e glorificheranno Dio, come cantarono gli angeli.
Non vi saranno più miscugli di dottrine, ma vi sarà l’unica chiara verità di Dio, e saranno una testimonianza viva per il mondo intero che ha bisogno dell’albero della Vita e della Sorgente dell’acqua pura: il Salvatore Gesù (Apocalisse 22:1).
E così saranno lo specchio della legge eterna universale di unione menzionata da Gesù in preghiera: “Padre, fa che essi (i credenti) siano uno, come noi siamo uno, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Giovanni 17:20-21).

Giuseppe

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